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venerdì 16 dicembre 2016

Chi inquina le nostre città? NOx


Nelle città italiane, l'aspettativa di vita sana dei loro abitanti si riduce a causa di numerose sostanze tossiche presente nell'aria che respirano.

Insieme alla polveri sottili si trovano sempre gli ossidi di azoto (NOx- NO2) e anche questi composti, spesso, superano i limiti di legge.

Dati alla mano, si può dire che, fin da quando sono cominciate misure sistematiche di ossidi di azoto, si è sempre superata la media annuale di 40 microgrammi per metro cubo a Brescia, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Novara, Palermo, Roma, Torino, Trento, Trieste, Verona.

E non stanno meglio gran parte delle altre città italiane e questa situazione ci costa molto cara: oltre alla multa miliardaria dell'Unione Europea per infrazione delle norme comunitarie, ogni anno, a causa degli ossidi di azoto respirati, perdiamo prematuramente alcune migliaia di connazionali: 3.300 nel 2012.

Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, la notizia positiva è che la situazione è in lento miglioramento, come mostra la Fig 1 che riporta la stima delle emissioni annuale di NOx dalle principali fonti di emissione.

Fig 1. Andamento delle emissioni annuali di NOx in Italia e contributo delle principali fonti
Siamo passati dai circa 1,6 milioni di tonnellate del 2000, ad un milione di tonnellate nel 2012.
Le 600.000 tonnellate che mancano all'appello sono attribuibili a più efficaci sistemi di abbattimento nelle emissioni industriali e all'effetto delle marmitte catalittiche obligatorie, dai primi anni '90, su tutte le nuove autovetture.

Come si è accennato, questa riduzione, in parte teorica in quanto basata su stime con inevitabili incertezze, non è servita a rispettare gli obiettivi di qualità degli ossidi di azoto in moltissime città italiane

La Figura 2 ci mostra, in maggiore dettaglio, lo specifico contributo all'inquinamento di NOx nel 2013 in Italia.

Fig 2 Contributo (%) delle fonti che nel 2013 hanno emesso NOx in Italia

In questo caso il trasporto stradale è la fonte prevalente, responsabile del 42,5% del totale di emissioni di NOx stimate essere prodotte in Italia nel 2013.
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Segue il trasporto marittimo (17,7%), in particolare le emissioni delle navi attraccate ai moli dei nostri porti. Come abbiamo esaminato in altri post, questa è la fonte prevalente di NOx in una città portuale come Genova dove i motori diesel, che le  navi tengono accesi per alimentare i servizi di bordo, emettono in atmosfera quantità di ossidi di azoto nettamente superiore a quello del traffico cittadino.

Il motivo per cui i trasporti sono la principale fonte di NOx dipende da un motivo tecnico, ossia il fatto che questi composti si formano quando l'azoto atmosferico reagisce con l'ossigeno dell'aria a temperature e pressioni elevate, quali quelle che caratterizzano i motori a combustione interna a benzina e gasolio.
In particolare, a parità di cilindrata, le emissioni di NOx di una autovettura diesel sono  maggiori di una vettura alimentata a benzina, come mostra la Fig. 3.

Fig 3. Grammi NOx emessi per km percorso  da auto a benzina e diesel

La Figura 3 ci mostra come, a parità classe EURO, un'auto a benzina emetta meno ossidi di azoto di un'autovettura diesel e che per questo tipo di alimentazione le specifiche ottenute in laboratorio sono sempre nettamente inferiori a quelle riscontrate nel mondo reale, come è stato dimostrato con lo scandalo Volkswagen.

In base alle stime riportate in Figura 3, nel mondo reale, una autovettura diesel EURO 6 emette dieci volte di più ossidi di azoto di una autovettura a benzina di pari classe EURO.

A fronte di queste informazioni quale scelte ha fatto il governo italiano per fronteggiare un problema quale quello delle elevate concentrazione di ossidi di azoto nelle città italiane?

Ovviamente le scelte governative non hanno assolutamente teneuto in conto la salute dei propri concittadini: invece di tassare maggiormente il combustibile più inquinante (il gasolio) lo hanno caricato di tasse ed accise minori della benzina (Fig 4).

Fig 4 Prezzo benzina e gasolio a confronto

Di conseguenza, il consumatore italiano si è spostato sempre più su auto diesel e nel 2013, nel nostro paese, per muovere merci e persone si sono consumati 22,3 milioni di tonnellate di gasolio a fronte di 7,9 milioni di tonnellate di benzina.

Ma questa è solo l'ultima delle scelte sbagliate dei governi italiani.

Ce ne sono altre più gravi, quelle che hanno portate al singolare risultato mostrato dalla Fig 5.

A livello mondiale, l'Italia è il quarto paese come  numero di autovetture per abitante.

Fig 5 Classifica mondiale di numero di automobili per 1000 abitante  (2005)





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