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lunedì 13 febbraio 2012

Riusi: un semenzaio da un portauova


Ecco come delle confezioni per uova in cartone riciclato, si trasformano in una loro seconda vita, in comodi e funzionali vasetti per crescere piantine, assolutamente compostabili.
Ogni portauovo riempito di terra ospita qualche seme o, come in questo caso, una foglia di una pianta grassa che si vuole replicare. Il coperchio si usa come sottovaso per raccogliere eccessi di acqua.
Una volta che la piantina è cresciuta, si separano con una forbice i singoli vasetti e si mettono direttamente a dimora nel vaso o nell'orto, senza traumi per la giovane piantina e le sue radici.
Ovviamente il cartone pressato è biodegradabile e compostabile e la pianta può crescere in libertà.
Le piantine grasse in fotografia saranno usate per trasformare in rock-garden il muretto a secco del giardino che il Comune di Bogliasco mi ha dato in adozione. In questo modo spero di riuscire a contrastare l'invasione di cannigea, a cui molti siamo allergici.

ps: una volta che avete portato le uova a casa, toglietele dall'imballaggio e mettetele nell'apposito scomparto del vostro frigorifero. Sprecare energia per raffreddare l'imballaggio mi sembra proprio una sciocchezza. L'imballaggio, a sua volta, si riusa o si ricicla.




5 commenti:

  1. Ma siamo sicuri che sia solo cartone pressato e non contenga colle di nessun tipo?

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  2. Non lo posso escludere con certezza ma penso che per fare questo tipo di imballaggio non sia necessario usare colle. Inoltre visto che si tratta di un imballaggio per alimenti posso escludere che siano consentiti ingredienti pericolosi.

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  3. Il mio messaggio di ieri era un pò criptico, mi scuso. Permettimi di elaborare:
    1. Per le uova, essendo il cartone non a contatto diretto con la parte edibile dell'alimento, posso pensare che esso non sia necessariamente di grado "per alimenti" (quando non obbligata, l'azienda alimentare tende sempre a risparmiare). La cosa è comunque facilmente verificabile, basta notare la presenza o meno del simboletto "per alimenti" che consiste in un bicchiere e una forchetta stilizzati. Dalla foto non si vede simbolo, ma magari è sul lato esterno superiore.
    2. Ammesso pure che quel cartone sia "per alimenti" e che quindi non costituisca pericolo per il consumatore, l'oggetto del tuo post implica piuttosto un rischio di contaminazione del terriccio con sostanze estranee. La legislazione in materia (dm 21 marzo 73, e sue modifiche) permette che la carta/cartone "per alimenti" contenga anche solo il 60% di cellulosa, e permette fino al 15% di "sostanze ausiliarie", oltre che tracce di "coadiuvanti tecnologici di
    lavorazione con funzione di reattivi, agenti di dispersione, flottazione e drenaggio, agenti antischiuma e antilimo."
    A proposito di queste "sostanze ausiliarie" ricorderai il caso recente dell'inchiostro nel latte dei policaccopiati.
    In definitiva, l'appunto che faccio al tuo post, in maniera del tutto amichevole, è solo di aver classificato "biodegradabile" un imballaggio che, temo, non ne ha i requisiti. Se li avesse davvero, l'idea del piantarlo talquale insieme alle radici sarebbe davvero geniale.

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  4. Non mi resta altro che sperimentare la bontà di questo riuso. Al momento le neonate piantine mi sembrano in buona salute ( merito del mio compost?) .
    Comunque potrei girare le tue osservazioni alla ditta che commercializza queste uova. Se l 'imballaggio risultasse compostabile

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