Translate

lunedì 30 gennaio 2012

Il Grande Freddo

Il mio fedele Meteo.it  prevede una settimana di gelo. Nella mia Bogliasco, sulla riviera ligure, le temperature oscilleranno tra meno 9 e meno 1., insomma saremo sempre sotto zero.

La rosa in giardino, stordita dalle temperature miti registrate fino a ieri, è in fiore e temo che per lei non ci sia niente da fare. Poverina non lo sa, ma con la linfa in circolo è spacciata.
Chi può cerchi di limitare i danni avvolgendo con teli di plastica le piante a cui tiene di più.
Da parte mia, porto in salvo i lombrichi che popolano i miei vasi-compostie.ra, trasferendoli dal balcone al bagno di servizio. Per vostra informazione i lombrichi non sopravvivono a temperature inferiori a cinque gradi centigradi.
In riviera il problema più grave è la possibilità che le tubature dell'acqua poste all'esterno degli edifici gelino e si rompano.
Se vi trovate in queste condizioni vi consiglio, per tutto il periodo di gelo siberiano, di tenere aperto un filo di acqua. Sel'acqua scorre, le probabilità che i tubi gelino sono più basse. Io ho i contatori dell'acqua all'esterno e adotterò questa tecnica, magari riempiendo il vano del contatore con giornali appallottolati.
E ovviamente, copritevi bene :-)

Zero Waste Hotel

In ogni albergo si trova un servizio per l'igiene personale in cui è immancabile una piccola saponetta che, praticamente intatta dopo qualche lavata di mano, diventa rifiuto quando lasciate la stanza.

Moltiplicate questo fenomeno, per i circa 40 milioni di persone che ogni anno, in visita turistica,  frequentano i nostri alberghi e avrete un'idea dei problemi di smaltimento rifiuti che questa usanza genera.

Come azzerare il problema? Cominciamo con il portarci a casa la saponetta e i flaconcini dello sciampo  e del bagno schiuma, anch'essi messi a disposizione del cliente e che quasi certamente avete usato a metà.  Ovviamente, nessun senso di colpa, in quanto li avete pagati abbondantemente.

E non dimenticate di lasciare questa nota scritta al gestore:

"Caro Direttore

La ringrazio per la cordiale accoglienza, mi permetto tuttavia di suggerirle di mettere a disposizione dei suoi clienti dei dispenser ricariclabili per sapone liquido, sciampo e bagno schiuma. La sua attenzione a ridurre la produzione di rifiuti, sarà certamente apprezzato dai suoi prossimi clienti, compreso il sottoscritto. Le sarò ancor più grato se, la prossima volta, troverò nel frigorifero bottiglie d'acqua in vetro riciclabile e , per cortesia,  provveda al più presto a sostituire i bicchieri di plastica con quelli in vetro, anche perchè questi ultimi sono certamente più funzionali  come porta-spazzolino da denti."

venerdì 27 gennaio 2012

Monti ha risposto!

Incredibile, Monti ha "letto" e risposto alla mia proposta di abolire i Cerificati Verdi alla combustione delle Biomasse.
Ecco la risposta del Governo:

"Gentile signor Federico,
La ringraziamo per il messaggio inviato nel quale ha suggerito al governo alcune proposte che, a suo giudizio, sono utili e necessarie per alimentare la crescita dell’economia italiana e per incentivare l' equità sociale e contributiva.
Il governo, sin dal giorno del suo insediamento, si è impegnato a individuare le misure normative necessarie per allineare l'economia italiana agli standard europei, stimolando la crescita e riducendo  con l'obiettivo finale di abbattere le disparità sociali. È un compito difficile, ma non impossibile. Per riuscire c'è bisogno anzitutto della fiducia degli italiani. Le misure varate finora hanno bisogno di tempo per produrre gli effetti sperati. Soprattutto, c'è bisogno del supporto attivo e della partecipazione di tutti i cittadini italiani. In questa fase così delicata per l'economia nazionale, tutte le idee, le proposte, i suggerimenti, e così anche le critiche, sono strumenti preziosi per orientare l'attività del governo.
Per questi motivi abbiamo prontamente segnalato le sue proposte agli uffici competenti. I suggerimenti che lei e, come lei, altri cittadini italiani hanno inviato al governo, verranno analizzati, posti a confronto, e discussi con attenzione.
Nella speranza di poterci avvalere ancora, in futuro, della sua partecipazione, desideriamo ricordarle che è possibile seguire l'attività del governo attraverso il sito ufficiale: www.governo.it. La informiamo inoltre che stiamo lavorando per migliorare la comunicazione con i cittadini. Presto sarà possibile partecipare a sondaggi online e seguire l'attività del governo attraverso i principali social network.
Cordiali saluti"


Ovviamente  si tratta di una risposta standard,  ma almeno mi auguro che nella testa di Clini e dei suoi collaboratori si accenda una qualche lampadina.

giovedì 26 gennaio 2012

Le scelte nei tempi di crisi

L'etimologia della parola "crisi" viene dal solito greco antico con il  significato di "cambiamento".
Il cambiamento può essere dal meglio al peggio, ma anche dal peggio al meglio.
In altre parole, se non si cambia in tempo di crisi (ora), quando?
Tra i cambiamenti favoriti dalla crisi esiste anche la possibilità di una seria ed efficace azione di prevenzione primaria delle malattie evitabili, in quanto di origine ambientale, origini attribuibili a scelte non obbligatorie.
Provo ora a proporre un piccolo Piano Marshall, a misura per l'entroterra Ligure, ma adattabile a tutte le aree montane italiane, quelle dove la legna dei boschi è sempre più usata per scaldare le case.
Il principale obiettivo di questo Piano è quello di ridurre l'esposizione delle popolazioni a sostanze irritanti e nocive, quali quelle presenti nel fumo di legna e , a catena: ridurre le malattie indotte e le spese per la loro diagnosi e cura; offrire nuove occasioni di lavoro per chi realizza impianti di riscaldamento, chi gestisce i boschi, chi vende ed installa impianti di riscaldamento; accrescere la conoscenza scientifica su questi problemi.
In prima battuta il Piano, che può attivarsi a partire da questo inverno,  vede come principali attori i medici di famiglia e i pediatri che hanno in cura le popolazioni del nostro entroterra; costoro individueranno 50 famiglie con frequenti problemi respiratori e altrettante famiglie senza questi problemi. Le famiglie consenzienti saranno contattate da personale dei Centri di Educazione Ambientali afferenti ai Parchi Regionali Liguri, il quale acquisirà informazioni sullo stato degli impianti di riscaldamento a legna usati e collocherà all'interno e all'esterno di ogni abitazione visitata, un campionatore per dosare i composti organici volatili, tra cui il benzene. I campioni saranno analizzati dal Laboratorio di Chimica Ambientale dell'ex IST di Genova e i dati saranno utilizzati per verificare l'ipotesi che gli stessi medici di famiglia hanno proposto: case "malate" (inquinate) ospitano famiglie "malate" (bronchiti, asma..). Le analisi dell'IST serviranno ad evidenziare le cause prevalenti dell'inquinamento domestico (stufe, fumo di sigarette, incensi, lavori domestici., garage addossati alla casa, stoccaggi impropri di benzia, incenrimento di rifiuti nelle stufe.). Nel frattempo, sempre l'IST ( registro tumori e mortalità, Laboratorio Epidemiologia Ambientale) avvierà uno studio epidemiologico per verificare, in base ai registri di mortalità e dei recoveri ospedalieri, se le popolazioni residenti nelle comunità montane liguri presentano qualche anomalia nel loro stato di salute. Un successivo studio caso-controllo  verificherà se questa anomalia è maggiore nelle case riscaldate a legna.
In base a quanto si sa e ai primi riscontri già realizzati dall'IST, la correlazione fumo di legna, malattie respiratorie, esiste e questo problema, da una prima valutazione, potrebbe riguardare oltre 220.000 liguri, quelli che sono residenti nelle ex Comunità Montane, dove la legna dei vicini boschi è certamente un combustibile molto utilizzato.
Una volta evidenziato e quantificato il problema, un' idonea campagna informativa sulla corretta gestione del fuoco e sulla altrettanto corretta realizzazione di comignoli e canne fumarie, farà certamente realizzare gli interventi migliorativi utili per ridurre l'inquinamento e migliorare l'efficenza termica di stufe e caldaie; nuove occasioni di lavoro e di guadagno, per muratori (canne fumarie, comignoli, prese d'aria esterni) e venditori e installatori di impianti termici. L'inverno successivo (2012-2013) la salute delle cento case e delle cento famiglie che le abitano saranno nuovamente monitorate e la Regione potrà valutare, dati alla mano,se e quanto la prevenzione primaria abbia inciso sul bilancio sanità della regione e sull'innovazione dell'economia locale.
E i costi di questo piccolo Piano Marshall sono estremamente contenuti, se non addirittura nulli in quanto rientranti negli attuali costi di tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dai medici di base, ai ricercatori IST e agli operatori dei Centri di Educazione Ambientali.
E non è possibile escludere che i costruttori nazionali di caminetti e caldaie a legna siano disponibili ad investire anche un pò dei loro danari in questo Piano. Posso confermare per conoscenza diretta che sono interessati!

mercoledì 25 gennaio 2012

Bollettini di guerra in autostrada

Da due giorni il notiziario "Viaggiare Informati" è un bollettino di guerra. Le battaglie si svolgono ai caselli di tutta Italia, bloccati dai TIR degli autotrasportatori.
Il fantasma di DUEL, un bel film degli anni '60 in cui il camion assassino con un guidatore senza volto si accanisce contro un povero autista (che alla fine sconfigge il fumante e maleodorante Golia), si sta materializzando.
E tutto questo rimanda anche alla fine tragica di Allende in Cile, incominciata con uno sciopero come questo.
A parte gli scenari più o meno fantapolitici, la cronaca di questi giorni è la conferma della fragilità del Paese, in cui la flessibilità nelle scelte di infrastrutture non è mai esistita: gomma, gomma e solo gomma, nei trasporti di persone e merci. E prima o dopo le scelte sbagliate si pagano.

martedì 24 gennaio 2012

Roma chiama Genova?

Quello che è successo a Roma, in tema di gestione dei materiali post consumo, come documentato dal bel servizio di Iacona su Rai 3,  temo possa essere lo specchio di quello che potrebbe succedere a Genova e nel resto del Paese.
A Roma, dieci anni or sono era reso pubblico un ottimo documento, a firma dei migliori esperti del Paese (cito per tutti il decano Giorgio Nebbia) che oggi avrebbe permesso di rispettare i limiti di legge della raccolta differenziata (60%). Le esperienze di Porta a Porta in alcuni quartieri romani, dimostravano che i romani potevano farlo, che rapidamente si superava il 70 % di RD, che la qualità era buona. Poi si inventa la scusa, mai provata, che il porta a porta costa troppo; ritornano alla chetichella i grandi bidoni per la differenziata, si introduce la fantomatica raccolta duale e Malagrotta continua a raccogliere il tal quale, fino a saturazione.
E il Comune di Roma non ha voluto accettare la proposta di Italia Nostra, di formare giovani  docenti e facilitatori di Compostaggio Domestico come si è fatto a Genova e ovviamente di impianti di compostaggio industriali neanche a parlarne.
Le alternative: nuove discariche, ma ancor più, tanti belli "termovalorizzatori". Era li che si voleva finire, con i Romani obbligati a produrre monnezza a vita per alimentare i forni e a pagare salato il loro trattamento e gli incentivi per la loro "termovalorizzazione"..
Fino a quando il premio di produzione delle dirigenze delle municipalizzate non sarà proporzionale alla percentuale di RD e alla diminuzione della produzione di rifiuti, non ne usciamo.

lunedì 23 gennaio 2012

San Francisco chiama Roma

La parte più interessante del servizio di Iacona su RAI 3, "Immondizia zero", è stata l'ampia documentazione su come San Francisco, una grande città con oltre 600.000 abitanti, in 10 anni sia riuscita a raggiungere il 78% di raccolta differenziata, facendo a meno di inceneritori e gasificatori.
Comunque, a ben vedere, anche San Francisco può fare ancora meglio e di più sul recupero e riutilizzo dei propri materiali post consumo. Il sistema di compostaggio a cumulo utilizzato dalla città californiana, mi sembra ancora "primitivo" e possibile solo se sono disponibili ampi spazi. Poichè dubito che tutto l'umido sia intercettato dal bidoncino verde dei  " magnifici tre" ( i tre contenitori con cui si effettua la raccolta differenziata), un trattamento meccanico biologico della frazione indifferenziata, con inertizzazzione della frazione organica residua, permetterebbe un migliore riciclo.
Una sola critica a Iacona, non si fa nessun cenno al compostaggio domestico a San Francisco :-). E dire che una dozzina di anni fa proprio questa esperienza californiana mi ha convinto che dovevamo provarci anche a Genova.
A proposito, a fine 2011 a Genova erano 3500 le famiglie che ufficialmente risultavano fare compostaggio in città. Mi sa che su questa voce, Genova batte San Francisco!
In quanto alla situazione romana in tema di gestione dei materiali post consumo un commento nel prossimo post.

sabato 21 gennaio 2012

Ritorna il vuoto a rendere

Ho difficoltà a credere che sia vero! Monti ha reintrodotto il vuoto a rendere! Se il decreto non sarà boicottato gli inceneritori possono pure chiudere. Senza sacchetti e senza bottiglie di plastica resta ben poco da termovalorizzare! Segue il comunicato.

Di Matteo Rigamonti

Ritornano il deposito cauzionale e il vuoto a rendere sui contenitori per bevande o uso alimentare. E’ quanto prevede l’articolo 40 del decreto sulle liberalizzazioni approvato ieri in consiglio dei ministri. Il tutto verrà disciplinato con un decreto del ministro dell’Ambiente di concerto con il ministero dello Sviluppo economico, da adottarsi entro il 1° luglio 2012. I venditori al dettaglio, secondo quanto stabilito dall’articolo, dovranno ritirare dai consumatori finali, contestualmente alla cessione del singolo prodotto, il deposito cauzionale, garantendo la restituzione dello stesso o la corresponsione di un buono d’acquisto di valore almeno equivalente, a fronte della restituzione degli imballaggi usati. Il decreto prevede anche la possibilità di raccolta e recupero autonomi degli imballaggi da parte dei produttori. Ma anche acquisto, vendita, trasporto e stoccaggio. Anche in forma associata.

Fino a quantità pari alle 100 tonnellate o volumi di 1000 metri cubi, il meccanismo stabilito è quello del silenzio-assenso. I produttori dovranno versare al Conai, entro 60 giorni dall’emissione della fatturazione, una cauzione pari a 20 centesimi di euro per ciascuna unità immessa sul mercato. Ciascuno degli operatori della filiera, a partire dal primo utilizzatore fino ai venditori al dettaglio, dovrà inoltre versare i depositi cauzionali al soggetto cedente, contestualmente al pagamento dei prodotti o, in alternativa, secondo tempistiche concordate tra le parti. In ogni caso non oltre i 60 giorni dall’emissione della fattura. Il decreto prevede anche una marcatura idonea per garantire il riconoscimento degli imballaggi e la possibilità di raccolta tramite apparecchi automatici per gli esercizi commerciali.

Prevenire conviene

Un collega oncologo mi ha fatto sapere che il ciclo di chemioterapia per curare un tumore polmonare costa 70.000 euro. A questa cifra si aggiunge il costo per tutte le analisi fatte per confermare la diagnosi, un'eventuale operazione e i costi per la successiva degenza. Non credo di sbagliare se il costo complessivo della cura di un cancro polmonare possa superare i 100.000 euro.
Anche il mio stipendio, e relativi oneri, e' a carico del sistema sanitario nazionale. Alla fine della carriera e con la responsabilità della direzione di un Servizio Semplice (Chimica Ambientale) in quello che ora si chiama IRCSS San Martino IST Università di Genova, un mese del mio lavoro costa 9.774,60 euro. Il mio compito e' di contribuire a ridurre l' esposizione a cancerogeni della popolazione e quindi ridurre il numero di persone che si ammalano di cancro. In altre parole, il denaro del contribuente che ogni mese va nel mio contocorrente ( netti, circa 3700 euro) servono a ridurre il numero di genovesi che sono costretti alle costose cure del collega oncologo. Quindi, in una fredda contabilità se, grazie al mio lavoro, ogni anno, tra la popolazione ligure si registrano due casi in meno di cancro, il mio stipendio e' ampiamente ripagata dal danaro risparmiato con i due cancri evitati.
Analogo discorso vale per un centinaio di colleghi che, con diversi ruoli e competenze, sta contribuendo a conoscere e prevenire il cancro operando in quello che era l istituto Nazionale Ricerca sul Cancro di Genova.
Sono costretto a fare questo discorso in quanto, nelle ristrutturazioni in atto in Liguria per ridurre le spese sanitarie, si sta decidendo di tagliare tutta quella ricerca oncologica che non afferisce direttamente alla cura; prevenzione primaria addio.
Per la cronaca, dalla fine degli anni 80, l'esposizione dei liguri ad una lungo elenco di cancerogeni umani( amianto, benzene, policiclici aromatici, polveri fini..) sta diminuendo e sta anche diminuendo l 'incidenza di diversi tumori, tra questi quello al polmone.
Chi pensa che tutto ciò' sia un caso, sbaglia. E' l'effetto previsto dalla Prevenzione Primaria, proprio quella attività che la Regione Liguria ritiene un lusso da tagliare.

giovedì 19 gennaio 2012

Slow Boat

Non so se avete notato che il Ministro dell'Ambiente, con riferimento ai possibili danni all'ecosistema marino in caso di affondamento rapido della Costa Concordia, cita gasolio e olio pesante, come combustibili presenti nella pancia della nave. Combustibili in serbatoi ancora pieni, visto che la nave era appena partita, ma per fortuna usciti intatti dall'incontro ravvicinato con lo scoglio.
Sulla quantità totale di combustibili presenti  i dati  coincidono (2.800 tonnellate); quello che non torna è come queste tonnellate sono ripartite tra i due tipi di combustibili.
Per il motivo che ora vi illustro, sono propenso a pensare che la quantità maggiore (2.400 tonnellate) sia di olio pesante, quella minore (200 tonnellate) sia gasolio.
Quale sia la verità è un fatto assolutamente importante, in quanto l'olio pesante ha un impatto ambientale enormemente maggiore del gasolio e una volta in mare, a causa dell'alta viscosità e densità, si depositerà sul fondo e potremo dire addio alla riserva naturale del Giglio e d'intorni.
Il perchè di due tipi di combustibili è presto detto: l'olio pesante, molto economico, ma anche con fumi molto inquinanti,  è utilizzato in navigazione; il gasolio, più pulito, è usato per alimentari motori diesel che con l'elettricità prodotta servono a far funzionare tutti gli impianti di bordo (luce, climatizzazione, frigoriferi) quando la nave è ferma nei porti.
Posso testimoniare, in base alla mia prima e penso unica crociera, che in mare aperto, sulle terrazze di poppa della nave, sono cadute quantità importanti di fuliggini, vere e proprie palline nere, residui di combustione dell'olio pesante utilizzato dai grandi diesel navali per far girare le eliche.
L'olio pesante è l'ultimo residuo, quello di  di minor valore della distillazione del petrolio e che oggi è utilizzato solo per le navi, in quanto nessuno controlla cosa esce dai camini quando la nave è lontana dalla costa.
Se oggi fossero già entrate in vigore le norme anti inquinamento che è doveroso applicare anche alle navi, la Costa Concordia avrebbe i serbatori pieni di bio-diesel di origine vegetale che è meno tossico e più biodegradabile dell'olio pesante. Ovviamente 2400 tonnellate di biodiesel riversati in mare un impatto anche loro lo hanno, ma almeno non avremo le solite foto di poveri uccelli marini ricoperti di petrolio, diventate un classico delle cronache di questi disastri.

Bio-navi terrestri

In Italia stanno proliferando centrali elettriche alimentate con oli vegetali, contrabbandate come un toccasana ecologico per combattere l'effetto serra.

Il 5 novembre, a Vasto, in Abruzzo,  una affollata assemblea convocata dal sindaco ha avuto informazioni  dal sottoscritto su  quanto siano poco ecologiche  le quattro centrali da un megawatt elettrico che vogliono realizzare a poche centinaia di metri da un vero paradiso, questo si ecologico: Punta Derci.

Per prima cosa occorre sapere che per produrre elettricità si usano grandi motori diesel-marini, ovveri motori in uso sulle navi moderne per far girare le eliche e per fornire tutti i servizi elettrici di bordo.

A Vasto, ognuno dei quattro generatori ha una potenza massima di 5.520 chilowatt di cui mille chilowatt ( 1 megawatt) sono usati per produrre elettricità, utilizzando come combustile olio di colza e di altri semi oleosi.

Il combustibile sarà anche bio, ma quello che esce dai tubi di scappamento di questi grandi motori non è per niente "naturale" e non molto diverso da quello che esce dai motori diesel che nelle nostre autovetture ci scarrozzano ovunque vogliamo.

I fumi, anche se opportunamente depurati, prodotti dall'olio di colza bruciata nei  quattro motori,  ogni giorno immetteranno, nell'atmosfera di Vasto, 59 chili di ossidi di azoto.

Un camion pesante, con portata massima di 32 tonnellate, tanto per capirci quelli usati per il movimento terra e massi, con trattamento fumi tipo EURO 3, deve percorrere 13.251 chilometri di strade urbane, per emettere la stessa quantità di inquinanti.

E studi recenti (2009), fatti sulla tossicità di motori diesel alimentati con oli vegetali grezzi (colza) hanno evidenziato che questi fumi, a parità di volume,  hanno un'attività mutagena fino a 17 volte maggiore di quella, già preoccupante, di un motore diesel alimentato a gasolio.

Se vi chiedete come me, come mai le navi non usano biodiesel o oli vegetali per i loro viaggi, uno studio norvegese (Biofuel in ships) ci spiega l'arcano: il biodisel costa il doppio del normale gasolio per uso marino.

E sui motivi del proliferare di questi impianti marini a terra nel nostro Bel Paese troviamo, in questo stesso studio, un' interessante frase:

" Molti impianti operativi (diesel marini alimentati con biodiesel:  nda) si trovano in Italia a causa delle favorevoli condizioni del mercato locale delle energie rinnovabili. L'Italia sta investendo pesantemente sulle energie rinnovabili in quanto il 18% della della sua energia elettrica è importato. In Italia c'è il boom nell'uso di biodiesel per produrre elettricità".

Quello che i norvegesi ignorano o non dicono è che il motivo della nostra corsa alle centrali a biodiesel è dovuto ai generosi contributi di denaro, concessi a chi produce elettricità da fonti rinnovabili, contributi messi a disposizione da tutte le ignare famiglie italiane quando pagano la loro bolletta della luce; bollette  gravate da una sovratassa del 7 %,  che va nelle tasche di chi, con la complicità di tutta la classe politica succedutasi al governo negli ultimi vent'anni, ha organizzato questo grande affare

mercoledì 18 gennaio 2012

Povero Schettino

Certamente il comandante Schettino ci ha messo molto di suo per provocare la tragedia della Costa Concordia, ma è tempo che i riflettori si spostino sulle vere cause di tutto questo: le rotte turistiche, i così detti "inchini" fatti dalle navi che a sirene spiegate passano vicino a luoghi di interesse turistico.
Come ogni bravo "skipper" sa, per tracciare una rotta si individuano porto di partenza e porto di arrivo, si traccia una riga tra questi due punti e si determina, in base alla retta tracciata, l'angolo da tenere sulla bussola per raggiungere la meta. Questa è la rotta più breve. Se nel percorso si passa vicino ad un isola o ad un promontorio, la rotta da tracciare deve tenersi a debita distanza dalla costa  e da fondali pericolosi, fondali e scogli che anche le carte usate da navigatori della domenica segnalano e aggiornano puntualmente.
Le rotte commerciali si tracciano nello stesso modo, ovviamente tenendo conto del maggiore pescaggio della nave e ancor di più dei tempi di navigazione da ridurre al minimo per risparmiare sul carburante.
Per le navi da crociera queste regole non valgono e i comandanti sono autorizzati e, probabilmente obbligati da contratto, a passare più vicino di quanto prevedano le rotte commerciali a località di alto pregio ambientale: Venezia, Vulcano, il Giglio.
Il tutto serve per accontentare i passeggeri e far loro credere di potersi permettere quello che solo ai ricchi è dato: volete mettere far colazione al mattino, serviti e riveriti, con vista su Capri!
Se poi sulla rotta turistica passa un gozzetto chi credete abbia diritto di precedenza? Se la rotta turistica solleva onde che mettono in pericolo le fondamenta di Venezia o i bambini che passeggiano sulla spiaggia, a chi pensate che questo interessi?
Se una cosa questa tragedia ci dovrebbe insegnare è quella di vietare la pratica delle rotte turistiche.
Al prossimo post un altro insegnamento: le navi devono cambiare combustibile!

sabato 14 gennaio 2012

Olio di palma

Genova, agosto 2007

Lettera aperta a Emilio Riva, titolare della più importante azienda nazionale per la produzione e la lavorazione del ferro.

Egregio signor Riva
apprendiamo dalle cronache locali che ha deciso di utilizzare olio di palma come combustibile per la centrale elettrica di Genova Cornigliano che fornirà energia al suo nuovo impianto per lavorazione a freddo dell’acciaio; le stesse cronache ci informano che il Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, è favorevole a questo sua scelta.
I motivi che la spingono a questa scelta ci sono chiari: un barile di olio di palma costa 54 dollari, mentre oggi un barile di petrolio è quotato a 78 dollari; inoltre producendo elettricità da una biomassa quale è l’olio di palma, la sua azienda potrà ricevere le agevolazioni economiche previste dal Decreto 387 del 2003, sotto forma di certificati verdi.
In soldoni, questo vorrà dire che, per ogni chilowattore prodotto dalla sua centrale a olio di palma, la sua Azienda riceverà dal Gestore della Rete circa 15 centesimi di euro, ben di più dei 3 centesimi di euro pagati per il chilowattore prodotto da fonti energetiche non rinnovabili (olio combustibile, metano).
Per doverosa informazione dei lettori, con cui lei condivide questa missiva, ricordiamo che gli incentivi che la sua Azienda riceverà, grazie a questa scelta, sono letteralmente prelevati dalle bollette elettriche di tutte le famiglie italiane, per un valore pari a circa il 7% del costo di ogni singola bolletta. Ovviamente si tratta di un prelievo assolutamente legale, deliberato dal governo italiano proprio per incentivare il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili.
Ci è meno chiaro il motivo per cui il Presidente della Regione caldeggia questa sua scelta, in quanto il suo principale interesse, oltre a quello di garantire l’occupazione, dovrebbe essere quello di tutelare la salute dei propri concittadini e, a riguardo, abbiamo forti dubbi che bruciare olio di palma, invece che metano, produca un minore inquinamento. E’ molto probabile che sia vero proprio il contrario.
Comunque, è probabile che sia lei che il Presidente Burlando, siate favorevoli all’olio di palma in quanto presunto combustibile ecologico, vista la sua origine vegetale, teoricamente utile per contrastare l’aumento dei gas serra nell’atmosfera del pianeta.
Purtroppo per noi e per lei, le cose non stanno proprio cosi.
Come lei ben sa l’olio di palma è prodotto in Indonesia, ma nelle foreste pluviali indonesiane non c’è traccia di palma da olio, le cui origini sono africane.
Questo significa che per produrre olio di palma, si spiana letteralmente l’originaria foresta, uno degli ultimi serbatoi di biodiversità del pianeta, e al suo posto, dopo aver dato fuoco al sottobosco, si piantano nuove piantagioni di palme da olio.
Nel 2004, gli ettari di foresta pluviale indonesiana trasformati in palmeti erano 5,3 milioni e questa trasformazione non è indolore. A fronte di 11 milioni di tonnellate di olio prodotti ogni anno dai palmeti indonesiani, in gran parte esportati, nel paese restano i rifiuti altamente inquinanti prodotti della lavorazione dei datteri: 32 milioni di tonnellate, tra scarti solidi e acqua contaminata.
E questa non è l’unica nota negativa. Se tutto andrà avanti così, tra 15 anni, il 98% della foresta pluviale indonesiana sarà sparita e con essa tutta la ricca flora e fauna che questa foresta ha ospitato ancor prima dell’apparire della nostra specie sulla faccia del pianeta.
Non sappiamo quale emozioni le susciti l’idea che tutto questo significa che l’unico modo che i suoi nipoti avranno per vedere un orang-utang sarà quello di andare al Museo di Storia Naturale, dove ci sono alcuni esemplari imbalsamati e montati in suggestivi diorami, ma purtroppo per lei e per noi c’è un’altra brutta notizia: contrariamente a quello che si crede, l’uso dell’oliodi palma contribuisce ad un pesante aumento della concentrazione di gas serra.
Tutte queste notizie, se per caso le fossero sfuggite, sono state riportate dalle edizioni on-line del “The New York Times”, della “Associated Press” e del “Guardian”, rispettivamente del 31 gennaio, 27 marzo e 11 aprile del 2007.
E ora, come preannunciato, i dettagli della notizia peggiore: uno studio effettuato da “Wetland International”, pubblicato a novembre dell’anno scorso e giudicato credibile da diversi Istituti di ricerca internazionali, ha stimato che l’uso come combustibile dell’olio prodotto annualmente da un ettaro di palmeto permette di risparmiare circa 10 tonnellate di gas serra. Tuttavia i gas serra che lo stesso ettaro di terreno emette in atmosfera a causa della deforestazione e della progressiva mineralizzazione della sostanza organica accumulatasi nel terreno, sono pari a 70-100 tonnellate all’anno.
Questo significa che, per ogni ettaro di palmeto, i metodi di produzione di olio di palma usati dai governi della Malesia e dell’Indonesia, provocano un aumento netto di almeno 60 tonnellate di gas serra all’anno; pertanto questo bio-carburante non è eco-compatibile e eco-sostenibile e di conseguenza è molto probabile che nel prossimo futuro l’olio di palma non godrà delle generose agevolazioni previste dai certificati verdi.
Al momento, gli organi di stampa citati segnalano che il governo olandese sta seriamente valutando questa opportunità.
E le stesse agenzie hanno comunicato che, in base ai risultati dello studio della “Wetland International”, fin dallo scorso dicembre, la compagnia olandese Essent ha annunciato di rinunciare all’uso dell’olio di palma nelle sue centrali, condividendo tale decisione con la RWE Power, una delle maggiori società elettriche inglesi.
Ci sembra che ci siano tutti gli elementi per consigliare prudenza nell’imbarcarsi in questo affare, dote che certamente non le manca.
In attesa di un suo riscontro, accolga i miei più cordiali saluti
Federico Valerio

Il saponaro



L'altro giorno ho letto a mia mamma, oggi 92 anni e napoletana verace, il brano dal "Viaggio in Italia" in cui Goethe descrive l'attività di raccolta differenziata dell'umido, realizzata "ante litteram" dal popolo napoletano alla fine del 1700.


Nei suoi ricordi, molto più recenti, c'è quella di un singolare figura di ambulante che lei ricorda come il "saponaro".

La mamma ricorda che l' attività di questo personaggio era quella di girare nei paesi e nelle città, per raccogliere stracci, con un interessante forma di baratto.

In cambio degli stracci, il saponaro offriva oggetti a scelta, messi in mostra sul suo carretto, ma anche sapone, da cui il suo nome.

La qualità di una caraffa in vetro, che mia mamma ricorda essere frutto di questi baratti e che ancora oggi fa bella mostra di se nel suo salotto, testimonia il fatto che questo tipo di commercio fosse tutt'altro che povero.

Insomma, grazie all'attività del saponaro, oggetti frutto di svendite o fallimenti trovavano un nuovo padrone; gli stracci (dopo un probabile onorevole uso per vestire tutti i figli, passando dal primogenito ai fratelli minori) diventavano dell'ottima carta e il saponaro da tutto questo giro, guadagnava onestamente la sua giornata.

Il tutto a rifiuti zero, compreso il trasporto del carretto che avveniva o a mano o con l'aiuto di un asinello.

E una ricerca in rete mi ha permesso di aggiornare i ricordi di mia madre.

"Il saponaro (in napoletano sapunaro) è un antica professione presente a Napoli, risalente alla prima metà del XX secolo. Queste figure erano solite passare di casa in casa per raccogliere oggetti di cui la gente voleva disfarsi o vecchia mobilia. In cambio il saponaro rendeva invece di soldi, pezzi di sapone.
Questo detergente era prodotto dai monaci olivetani che erano ospiti del Monastero accanto alla Chiesa di Santa Maria di Oliveto, oggi nota con il nome di Sant’Anna dei Lombardi.

Sant'anna dei Lombardi, Napoli
Il risultato era un prodotto di grande qualità, simile a quello di Marsiglia. Il sapone era molto utilizzato, sia per lavare i panni che per la pulizia del corpo e dei capelli. A quei tempi non esistevano grandi aziende che fabbricavano questo bene e che, quindi concorressero con il saponaro.

Questo mestiere era praticato da chi non era capace di esercitare alcuna arte. Il saponaro, infatti, era solito accettare di tutto, in particolare mappine, vestiti consumati e malandati, scarpe vecchie e oggetti di vario utilizzo.

Da qui nasce il proverbio “ccà ‘e pezze e ‘ccà ‘o sapone” riferito all’equità dello scambio.

Perchè i rifiuti aumentano

Alle immagini delle strade del napoletano inondate di rifiuti si associa spesso l'informazione che la produzione pro capite dei rifiuti degli italiani è in continuo aumento.
Il messaggio sub liminare che viene trasmesso con queste "informazioni" è che la produzione di rifiuti è l'inevitabile conseguenza dello sviluppo e che  solo i termovalorizzatori ci possono salvare dal disastro ambientale.

Ci fosse qualcuno che cercasse di capire seriamente perchè la produzione di rifiuti aumenta!
Personalmente ho una parziale risposta:

 1) La pubblicità indesiderata a domicilio

 2) Gli inserti dei quotidiani.

1) Nella cassetta delle lettere del mio piccolo condominio (tre famiglie) l'addetto alla distribuzione  della pubblicità lascia ogni volta almeno una decina di fogli (poverino anche lui, si vuole sbrigare per guadagnarsi la pagnotta). La pubblicità della COOP, di Unieuro, del Basko, di Eurospin, di Euronics... non ci interessa assolutamente. Il peso di questa pubblicità indesiderata è di 600 grammi alla settimana. Su base annuale fanno 31 chili.

2) Sette numeri di Repubblica, il quotidiano che leggo regolarmente, pesano 1,5 chili. I supplementi settimanali (D come Donna, Venerdì, Affari e Finanza, Medicina e Viaggi) pesano 1,1 chili. Da quando i quotidiani hanno scoperto i supplementi per aumentare i propri spazi pubblicitari sono stato costretto a quasi raddoppiare la mia produzione di rifiuti cartacei.

Su base annua, questa storia dei Supplementi (che ci interessano poco o niente) pesa per altri 57 chili.
Insomma, per quanto mi riguarda, su una produzione famigliare di materiali post ponsumo pari a 300 chili all'anno, inserti e pubblicità a domicilio pesano per 88 chili.

Pertanto, da quando queste due pratiche sono state introdotte, nelle fredde statistiche ufficiali la produzione di rifiuti del mio nucleo famigliare è aumentata del 29%!!

Vi garantisco che il nostro reddito non è aumentato per niente e che anzi il sistema fa aumentare le nostre spese (supplementi a pagamento, aumento delle tasse sui rifiuti).
ps: ovviamente tutti i giornali, i supplementi e la pubblicità sono raccolti in modo differenziato e avviati al riciclo (si spera)!

Comprato il giornale mi sono accorto che la mia stima dell'aumento della produzione dei rifiuti attribuita ai supplementi dei quotidiani era sbagliata in difetto.
La copia de "Il Venerdì di Repubblica" che è venduta insieme al quotidiano, mi è stata consegnata sigillata  in busta di polietilene. Unica funzione di questa confezione, la possibilità di aggiungere altra pubblicità!! (per la cronaca una brochure di Sky).

Quindi, per aumentare i guadagni dell'editore grazie alla  pubblicità, a me tocca ogni settimana produrre  qualche grammo di rifiuto in più.

Che sia il caso di smettere di comprare i giornali?

Per il momento, visto che pago la Tassa Rifiuti in base ai metri quadrati della mia abitazione, l'unica conseguenza certa di questa eroica scelta sarebbe quella di far lievitare il costo dello smaltimento dei pochi chili di materiali post consumo che effettivamente produco e produrrei.

Goethe e la monnezza di Napoli



A partire dal 1786 e fino al 1788, il poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe, intraprende il suo
viaggio in Italia, attraversando tutto il paese, da Trento a Palermo. 

Le città dove si ferma più a lungo sono Roma e Napoli.

Nella sua ricerca non ci sono solo i grandi monumenti del passato e le opere degli artisti italiani del Rinascimento; usi e costumi degli Italiani, così diversi da quelli dei popoli del Nord, attirano la sua attenzione e molte pagine sono dedicate al popolino napoletano, alla sua gaiezza, alla sua gioia di vivere, alla sua arte di arrangiarsi.

 Un brano, in particolare è di singolare attualità e merita di essere citato alla lettera: è la descrizione della folla e dei banchi di frutta e di ortaggi di piazza del Mercato di Napoli.

piazza del Mercato di Napoli di Domenico Gargiulo (1609-1675)

"Napoli, 28 Maggio 1787
.... Un numero rilevantissimo di persone, in parte uomini di mezza età, in parte ancora ragazzi, quasi tutti straccioni , sono occupati a trasportare sugli asini la spazzatura fuori dalla città. La campagna che circonda Napoli è tutta un immenso orto: è un piacere osservare l'incredibile quantità di verdura che vien portata in città tutti giorni di mercato e come l'industria umana riporta poi alla campagna i rimasugli e i rifiuti della cucina, per accelerare lo sviluppo della vegetazione. Dato il gran consumo di legumi, i torsoli e le foglie di cavolfiori, dei broccoli, dei carciofi, dei cavoli dell'insalata, dell'aglio costituiscono una parte notevole della spazzatura della città; e ognuno cerca di raccoglierne quanto più può..... Servi, ragazzi, i padroni stessi vanno e vengono dalla città durante la giornata quanto più possono, e quella è veramente per loro una preziosa miniera.....Mi é stato assicurato che talvolta due di questi individui fanno società, comprano un asino, prendono a fitto da un proprietario più benestante un pezzo di terra, e così, lavorando assiduamente, dato questo clima felice, in cui la vegetazione non si arresta mai, riescono a dare alla loro industria uno sviluppo non indifferente"


Alcune informazioni e osservazioni: la Napoli della fine del 1700 conta cinquecentomila abitanti e, agli occhi di Goethe, Napoli appare una delle città più pulite d'Italia, più di Venezia, Roma e Palermo la cui sporcizia, abbandonata lungo le strade, non sfugge agli occhi del poeta.

Il consumo di verdura degli odierni napoletani è ancora oggi alto, e alta è la loro produzione procapite di umido ( torsoli e foglie di cavolfiori, dei broccoli, dei carciofi, dei cavoli dell'insalata, dell'aglio...) e la campagna che circonda Napoli, nonostante discariche abusive e non, gli stoccaggi di ecoballe, la cementificazione legale e abusiva è ancora un immenso orto.

Sullo stesso argomento:

Il monte di cocci sulle rive del Tevere
Raccolta differenziata dell'urina a Pompei
Toilet a secco nell'antica Roma?
Nell'antica Roma rifiuti a zero per produrre garum.

venerdì 13 gennaio 2012

Decalogo Legno Amico

Mi sembra che sul nostro progetto Legno Amico ci sia un grande interesse. Spero di fare cosa gradita per i lettori di questo Blog pubblicando direttamente il Decalogo, frutto di questa esperienza.
Se avete altri consigli da inserire li riceverò volentieri.
Per gli Amici della Val D'Aveto e per tutti quelli che abitano antiche case ancora riscadate a legna, una avvertenza: per garantire un' efficace dispersione dei fumi, l'uscita del comignolo deve essere più alto di almeno 30 centimetri del colmo del tetto. Se spesso la vostra stufa fa fumo, specialemente nelle giornate ventose, il motivo può essere questo. Prima rimediate all'errore, meglio sarà.


Come far diventare il Legno un  vero Amico.

Quello che segue è un possibile decalogo delle regole che è opportuno seguire per ridurre in modo significativo l’inquinamento che si produce usando la legna come combustibile.

Il nostro consiglio è di seguire tutte queste regole:

  1. E’ obbligatorio dotare ogni locale in cui ci sono fiamme libere di una presa d’aria esterna di adeguata sezione. Questa norma aumenta l’efficienza della combustione, riduce il consumo di legna, garantisce il tiraggio ottimale, evita la formazione di spifferi e di umidità nei muri.

  1. Si devono usare solo caminetti “chiusi” in quanto, rispetto ai modelli “aperti”, garantiscono minor consumi e minor inquinamento.

  1. Le canne fumarie devono essere realizzate a regola d’arte. Sono vietati lunghi tratti orizzontali che provocano la deposizione della fuliggine, un minor tiraggio e il rischio di avvelenamento per ossido di carbonio. Ogni impianto di riscaldamento deve avere la propria canna fumaria, separata dalle altre

  1. Le canne fumarie devono essere pulite alla fine di ogni stagione. Attenzione ai nidi di uccelli e di calabroni

  1. L’abitazione deve essere ben isolata termicamente in tutte le sue componenti (tetto, pareti, pavimenti, finestre). In queste abitazioni  il confort termico si raggiunge più rapidamente e con minor consumo di legna.

  1. L’accensione di stufe e caminetti è la fase più critica per l’inquinamento interno ed esterno. Usare sempre  le buone pratiche di accensione  per garantire fin da subito un buon tiraggio dei fumi e il rapido raggiungimento delle temperature ottimali della stufa o della caldaia.

  1. Non aspettare che la fiamma si sia spenta prima di caricare la stufa con nuova legna. Caricate sempre la stufa al massimo volume possibile, per limitare il numero delle aperture nel corso della giornata.

  1. Usate solo legna ben stagionata e di qualità. E’ vietato l’uso come combustibile di qualunque tipo di rifiuto, in particolare la plastica.

  1. Appena possibile sostituire vecchie stufe e caldaie a legna con nuovi modelli più efficienti, preferibilmente alimentati a pellet o cippato.

  1. Arieggiare a lungo i locali, possibilmente più volte durante la giornata e sempre subito dopo aver accesa la stufa. Finestre con aperture a vasistas vi permettono di arieggiare senza spifferi e senza  eccessive perdite di calore. Tenete presente che numerosi studi  hanno confermato che in montagna e in collina, lontani dal traffico urbano e da aree industriali, l’aria esterna è sempre più pulita di quella dentro alle case.


mercoledì 11 gennaio 2012

Un Posto Verde al Sole

Ieri sera su RAI3, prima  lezione di compostaggio condominiale.
Ha ospitato la lezione "Un Posto al Sole", la telenovela ambientata a Napoli. Tra storie di amori infelici, tradimenti e il dramma di un ragazzino con nonno camorrista, Raffaele, portiere e giardiniere di Palazzo Palladini, ha cominciato a fare compostaggio con l'intero condominio.
Le istruzioni che gli danno i due giovani condomini, più sensibili ad un ambiente pulito, sembrano tratti pari pari dal mio corso di compostaggio.
Se, nelle prossime puntate, Raffaele stupirà il cognato Renato, con la citazione dotta delle pagine di  "Viaggio in Italia" , dove Goethe descrive il lavorio di tanti contadini napoletani che, alla fine del 1700, in tutti i mercati rionali  raccolgono con cura gli scarti di frutta e ortaggi per farne compost da usare nei loro campi, avrò la prova che gli sceneggiatori hanno accolto il mio suggerimento, postato il 23 dicembre 2010.
Ora aspetto che il sindaco De Magistris mi chiami a Napoli per insegnare come si può compostare su un terrazzino del quartieri spagnoli e Radio 3 Scienze mi dia l'opportunità di parlare della analoga esperienza che stiamo realizzando a Genova.
E intanto vi anticipo che ho cominciato la sperimentazione dell'uso di carbonella di legna come strutturante nel compostaggio su piccoli spazi.

domenica 8 gennaio 2012

E la nave va...

Un cargo battente bandiera olandese e' attraccata ai moli del porto di Napoli. E ' una nave particolare in quanto sarà caricata con alcune decine di migliaia di rifiuti urbani prodotti a Napoli che saranno smaltiti dalle parti di Amsterdam. Una tonnellata di questi rifiuti costerà alle nostre casse 140 euro, trasporto e smaltimento incluso. E' un prezzo molto buono, direi un affare per noi, in quanto in Germania l'incenerimento di una tonnellata di rifiuti costa 160 euro. Ovviamente e' una scelta d'emergenza che eviterà che le strade di Napoli si riempiano nuovamente di rifiuti in attesa che le nuove scelte dell' amministrazione napoletana vadano a regime: riduzione, raccolta differenziata porta a porta su tutta la città, compostaggio della frazione organica raccolta in modo differenziato. L' arrivo della nave olandese e' il secondo tassello del piano rifiuti del sindaco Demagistris, insieme all'estensione della raccolta porta a porta al quartiere di Scampia, accolta con grande favore e partecipazione dai cittadini coinvolti. Ce la farà Napoli a diventare la prima città italiana Rifiuti Zero? I napoletani sembrano molto determinati. Il passaggio del presidente ASIA, Raphael Rossi ad altro incarico, dopo solo sei mesi di lavoro, non e' una buona notizia, se il vero motivo di questa sostituzione e' la resistenza del presidente Rossi ad una assunzione clientelare di 23 operai.
Non ci resta che vedere come andrà e sperare nei napoletani giusti.

venerdì 6 gennaio 2012

Legno amico

Piccole soddisfazioni. Il Levante, settimanale del levante ligure, dedica un articolo alle regole d'oro che deve seguire chi si riscalda con la legna e, nell'entroterra ligure, coloro che utilizzano questa fonte di energia rinnovabile, sono in molti.
Le regole per ottenere l' amicizia del legno sono il risultato di uno studio pilota del Servizio di Chimica Ambientale dell IST di Genova, studio realizzato con l Agenzia Regionale dell Energia,in collaborazione con il Centro di educazione ambientale del Parco Dell 'Aveto. Lo studio, che per due inverni consecutivi ha messo sotto controllo dieci famiglie della Val D'Aveto, ha documentato come non seguendo queste regole, la legna da ardere può diventare un problema in quanto bruciata male riempe le case di pericolosi inquinanti. Lo studio ha pero' anche dimostrato che con l'aiuto dell'esperienza dei ricercatori IST, gli specifici errori che minacciano la salute di chi abita le case inquinate si possono trovare ed eliminare.
Sono in Val d'Aveto e proprio ieri mi sono incontrato con il medico di famiglia di Rezzoaglio che, a conoscenza di questi nostri studi mi ha chiesto di verificare se non fosse proprio il fumo di legna la spiegazione di frequenti bronchiti che colpiscono sempre i membri delle stesse famiglie. Ho accettato ben volentieri di effettuare questi controlli, confrontando la qualità. dell' aria nelle case delle famiglie malate e di quella di famiglie sane. Sono certo che sarà l'ennesima dimostrazione che le cause di molte malattie derivano da un ambiente malato e che con l'intelligenza, trovate le cause, si possono guarire gli umani e gli ambienti che gli umani vivono.
In Liguria sono diverse decine di migliaia le persone che si riscaldano con la legna e temo che siano poche a seguire le regole d'oro di Legno Amico. Una capillare campagna di informazione potrebbe risparmiare molte malattie respiratorie e anche qualche tumore. Peccato che i dirigenti regionali ai quali proposi, qualche anno fa, il finanziamento di questo studio mi risposero che ridurre l'esposizione al fumo di legna di chi abita nei nostri Monti era un trascurabile problema di nicchia, loro dovevano occuparsi dell'imminente epidemia di influenza aviaria...

giovedì 5 gennaio 2012

Attestati solidarietà all IST di Genova

Allego un gradito attestato di solidarietà per i ricercatori dell ' IST di Genova che rischiano di veder mortificato il loro operato, in nome di risparmi della Sanita ' Ligure.
La testimonianza e' di alcuni dei tanti comitati che negli ultimo anni hanno ricevuto assistenza tecnica e informazioni scientificamente corrette dall ' IST di Genova.
Per evitare che la grande esperienza acquisita da tanti ricercatori IST si disperda occorre fare una scelta semplice: istituire, nell' ambito del nuovo Soggeto sorto dalla fusione Dell istituto tumori , ospedale San Martino, università,  un dipartimento di ricerca oncologica, con il compito di operare a tutto campo per la ricerca, la prevenzione e la cura del cancro. Nell ' ambito del Dipartimento, un servizio sarà dedicato allo studio multidisciplinare dei tumori di origine ambientale e professionale. Questa organizzazione avrà il solo costo aggiuntivo di un Direttore di dipartimento, ampiamente ripagato dai risparmi per evitate neoplasie 

Ed ecco la nota degli amici dell IST

Per Prof. Federico Valerio

Professore, a lei e suoi colleghi tutta la solidarietà dei comitati Ambiente e Salute di Bagni di Lucca, di  Barga e Coreglia, di Borgo a Mozzano,  di  Diecimo, di Fabbriche di Vallico e di Gallicano.

Che iniziative avete in corso per contrastare la chiusura? Possiamo fare qualcosa?

Dobbiamo riuscire a mantenere in funzione questo laboratorio fondamentale.

 

Per i Comitati della Valle del Serchio

 Nadia Simonini

 


Il Comitato Salute e Ambiente
Cittadini di Barga e di Coreglia

Esprimiamo la nostra più forte solidarietà al Prof. Federico Valerio e aderiamo a qualsiasi forma di lotta che i Comitati della Valle vorranno prendere per rispondere a questo attacco alla salute pubblica.

                                                                                Il Presidente
                                                                             Graziano Venturi


Inviato da iPad

martedì 3 gennaio 2012

Si Fossi Monti...3

E' notizia di oggi che il Governo Monti ha deciso di utilizzare una parte dell'8x1000, che gli Italiani contribuenti avevano devoluto dallo Stato, per acquistare nuovi Canadair.
Non mi sembra una scelta felice per affrontare i tanti problemi che abbiamo.
Un Canadair dell'ultima generazione, il CL 215, costa 20,2 milioni di euro e un'ora di un suo intervento, forse appena sufficente per tenere a bada un piccolo incendio, costa 2.500 euro.
Costa decisamente meno prevenire gli incendi, in particolare convincendo, i pochi contadini veri e i più numerosi contadini finti dei fini settimana, che bruciare rovi e ramaglie non è conveniente ed è pericoloso. Infatti  molti dei nostri boschi vanno in fumo per questa antica abitudine, che dobbiamo lasciarci alle spalle e se l'incauto incendiario per caso è scoperto, va a giudizio in quanto l'incendio colposo è un reato.
Si fossi Monti, avrei devoluto il costo di un solo Canadair all'acquisto di biotrituratori da affidare alla gestione dei comuni di montagna i quali, a loro volta, li avrebbero affittati a costo zero a chi ne avesse fatto richiesta per le ore strettamente necessarie per triturare le loro ramaglie e avviarle al compostaggio.
Un buon biotrituratore semovente costa 2.500 euro e affidarne uno a tutti i 3.295 comuni montani esistenti in Italia costerebbe 8,2 milioni di euro, circa un terzo di un Canadair. Resta abbastanza danaro da dare ai comuni per la manutenzione del mezzo e per pagare, a contratto, un pò di giovani, scelti  tra i volontari antincendio.
A questi sarà affidato  il compito di consegnare il biotrituratore a chi ne fa richiesta e, se necesario, effettuare loro stessi la cippatura delle ramaglie. Gli stessi giovani, opportamente addestrati, potranno convincere i "villici" ad usare il cippato come copertura del terreno per ridurre la crescita di piante selvatiche indesiderate (anch'esse, una volta secche, aumentano il rischio di incendi) e di trasformare il cippato di legno in compost, utile per le loro coltivazioni.
Ogni incendio, così evitato, farà risparmiare un intervento di un Canadair  (altri 2500 euro all'ora) e permetterà un più razionale uso della restante flotta di aerei ed elicotteri antincendio.
Ma perchè Monti e i suoi non ci hanno pensato ? :-)

domenica 1 gennaio 2012

Si fossi Monti 2

Continuo il gioco di ruolo che ipotizza che il Presidente Napolitano, non sapendo a quale Santo affidarsi per tirare fuori dalla "bratta" ( fango, in italiano) gli italiani, nomina uno di noi Presidente del Consiglio in quanto persone serie, di buon senso, con la fedina penale pulita a partire dai bisnonni e , ovviamente, senza conflitti di interesse.
Ecco il mio piano "Sana l'Italia".
In tutte le regioni d'Italia e' istituito un Osservatorio Salute Ambiente (OSA) di cui fanno parte tutte le strutture che si occupano di tutela dell'ambiente e di controlli di salute pubblica. Compito degli OSA e' di approntare un rapporto annuale sullo stato della salute dell' ambiente e di chi abita in quell'ambiente, stimare gli andamenti di entrambi i fenomeni, evidenziare correlazioni tra degrado ambientale e degrado sanitario. Insieme al rapporto, gli OSA forniscono raccomandazioni alle amministrazioni pubbliche regionali con l'obiettivo di ridurre i fattori di rischio per la salute.
Le Regioni che non onorano le raccomandazioni ricevono meno fondi pubblici. Sono invece premiate con deroghe al patto di stabilita' e maggiori fondi, le regioni che potranno dimostrare significativi miglioramenti della qualità del loro ambiente e della salute dei loro cittadini ( minori ricoveri ospedalieri, minor consumo di farmaci..).
A livello nazionale si istituisce un fondo finanziato da lasciti e donazioni di cittadini ed aziende le quali potranno detrarre integralmente le donazioni dalle loro tasse. Il fondo e' utilizzato per far effettuare studi ambientali ed epidemiologici in aree a rischio con l'obiettivo di confermare il degrado ambientale e sanitario, individuarne le cause principali e i rimedi più efficaci. Lo stesso fondo sarà utilizzato per studi atti ad approfondire il rapporto tra qualità ambientale e stato della salute della popolazione
Gli studi sono realizzati dalle ARPA con il coordinamento dell' lStituto Superiore di Sanità e delll' Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova (IST) , alla luce della loro documentata esperienza.
I risparmi per malattie evitate, documentate dagli OSA, saranno investiti per il risanamento di aree a rischio e per aumentare la sicurezza negli ambienti di lavoro.

Ps: il comune di Genova ha già istituito l'OSA Genova di cui l' IST fa parte. Il gestore di questo blog, gia' ricercatore IST, dichiara comunque di non essere in conflitto di interesse in quanto dal 29 gennaio andrà in pensione, ma ovviamente e' disponibile a mettere a disposizione la propria esperienza per collaborare a "sanare l 'Italia" :-)