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sabato 17 agosto 2013

Antica Roma a Rifiuti Zero: toilet a secco?

La fossa settica lungo il Cardo V di Ercolano, ripulita di escrementi e scarti di cibo
L'antica Ercolano si è conservata tanto bene che, per evitare i danni derivanti dalla infiltrazione delle piogge si è deciso di ripristinare l'originaria rete fognaria, liberandola dalle ceneri vulcaniche che vi si erano infilate dentro durante la terribile euruzione dell'agosto del 79 dc.
Quando lo scavo si è spostato nel quartiere denominato cardo V in cui si trovavano case popolari su tre piani con negozi e botteghe a piano terra, abitate da circa 150 persone, gli archeologi hanno trovato una sorpresa.
Mentre le normali fognature di Ercolano, quelle che normalmente sfociavano a mare erano alte circa un metro e larghe 60 cm, qui il vano sotto la strada principale era alto tre metri e lungo 86 metri.
Lungo questa fossa  si aprivano i vani di scarico delle case sovrastanti collegate direttamente alle cucine delle abitazioni.

Cucina pompeiana con le suppellettili presenti nei giorni dell'eruzione

Le cucine di Pompei ed Ercolano avevano già riservato delle sorprese per gli archeologi, in quanto diverse dagli standard igienico sanitari a cui oggi siamo abituati.
Anche nelle case importanti il locale cucina era piccolo, appartato e quasi sempre senza acqua corrente, ma la cosa che ha più colpito i ricercatori era la contemporanea presenza, a breve distanza dal forno cucina, di un gabinetto, una semplice apertura che comunicava direttamente con il sistema fognario e, nel caso delle abitazioni del Cardo V con la fossa settica comune.

Sotto le ceneri del Vesuvio, i ricercatori hanno trovato circa mezzo metro degli scarti di cibo e di deiezioni, che sono stati accuratamente raccolti in circa 700 sacchi: una miniera di informazioni sulle abitudini alimentari di queste antiche popolazioni.

Le prime stime valutano che nella fossa settica ci fossero, accumulati, gli scarti di circa 10 anni degli abitanti del Cardo.

Non so se nell'equipe che studia questi reperti ci sia un "rifiutologo", ma sicuramente questa scoperta merita una domanda: fosse di questo tipo venivano ripulite, con quale cadenza, che uso si faceva di questi materiali?

Ricapitoliamo: 150 persone, ogni giorno versavano della fossa i loro scarti di cibo e le deiezioni dei residenti, molto probabilmente raccolti con vasi da notte, trovati negli scavi. La mancanza di acqua corrente nel vano cucina-toilette fa ritenere che questi scarti fossero relativamente secchi.
Gli studi fatti sulle feci raccolte riportano un alto contenuto di fibre vegetali; certamente questa era una caratteristica della dieta degli Ercolaneesi, ma non sarebbe cosi strano se fibre vegetali sotto forma di foglie secche e paglia fossero intenzionalmente aggiunte agli scarti per ridurre la produzione di odori sgradevoli ed accelerare la formazione di compost.

 Mi sembra veramente strano che gli antichi romani non utilizzazzero questa tecnica per riciclare i loro scarti organici.
Se la fossa trovata ad Ercolano aveva un facile accesso per procedere al periodico svuotamento della frazione organica più matura, avremmo la prova che questa costruzione fosse un'antenata della toilet a secco che oggi si utilizza nei luoghi dove l'acqua scarseggia e dove si continua a non buttare via nulla.
Schema di una moderna toilette a secco


ps: gli scavi e gli studi nel Cardo V sono stati finanziati da un privato statunitense, il magnate Packard.

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