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mercoledì 23 dicembre 2009

Allarmismi

Vi ricordate il tecnico Giampaolo Giuliani che  pochi giorni prima del sisma dell'Aquila aveva segnalato anomalie nelle emissioni di Radon che avrebbero potuto precedere un terremoto?

Vi ricordate che per questo si era preso delle botte di cretino e che era stato denunciato per procurato allarme?

Come sapete, il terremoto che tutti gli esperti dichiaravano imprevedibile, ci fu veramente,  ma certamente non sapete  (www.corriere.it) che, qualche giorno fa,  il procedimento penale a carico del signor Giuliani è stato archiviato, in quanto il fatto (il procurato allarme) non sussiste.

La norma incriminatrice ( procurato allarme) entra in vigore quando l'allarme sia "inesistente". Correttamente il GIP ha ritenuto che l'aumento delle concentrazioni di RADON riscontrato da Giuliani, almeno per questa area Abbruzzese, possa essere un segnale di imminente terremoto che sarebbe opportuno non ignorare.

A quando il reato di procurata "tranquillizzazione"?


domenica 20 dicembre 2009

Energia Solare Low Cost

20 dicembre 2009.
Dopo una giornata di neve che ha mandato in tilt il traffico di Genova e mi ha costretto ad aspettare oltre un'ora, al freddo e al gelo, la corriera che mi avrebbe riportato a casa, oggi  la giornata è splendida.

E' mattino, e Il Sole  basso, a poche ore dal suo solstizio invernale, entra in profondità in tutta la casa.

E il mare fa da specchio e raddoppia l'energia solare che inonda di luce e calore la casa.

E l'investimento fatto sotto forma di veranda a doppio vetri ad alta efficenza e di termostati ai caloriferiferi, sta rientrando alla grande. Con una temperatura esterna di tre gradi, l'energia solare, in poco tempo, mi ha portato questa camera a 18 gradi e i suoi caloriferi sono regolarmente spenti.
Provate per credere!

domenica 13 dicembre 2009

Energia Sostenibilke

Alcuni ricercatori dell'Università di Standford non hanno dubbi, tutta l'umanità entro il 2030 potrebbero attingere tutta l'energia di cui abbiamo bisogno per produrre elettricità e per muovere merci e persone grazie all'energia eolica, all'energia solare, all'energia geotermica e all'energia ricavata dalle onde e dalle maree.

La sintesi del loro studio è pubblicato sul numero di Dicembre delle Scienze, in edicola e merita una lettura.

Informazioni più interessanti vengono  da un precedente studio dagli stessi autori,  pubblicato nel 2009 su Energy and Environmental Science  e scaricabile da Internet.

Questo studio boccia il nucleare, la cattura dell'anidride carbonica dalla combustione del carbone  e il bioetanolo in quanto inefficaci a ridurre l'emissione di gas serra rispetto alle fonti di energia rinnovabile promosse.

In base agli studi dei ricercatori di Standford, il nucleare emette 25 volte più anidride carbonica dell'eolico se, come si deve fare, si considera il consumo di energia e l'inquinamento prodotto per la costruzione del reattore, la raffinazione, l'arricchimento e il trasporto dell'uranio; senza dimenticare i costi ambientali della dismissione e del trattamento e stoccaggio dei rifiuti radioattivi.

E la tecnologia di cattura e di sequestro del carbonio, riduce le emissioni di CO2 delle centrali a carbone ( il carbone pulito) ma aumenta l'inquinamento dell'aria e amplifica gli effetti nocivi della estrazione, trasporto, e lavorazione del carbone perchè se ne deve bruciare di più per alimentare le fasi di cattura e di stoccaggio dell'anidride carbonica.

Questa rivoluzione richiede, nei prossimi 20 anni la costruzione di 3,8 milioni di grandi turbine eoliche e 89.000 impianti solari fotovoltaici e a concentrazione da 300 megawatt ciascuno.

Potrebbe sembrare uno scenario impossibile, ma quest'idea è un pò meno folle se si pensa che ogni anno nel mondo si producono 73 milioni di autovetture e camion!

lunedì 30 novembre 2009

Compostiera Fai da Te


6 concorrentecompostieraFDTEcco il sesto concorrente di COMPOSTIERA FAIDATE.

Segue una dettagliata descrizione e diverse foto di particolari.

L’idea: L’utilizzo del vaso di coccio è nato nel 2003 da una conversazione con un amico agronomo-giardiniere sulla necessità di crescere i ciclamini in vasi traspirabili, e quindi non di plastica.

Da questa utile informazione associata al fatto che il coccio ha l’ulteriore pregio di essere un materiale naturale anche bello a vedersi, è nata l’idea di sperimentare una compostiera in un vaso da giardino.

Il filtro: Il filtro è realizzato con due sottovasi di plastica bucherellati (progetto di un amico) sistemati uno sull’altro, con il superiore, più piccolo e capovolto nel sottostante. Tra i due sotto vasi, per effettuare la funzione di filtraggio dei gas c’è del terriccio, segatura e carta. Il tutto è sistemato tra due veli di retina da confetti, onde evitare l’entrata di animali dai buchi. Ho fatto anche un’esperienza con un filtro fatto con due sotto vasi di coccio, con quello più piccolo sotto-sopra in quello più grande, ma la compostiera sembrava accumulare troppa acqua. Ho pensato che forse i sotto vasi di coccio fossero pennellati di qualche sostanza impermeabilizzante, visto che devono trattenere l’acqua, e senza far nuovi tentativi sono tornata al modello precedente. Sarebbe interessante verificare se la supposizione fatta fosse vera oppure no.

l drenaggio: All’interno del vaso, quasi sul fondo, ho sistemato un sottovaso di plastica con tanti piccoli fori onde permettere il drenaggio dei liquidi e favorire l’areazione del contenitore, ma senza far uscire i materiali solidi da compostare. Per drenare meglio i liquidi, sul sottovaso forato ho posto dei sassi, ma avvolti in retine della frutta, per tenerli insieme ed evitare il loro spostamento nei ripetuti mescolamenti che si effettuano per l’ossigenazione del materiale da compostare.

Il vaso, chiuso dal filtro e sovrastato da un sottovaso capovolto per impedire l’entrata di acqua piovana, è sistemato su un’altro sotto vaso, su tappi di sughero tagliati a metà per rialzarlo e permettere la circolazione di aria.

Il funzionamento: Pur non sminuzzando molto il materiale organico, in estate il materiale si composta in un paio di mesi. In inverno invece il tempo necessario è molto di più, e per tre persone le due compostiere in foto non sono sufficienti per mantenere un buon ritmo di compostaggio (si sta infatti procedendo alla costruzione di una compostiera ancor più grande). Nelle compostiere in foto infatti ci si mette tutto, anche noccioli, semi e gusci di noci e castagne che, solitamente poi, non compostati, si separano in fase di setacciatura insieme a moltissime etichette (bollini) di mele. Noccioli e gusci si recuperano per l’avvio del nuovo compostaggio.

martedì 24 novembre 2009

Ricerca Fresca di Giornata

Fumare in locali fumosi è pericoloso ?

Ormai è un dato  certo:  non è salutare condividere locali chiusi con persone che fumano.

Quindi per il coniuge, per i propri figli, per i colleghi d’ufficio, per gli inservienti dei bar,  subire il cosiddetto fumo passivo aumenta i rischi per numerose malattie, compreso il cancro polmonare.

Ma per un fumatore, fa differenza fumare all’aperto o in ambienti chiusi, compresa la propria abitazione?

In altre parole, ai fumatori, il proprio fumo passivo, fa male?

Fino ad ieri nessuno si era posta la domanda di come cambia l’esposizione a cancerogeni di un fumatore se, oltre ai cancerogeni presenti nelle sigarette che fuma, lo stesso fumatore inala i fumi con cui sta  impestando la stanza che frequenta.

Questa curiosità è venuta ai ricercatori del Servizio di Chimica Ambientale dell’Istituto Tumori di Genova che avevano sottomano un gruppo di soggetti che si prestava bene allo scopo: trenta edicolanti di cui, per un’intero giorno,  era stata misurata l’esposizione a benzopirene, un cancerogeno presente in tutti i fumi, compreso quello delle sigarette.

Questi lavoratori per dodici ore al giorno stanno chiusi in piccoli locali, le loro edicole,  e finito il lavoro, c’è solo il tempo di andare a casa a riposare.

Pertanto, se un edicolante è fumatore, fuma sempre in ambienti chiusi, poco ventilati: la sua edicola e la sua abitazione;  e sul lavoro, fuma sempre da solo.

Pertanto lo studio dell’IST, con opportune misure effettuati con campionatori personali, letteralmente indossati tutto il giorno, ha potuto quantificare con sufficiente accuratezza e senza particolari interferenze, quanto benzopirene ogni edicolante fumatore aveva inalato a causa dell’inquinamento prodotto con il proprio fumo.

Questo dato è stato confrontato con l’esposizione desunta dal numero di sigarette fumate e dal contenuto di benzopirene  nel loro fumo, derivata da studi sulle principali marche di sigarette.

I risultati, pubblicati in questi giorni dalla Rivista “ Environmental Health”, hanno permesso di stimare che sulla dose giornaliera di benzopirene, complessivamente inalato da un edicolante fumatore, il fumo passivo pesa da 15 al 34 % , a seconda del tipo di sigarette.

Questo significa che un fumatore esposto al proprio fumo passivo,  di fatto,  è come se fumasse due sigarette e mezze in più, rispetto a quelle effettivamente fumate.

E lo studio ha permesso di stimare anche il ruolo dell’inquinamento urbano, aspetto non secondario per chi, come gli edicolanti,  lavora a lungo a pochi metri di distanza dai tubi di scappamento.

In questo caso,  la quantità di cancerogeni inalati giornalmente, a causa dell’inquinamento della città,  è risultato equivalere  a quello provocato dal fumo di una singola  sigaretta.

In conclusione, lo studio IST ha dimostrato che l’esposizione di fumatori al proprio fumo passivo e all'inquinamento urbano non è trascurabile e quindi la somma di entrambi potrebbe aggravare i danni della loro cattiva abitudine.

Pertanto,  dati IST alla mano, oggi  si può affermare che il divieto di fumo in tutti i locali  è doppiamente utile: questa norma  tutela i cittadini non fumatori, ma anche i fumatori che, rispettando questa norma,  corrono meno rischi per la loro salute....,  a meno  che non prendano freddo, mentre fumano all’aperto.

lunedì 23 novembre 2009

Meno Rifiuti Per tutti

Siamo nella settimana mondiale per la riduzione dei rifiuti.

Il mio contributo a questo evento è la riproposta delle sedici semplici regole che possono da subito ridurre sensibilmente la produzione dei nostri rifiuti.  Queste regole sono state tratte dalla 4^ edizione dei Corsi di Compostaggio domestico a cura di Italia Nostra. Scegliete almeno uno di questi consigli  e seguitelo regolarmente. Fara bene a voi, al vostro portafoglio  e al Pianeta.

COME DIMINUIRE LA PRODUZIONE DI MATERIALI POST CONSUMO

Diminuire la produzione di rifiuti è possibile. Se state facendo compostaggio domestico, siete la prova vivente di questo fatto. Ogni anno, da quando avete cominciato a compostare, nella vostra pattumiera non vanno più circa 50 chili di “umido” per ogni componente della vostra famiglia.

Per chi non fa ancora compostaggio domestico ecco qualche altro consiglio per produrre meno rifiuti; se li seguirete contribuirete ad abbassare il Prodotto Interno Lordo, ma migliorete il vostro ambiente e il vostro bilancio famigliare.

1)    Nei vostri acquisti evitate il più possibile prodotti “usa e getta”.

2)    Al ristorante chiedete vino sfuso della casa e non vergognatevi a chiedere che il ristorante confezioni vino e cibo avanzato per portarvelo a casa

3)    Evitate i “fast food”, almeno fino a quando non useranno più bicchieri e stoviglie “usa e getta”.

4)    Preferite birra e bevande gasate alla spina.

5)    Comprate frutta, verdura, salumi e formaggi, nei mercati rionali; è certamente merce più fresca e con meno imballaggi da pagare.

6)    Fate la spesa portandovi dietro delle belle e robuste borse di tela, meglio con maniglie lunghe, per caricarsele più facilmente sulle spalle quando sono piene.

7)    Preferite i gelati artigianali nel cono di cialda. Al momento è l’unico imballaggio che si può mangiare.

8)    Verificate se nella vostra città ci sono distributori di latte crudo alla spina: costa meno e riempiendo una vostra bottiglia di vetro, eviterete centinaia di bottiglie di plastica all’anno. Idem per i didstributori alla spina di detersivi

9)    Se la pubblicità a domicilio vi da fastidio, sulla cassetta delle lettere mettete il seguente cartello: in questa casa non è gradita la pubblicità.

10)  Per la vostra stampante, usate toner e cartucce d’inchiostri ricaricabili.

11)  Se vi piacciono molto i fritti, imparate a trasformare l’olio usato in saponette profumate; su internet troverete tutte le istruzioni: http://www. ilmiosapone.it/

12)  Produrre meno rifiuti, potrebbe essere una buona scusa per smettere di fumare: pensate a quante cicche e a quanti pacchetti vuoti state producendo se siete fumatori. Lo stesso consiglio vale per i super alcolici.

13)  Scoprire quanta è buona ed igienicamente controllata l’acqua del vostro rubinetto. L’uso di un decanter per vini, vi aiuterà ad eliminare eventuali residui di cloro.

14)  Imparate a frequentare i mercatini dell’usato. Troverete oggetti utili per voi e nuovi padroni per molte cose diventate per voi inutili.

15)  Imparate ad autoprodurre yogurt, marmellate, salse di pomodoro.

16) Imparate nuove e gustose ricette con gli avanzi di cibo. Ecco due siti interessanti: http://www.theitaliantaste.com/italian-cooking/avanzi/avanzi_index_ita.shtml; http://casa.alice.it/extra/085/avanzi2.html

venerdì 20 novembre 2009

Malaria e Belle Pagelle

Allego un articolo di presentazione di una iniziativa del mio Istituto per avvicinare i giovani alla Chimica Ambientale. Può essere una buona notizia che abbiamo riempito l'aula magna con oltre 250 ragazzi delle scuole genovesi

Buona lettura.



Diversi studi stanno verificando che l’inquinamento atmosferico potrebbe avere un ruolo non trascurabile sulle capacità intellettive delle popolazioni esposte, in particolari i più giovani.

 

Un recentissimo studio pubblicato su Pediatrics, la rivista ufficiale dei pediatri americani, ha voluto verificare se l’esposizione della madre ad inquinamento, durante la gravidanza, potesse avere conseguenze sullo sviluppo intellettivo dei figli.

 

Lo studio, condotto su 250 bambini di New York,  ha dimostrato livelli di prestazioni intellettive significativamente più bassi,  nei bambini le cui madri, durante la gravidanza,  erano state esposte ad alti livelli di inquinamento da idrocarburi policiclici aromatici, inquinanti presenti nelle emissioni di autoveicoli, nel fumo di sigarette, in numerosi processi industriali.

 

Questa differenza è stata trovata quando la concentrazione media di idrocarburi, nell’aria respirata dalle mamme, era superiore a 2,3  nanogrammi per metro cubo.

 

Una conferma di questo studio la si potrebbe trovare a Genova Cornigliano, mettendo a confronto le prestazioni scolastiche dei bambini nati in questo quartiere dopo il 2002,  con quelle dei loro coetanei dei decenni precedenti. Se gli attuali bambini di Cornigliano risultassero più svegli ed intelligenti,  il motivo potrebbe essere che le loro mamme, grazie alla chiusura della cokeria,  hanno respirato meno di un  nanogrammo di IPA per metro cubo d’aria, mentre le mamme che abitavano questo stesso quartiere, durante gli anni in cui l’ acciaieria sotto casa funzionava a pieno regime, di IPA ne respiravano ben più di 30 nanogrammi per metro cubo.

 

Una volta diventati adulti, oltre ai policiclici aromatici,  altri inquinanti potrebbero alterare le nostre capacità intellettive e, da quanto risulta da uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato quest’anno su Neurotoxicology , è  l’ozono che potrebbe accelerare l’invecchiamento del nostro cervello.

 

Lo studio stima che,  ogni 20 microgrammi di ozono in più in ogni metro cubo d’aria che respiriamo, il nostro cervello invecchia di 3-5 anni.

 

Poiché a Genova, dal 1999 al 2002 siamo passati da 81 a 51 microgrammi di ozono, con un netto miglioramento anche nei confronti di questo inquinante, l’invecchiamento dei nostri cervelli dovrebbe essere, quanto meno, rallentato.

 

E ancora una volta il beneficio maggiore, in termini di intelligenza, dovrebbe vedersi nelle nuove generazioni che, rispetto ai loro coetanei del  “boom” economico, grazie alle benzine “verdi”, respirano anche meno piombo, un altro pericoloso inquinante neurotossico.

 
E quanto siano intelligenti e capaci i giovani studenti genovesi lo si vedrà il 1 dicembre, nel corso del seminario organizzato dall’IST, a cui sono state invitate le scuole genovesi . Nel corso della mattinata, presso l’auditorium del centro congressi IST, i ragazzi potranno seguire una esclusiva lezione di Chimica e Epidemiologia Ambientale; i ricercatori dell’IST, sveleranno i trucchi del loro mestiere per identificare gli inquinatori, per impostare le strategie antinquinamento più efficaci, per rendere partecipi gli studenti al monitoraggio dell’aria che respirano, per capire quali effetti l’inquinamento possa avere  sulla nostra salute.

domenica 8 novembre 2009

Regolamento concorso Compostiere Fai da Te

Regolamento concorso Compostiere Fai Da te
Visto il grande interesse per il concorso "COMPOSTIERE FAI DA TE (FDT)"  vi ridò le regole per la partecipazione.

Inviate al massimo quattro immagini (formato JEPG) della vostra compostiera, al seguente indirizzo



federico.valerio@fastwebnet.it



Le foto devono poter documentare i particolari della compostiera che giudicate più interessanti .


Alle foto allegate una breve descrizione tecnica su: materiali scelti, come li avete assemblati, pregi della vostra creatura...

Annotazioni sulle prestazioni (durata del compostaggio, qualità del compost prodotto, impatto ambientale evitato) sono gradite.

Tutte le schede ricevute saranno pubblicate nel blog nella rubrica ( tag) "compostiere fdt". E le migliori realizzazioni, ad insindacabile giudizio dell'apposita giuria :-), saranno pubblicate sul mio sito e pubblicizzate in rete.

Il concorso si chiude il 31 dicembre 2009, data ultima, entro la quale dovranno essere inviate foto e schede che parteciperanno alla selezione finale.Questo bando è aperto a consigli e proposte dei lettori. Ovviamente, è gradita la sua diffusione nella rete e con il passa parola.

E ora buon lavoro e ...buon compostaggio

Le Biomasse che mi Piacciono

Per non offrire il fianco alla facile accusa di essere sempre contro a tutto, mi piace dare qualche informazione su un impianto di teleriscaldamento a biomasse che mi sembra realizzato con equilibrio e intelligenza. Siamo in Germania , nel Baden-Wurtenberg, nel piccolo centro di Tettnang che ospita l'antica chiesa di San Gallo.

Quattro edifici , afferenti al centro parrochiale, compreso oratorio, casa del parroco e casa del sagrestano, dovevano sostituire i loro quattro vecchi impianti di riscaldamento a gas. Per volontà del parroco, il nuovo impianto doveva avere un minore impatto ambientale e costi di gestione più contenuti.

La soluzione è stata una mini rete di teleriscaldamento ed un unico impianto integrato per il riscaldamento,  formato da una caldaia a pellet da 160 kW, in grado di fornire il calore di base, una caldaia a gas (150 kW) per coprire le punte della domanda di calore nelle giornate più fredde e 40 metri quadrati di pannelli solari, in grado di coprire, in estate, tutta la domanda di acqua calda per usi sanitari.

La caldaia a biomasse consuma ogni anno 65 tonnellate di pellet, stoccato in un apposito locale ricavato sotto il parcheggio della parrocchia e dopo il primo anno di funzionamento si è potuto verificare che il nuovo impianto comporta  un risparmio annuale di 10.000 € rispetto alla passata gestione, con quattro diverse caldaie a gas.


Il risparmio è dovuto anche ad un minor consumo energetico (40.000 kWh all'anno).

Nella documentazione acquisibile su internet, mancano le informazioni sulle emissioni inquinanti prima e dopo l'intervento e su come sono gestite le ceneri. Sarebbe utile avere queste informazioni  per valutare in modo più completo l'impatto di questa scelta, rispetto alla soluzione precedente.

Comunque è da sottolineare che il progetto è stato pensato unicamente per soddisfare al meglio l'inderogabile richiesta di calore invernale e non per la fame di certificati verdi  regalati all'elettricità prodotta da fonti rinnovabili.

giovedì 5 novembre 2009

Salvate il Contadino Tony

Una frequente scusa per realizzare centrali termoelettriche alimentate a biomasse è che, senza questi interventi, l'agricoltura italiana chiude.

Il problema è serio: produrre un quintale di grano, al contadino,  in termini di gasolio, concimi, pesticidi, costa più del valore di mercato di questo prodotto; riesce a tirar avanti solo grazie a diverse sovvenzioni publiche e, capite bene, questa non sembra una grande soluzione.

Ma pensare di risolvere il problema, bruciando il grano,  per produrre energia elettrica è un rimedio peggiore del male che si vorrebbe curare.

Se proprio dobbiamo sostenere il lavoro dei contadini (e personalmente penso che sia conveniente farlo), facciamolo per scelte che siano di comune vantaggio.

Ad esempio, la paglia e le stoppie, invece di essere bruciate (con acquisizione,  a vantaggio del "bruciatore"  dei certificati verdi), incentiviamo i contadini a sotterrarle, come hanno sempre fatto. Questa antica tecnica, che si chiama sovescio, restituisce fertilità al terreno e, come mi hanno raccontato i contadini della Val D'orcia, è una vera panacea per i loro terreni argillosi: dopo il sovescio, le lavorazioni sono più facili ( meno gasolio per il trattore) , aumenta la capacità del terreno di assorbimento dell'acqua (meno acqua da pompare) , sono necessari meno concimi chimici e questi restano nel terreno e nel grano e non vanno ad inquinare le falde, come succede se il sovescio non viene praticato.

In sintesi, con il sovescio ci sono meno spese  per il contadino, minore consumo di energia, minore inquinamento: vantaggi individuali e colletivi che non è certo il caso di buttare in un mega-forno.

Sotterare gli scarti del grano e del gran turco ha un altro vantaggio collettivo, immagazzina nel terreno grandi quantità di carbonio e se, come è corretto fare, questa pratica è ripetuta anno dopo anno, una grande quantità di carbonio  resta stabilmente intrappolata nel terreno e non contribuisce all'aumento della concentrazione dei gas serra.

Per questo, sarebbe utile e doveroso riconoscere ai contadini che fanno il sovescio ed utilizzano compost per  i loro terreni, di poter accedere, come proprietario, al mercato dei crediti di carbonio, mercato previsto dagli accordi di Kioto.

Per ogni quintale di stoppie che metti nel terreno ti vengono riconosciuti tot euro di Crediti di carbonio che puoi vendere a chi si ostina a produrre energia bruciando combustibili fossili.

Questo mercato già esiste, ma mi par di capire che sia in voga il detto " Al contadin non far sapere..."

Ora chi vuole e può sa.

 Coraggio, contadini  di tutto il mondo unitevi!....

martedì 3 novembre 2009

Biomass Buster 3

Tutte le centrali a biomasse con cui ho avuto a che fare ( ad oggi,  una decina) hanno una caratteristica in comune: le loro emissioni, ovviamente rispettose dei limiti che la legge prevede per le emissioni industriali, peggioreranno la qualità dell'aria dei territori che dovrebbero ospitarli.

Non è un problema da poco.

La direttiva 2008/50/CE del parlamento Europeo ( 21 maggio 2008) ,  relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa,  al punto 2)  recita: " E' opportuno evitare, prevenire o ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici  nocivi " e al punto 9) ribadisce il concetto " Lo stato di qualità dell'aria dovrebbe essere mantenuto, se già buono, o migliorato".

L'uso del condizionale ci fa pensare che i nostri parlamentari europei ci sono andati cauti, ma che una buona qualità dell'aria sia mantenuta tale, se si ha la rara fortuna di averla e se non è obbligatorio fare altrimenti è, perlomeno,  una norma di buon senso.

Questo buon senso, a mia conoscenza, l'hanno avuta alcuni sindaci, che al contrario di quelli citati nei precedenti post Biomass buster, hanno fatto prevalere su interessi privati, gli interessi della  tutela della salute dei loro concittadini.

Questi sindaci , e mi piace citare il primo cittadinio di Pontinia (Latina) e di Castegnole delle Lanze ( Asti) , hanno detto no a progetti di centrali a biomasse i cui effetti sarebbero stati quelli di portare inquinamento in zone rurali e in aree in cui la produzione agricola di qualità e l'agriturismo sono la nuova sfida allo sviluppo agricolo.

E questa scelta non è certo stata facile: il Sindaco di Pontinia, ad esempio,  si è visto recapitare una richiesta milionaria di danni,  da parte degli avvocati dell'azienda che voleva realizzare sul suo territorio una centrale a biomasse.

Ho avuto il piacere di poter aiutare entrambi, con un parere del mio istituto sui problemi ambientali creati da questi impianti; è un piacere più grande lo ho avuto quando ho appreso  dai Sindaci che questo parere è stato utile e in alcuni casi decisivo .

Carte alla mano, ad oggi, abbiamo vinto: il Tribunale Amministrativo ha riconosciuto ad entrambi i Sindaci citati non solo la possibilità, ma addirittura l'obbligo di intervenire con un parere negativo alla realizzazione di un opera giudicata oggettivamente "inutile" e con effettivi certamente peggiorativi della qualità dell'aria dei propri concittadini ( tutti: sia quelli che hanno eletto il sindaco, come pure quelli che non lo hanno eletto o che si sono astenuti).

lunedì 2 novembre 2009

4° concorrente Compostiere Fai Da Te

4° Concorrente Compostiera fai da te
4° Concorrente


Commento dell'autore, che presenta due diverse compostiere, entrambe in concorso: 
Questa compostiera nasce per risolvere i due più grandi problemi della precedente: il prelievo dell'humus e la tendenza a  mantenere troppo umido il materiale.

Stesso tipo di bidone, recuperato da una ditta di sott'aceti; gli ho tolto il fondo e praticato dei fori da 20 mm  vicino alla base, ho poi capovolto il contenitore sopra tre blocchi di tufo (nella foto si vede dell'erba tra i blocchi; l'ho sistemata là per caricare la prima volta la compostiera, in modo che fungesse da "tappo"poi , in seguito, il materiale da compostare rimane su da solo) e ho iniziato a riempirlo: la forma ad imbuto della zona inferiore della compostiera fa si che il materiale in via di compostaggio resti all'interno della compostiera, mentre solo il compost maturo  esce all'esterno, compost  che raccolgo ogni tanto con una palettina, senza alcuna difficoltà.L'effetto camino,  creato dai fori più grandi  nella zona superiore, è sorprendente e la massa messa a compostare, non deve essere rimescolata. Attivata questa seconda compostiera ho ottenuto compost maturo gia dopo 5-6 settimane; successivamente,  ogni giorno, ne
raccolgo un mezzo secchiello e la produzione è pressochè doppia rispetto all'altro composter.
Mio commento: non escludo che il colore nero del contenitore lo trasformi in un collettore solare; questo facilita il mantenimento di alte temperature all'interno della compostiera grazie all'apporto del calore sviluppato dall'energia solare assorbita,  che si aggiunge al calore sviluppato dall'attività microbica.

Una elevata temperatura interna, (sarebbe interessante misurarla con una sonda e termometro elettronico) accelera il compostaggio, evita l'eccessiva umidità interna e facilita l'effetto camino, ovvero il flusso di aria calda (più leggera) dal  basso verso l'alto, il quale, a sua volta, aumenta la disponibilità di ossigeno ai microorganismi compostatori, senza necessità di rimescolamento.


domenica 1 novembre 2009

Compostiera FDT 5° Concorrente (Fuori Gara)

DSC01507DSC01508Fuori gara, presento la mia attuale compostiera da poggiolo. Come potete vedere è fatta da tre vasi di coccio  ( di cui due impilabili) con coperchio, anch'esso in coccio, per evitare che il vento li porti via. Questa soluzione, dal punto di vista estetico, è decisamente migliore di bidoncini e compostiere in plastica. Ogni contenitore contiene scarti di cucina, ad un diverso grado di compostaggio. Con l'aiuto di una paletta, periodicamente gli scarti sono fatti passare da un contenitore all'altro, e dopo circa 50 giorni, il compostaggio è completo.

L'unico incoveniente di questo sistema è il periodico travaso ( ogni 15 giorni) che comporta un altrettato periodico lavaggio del balcone :-).

Le dettagliate istruzioni per l''uso si possono trovare nei media di questo Blog.

Ricordo a tutti che la gare per la migliore compostiera fai da te è ancora aperta e che nella rubrica (Tag)   "compostiere fdt" trovere le notizie degli altri concorrenti.


venerdì 30 ottobre 2009

BioBuster 2

gallinaIl 23 ottobre, teatro della mia attività di Bio-mass Buster è stata la Val d'Orcia.

Nel comune di Castiglione D'Orcia, in località  Gallina, per risolvere i problemi economici dei locali produttori di grano, il capannone dove si dovevano stoccare le granaglie ( vuoto) è stata data in affitto alla Sorgenya Bioenergy che vi ha realizzato un impianto di gasificazione alimentato a granaglie e/o a paglia ( sul combustibile vero non esistono certezze). Il gas prodotto, una miscela di ossido di carbonio e metano, e altre molecole organiche non meglio precisate, servirà ad alimentare un motore a combustione interna, il quale a sua volta produrrà elettricità per un megawatt di potenza elettrica.

A quanto dicono i cittadini, in particolari quelli che, in base alla foto allegata ,abitano ad uno sputo dall'impianto, ( i capannoni sulla destra) nessuno si è degnato di informarli.

Da queste parti il governo è saldamente in mano PD, ma il rapporto con il cittadino suddito non è diverso dalle regioni  leghiste,  anzi è peggio di quanto sperimentato a Sanguinetto. Qui, in Val D'orcia, non solo il Sindaco non si fa vedere, ma tutta la Giunta Comunale e quella Provinciale, sul Corriere di Siena, fanno sapere che non parteciperanno all'incontro,   a cui,  oltre me , è stato invitato il prof Tamino.

Motivo del diniego. " in un paese "normale" la fiducia deve essere riposta sulle istituzioni preposte alla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini e non su soggetti che esprimono considerazioni frutto di opinioni personali più o meno interessate che creano allarmismo ingiustificato e terrorismo psicologico utilizzando argomenti che non corrispondono assolutamente ai contenuti del progetto"

Per corretta informazione, il progetto, come è stato presentato, ignorava qualunque formazione di diossine e policiclicli aromatici a seguito della pirolisi e della combustione del gas di sintesi e in base a queste considerazioni , proponeva che ceneri e acque di condensa, formate a seguito della pirolisi,  fossero usate come fertlizzanti a scopo agricolo.

Non vi nascondo che queste lacune e queste scelte mi hanno lasciato molto perplesso, perplessità che, documentate scientificamente, sono state comunicate ai partecipanti e ho avuto il piacere di scoprire che erano esattamente le stesse perplessità del rappresentante ARPAL che, con sorpresa di tutti, non solo era presente, ma ha fatto sapere per la prima volta che la sua agenzia  ( Agenzia regionale Protezione Ambiente Toscana) aveva fatto nuove e pesanti prescrizione alla ditta, tra cui il monitoraggio delle diossine e il divieto di usare gli scarti liquidi per la concimazione.

Se qualcuno aveva pensato che la campagna di stampa contro chi aveva organizzato il convegno avrebbe mandato deserto l'incontro si è sbagliato clamorosamente; sala piena e genti in piedi fino alle due di notte.

E verso mezzanotte , compare il vicesindaco: qualcuna pensa che sia stato tirato giù dal letto, vista la grande adesione di popolo alla serata di libera informazione.

lunedì, 26 ottobre 2009

Biomass buster
I lettori più fedeli e pazienti di questo blog si saranno accorti che, da qualche tempo  non è stato aggiornato con la consueta frequenza.

Non so se vi siete preoccupati, ma il motivo di questa assenza è che negli ultimi 15-20 giorni sono stato impegnato nell'inedito compito di "Biomass Buster", un nuovo mestiere, quello di demolire, una per una, grazie alla documentazione sui loro impatti ambientali, le tante proposte di centrali a biomasse che stanno sorgendo come funghi in tutto il Paese.

E così, per rispondere agli appelli accorati di tanti comitati spontanei, sono andato su e giù per l'italia.

Il primo intervento di "demolizione" è avvenuto la sera del 18 ottobre a Sanguinetto, gradevole cittadina in provincia di Verona.

Qui, all'insaputa di molti, la giunta appena insediata, a maggioranza Lega, ha dato il consenso di massima ad una mega centrale alimentata a paglia e a stroppi di granturco.

Sala piena, molta attesa, ma come quasi ovunque, il Sindaco è latitante; comunque, in prima fila c'è il vicesindaco che, con sorpresa, annuisce positivamente ad ogni osservazione critica che faccio al progetto che anche lui ha approvato.

Dopo un pò capisco che, se non è un tic, è un atteggiamento di sufficenza per quello che dico.

Tra le tante cose che la sera del 18 la gente di Sanguinetto si è sentita dire per la prima volta,  quella della truffa dei certificati verdi sembra funzionare e ,visto che gran parte dei presenti deve aver dato il suo voto al partito che garantisce sicurezza e niente mani nelle tasche del popolo italico, li consiglio di sentire direttamente Maroni e Tremonti per liberare tutti gli italiani dalla tassa del 7% sulla bolletta della luce che serve a foraggiare questi ed altri impianti ad energia erroneamente ritenuti rinnovabili.

Dal silenzio calato in sala quando ho fatto questa proposta, ho avuto la sensazione di aver colpito giusto.

Comunque il vice sindaco , occorre riconoscerglielo, si è preparato e al momento delle domande pensa di mettermi in difficoltà chiedendomi se so che in inghilterra è stata inaugurata la più grande centrale termoelettrica a biomasse.

Non m i scompongo di una virgola ( lo sapevo)  e gli chiedo se sul notiziario ANSA che mi ha letto, si capisce da dove viene il legno che sarà bruciato. Imbarazzato,  prova ad indovinare " Dalla produzione locale", " Mi dispiace- replico-" da navi provenienti dai indonesia, carichi dei resti della locale foresta pluviale, abbattuta per far posto alle palme da olio"

E a questo punto ci vado giù un pò duro, vedo che vacilla, e lo grazio di ulteriori informazione, anche perchè nel frattempo mia moglie che mi accompagna con pazienza in queste aìvventure, dalla platea, mi fa ampi cenni "Basta così".

E arriviamo all'una di notte, con gran parte del pubblico ancora presente e a questo punto assistiamo ad un incredibile colpo di teatro.

Appena tacciato di assenza da un rappresentante dell'opposizione ( di destra!) arriva l'assessore all'ambiente e con sorpresa di tutti legge in pubblico le sue dimissioni!

In sintesi, accusa la sua Giunta di averlo tenuto all'oscuro di questa scelta, di aver volutatemente approvata la convenzione approfittando della sua assenza ( licenza per matrimonio), ricorda  che nel programma elettorale della Lega non c'era nessun accenno all'impianto a biomasse e che chi lo aveva eletto lo aveva fatto per tutelare  i loro interessi e non quelli di qualche congrega di affaristi.

Una cosa del genere non mi era ancora successo e ho applaudito anch'io, mentre, fatta la dichiarazione, l'ormai ex assessore si allontanava , visibilmente provato.

E nel prossimo blog la cronistoria dalla Val d'Orcia, secondo appuntamento del "biomass buster".

Ne leggerete delle belle.

mercoledì 30 settembre 2009

Concorso Compostiere Fai Da Te

Compostiera FAI-DA_TEPropongo  un grande concorso internazionale: " COMPOSTIERE FAI DA TE".

Tutti coloro che si sono fatti una compostiera sono invitati ad inviarmi una foto della loro creatura, con una breve descrizione tecnica di come si è proceduto alla realizzazione.

La prima "nomination" è la compostiera realizzata da Anna e Antonio che, con sapienza, hanno assemblato quattro vecchie persiane alla genovese, altrimenti destinate ad essere "termovalorizzate".

Le migliori realizzazione  classificate per categoria ( la meno cara, la più geniale, la più piccola...), avranno il premio di una pubblicazione nella "RETE".
Segue la descrizione tecnica degli autori della prima presentazione.

Come è stata realizzata. Con vecchie imposte trovate nel deposito di un artigiano locale, costruttore e installatore di infissi, che è stato ben felice di liberarsene! Ne abbiamo assemblate 6, con delle piastrine dritte e a "elle", posizionandole in modo che fosse visibile la parte in esterno e con i battenti in basso.Abbiamo fissato i battenti delle 4 ante laterali e posteriori. I due battenti della parte anteriore, invece, sono stati modificati spostando i fermi all'esterno. Saranno utilizzati come accesso  per prelevare il compost maturo. Il tetto è apribile. Abbiamo utilizzato un piano di legno di una barca dismessa, fissato con cerniere alla cornice superiore.

Posizionamento. La compostiera non ha pavimento, poggia direttamente sulla terra. Abbiamo spianato il terreno e fatto un cordolo della dimensione della compostiera, utilizzando  mattoni di cemento forato. La compostiera poggia sul cordolo ed è ancorata tramite  delle barrette di ferro della lunghezza di 1,5 mt. Tali barrette vengono  interrate facendole passare attraverso le cerniere già presenti nella struttura, perchè utilizzate per il fissaggio delle imposte alle cornici delle finestre,  e  agganciate a queste.

Taranto Chiama Genova

Il 26 settembre ero a Taranto su invito di ARPA-Puglia.  Singolare, il ruolo assegnatomi: tecnico di fiducia dei comitati tarantini che, da alcuni anni, sono impegnati a tutelare la propria ed altrui salute, messa arischio dalle elevate emissioni di diossine del reparto agglomerazione delle acciaierie di Taranto.

L'incontro è stato importante, in quanto, per la prima volta in vertenze ambientali, le tre parti in causa ( Azienda, Strutture pubbliche di controllo, Cittadini) avevano una pari dignità di rappresentanza: numero di interventi, tempo a disposizione.

Pertanto, in questa occasione ho rivestito i panni del Pubblico Ministero a tutela degli interessi del Popolo Sovrano, normalmente la parte più debole in questo tipo di vertenze.

Tra qualche giorno nel sito di Arpa Puglia saranno pubblicate le presentazioni, compresa la mia.

Anticipo che il rappresentante delle acciaierie Riva non ha gradito la mia proposta che le emissioni convogliate di diossina fossero sottoposte a campionamento in continuo con attrezzature simili a quelle  adottate da diversi inceneritori.

Il non gradimento è stato motivato dal fatto che questa tecnica non è normata e non è ufficialmente riconosciuta.

Ho ribadito personalmente al rappresentante delle accierie, quanto peraltro avevo già affermato nel mio intervento: l'applicazione del campionamento in continuo, in base all'attuale normativa,  non ha valore legale ma è un ottimo deterrente a gestioni dell'impianto poco attente alla minimizzazione dei rischi della popolazione, come dimostrano le esperienze su inceneritori che, dopo l'installazione di questi sistemi di monitoraggio, hanno fatto registrare il costante mantenimento dei livelli minimi delle loro emissioni di diossine.

Altre critiche mi sono state fatte dai rappresentanti dell'ufficio veterinario quando ho affermato che la catena alimentare delle diossine ( dal camino al latte matrerno)  oltre ad essere interrotta prima dell'ariivo dei cibi contaminati alle tavole degli umani, doveva essere interrotta anche prima delle mangiatoie degli agnelli che, a migliaia sono già stati sacrificati in quanto i loro fegati sono risultati  contaminati da diossine a livelli nettamente superiori a quelli ammessi dalla attuale normativa.

A mio avviso, questo sacrifico non sarebbe stato necessario se si fosse da subito avviata una alimentazione delle pecore con foraggio indenne da diossine, dando a questi animali l'opportunità di smaltire la diossina accumulata durante il pascolo in zone contaminate.

mercoledì 23 settembre 2009

Genova Capitale Energie Rinnovabili

In anteprima, un mio articolo che sarà pubblicato sull'edizione locale di Repubblica.

Per chi non conosce Genova, alcune informazioni:

- ai piedi della Lanterna, il faro simbolo della città, c'è una piccola centrale a carbone, regalo degli USA con il piano Marshaal nel primo dopoguerra, alimentata con il carbone stoccato in un grande spiazzo (carbonile) al fianco della centrale

- subito dietro al porto si sviluppano i quartieri collinari e qui vanno a finire i fumi delle navi attraccate ai moli con i venti dal mare

- A ponente della Lanterna, su un grande riempimento del mare, negli anni '50  è stata costruita una grande acciaieria, ora gestita dalla famiglia Riva. Spenta la sezione a caldo, quella più inquinante, funzionante a carbone,  a Riva è stato concesso di utilizzare questto terreno demaniale, per continuare a produrre laminati. Quest'impianto, per funzionare, ha bisogno di grandi quantità di elettricità da produrre in una nuova centrale elettrica. Riva pensava di usare olio di palma ( vedi blog). Sembra che questa idea balzana sia stata accantonata.

- Scarpino è una grande vallata,  alle spalle di Genova Sestri che in quarantanni abbiamo riempito con i nostri rifiuti ( Discarica di Scarpino) gestita dall'AMIU, l'azienda per la gestione dei nostri Materiali Post consumo.

Si è cominciato a recuperare il biogas che la discarica produce e recentemente la Giunta comunale ha deciso che in questa zona saranno realizzati un digestore anaerobico per il trattamento degli scarti umidi, biodegradabili e un gasificatore per il recupero energetico della frazione non riciclabile.



 "Monaco di Baviera, un milione di abitanti, ha deciso di uscire dal nucleare grazie ad una miscela intelligente di efficienza energetica e di produzione di energia da fonti rinnovabili: solare, eolico, biomasse. La transizione è già in atto e i piani sono pronti per sostenere l’attività della città quando, nel 2020, avverrà la dismissione della centrale nucleare ISAR 2 che fornisce a Monaco il 25% dell’energia elettrica, attualmente utilizzata.

Genova, 650.000 abitanti, con una simile miscela intelligente potrebbe, entro qualche anno, uscire dall’era del carbone, con la dismissione della centrale sotto la Lanterna nel porto e con lo spegnimento dei generatori diesel, alimentati ad olio pesante, che tengono in funzione i servizi di bordo delle navi attraccate ai moli. In questo modo, polveri sottili e polveri pesanti (dal carbonile all’aperto) diminuiranno drasticamente e, statistiche alla mano, gran parte dei genovesi, particolarmente i più giovani, vedranno aumentata di qualche mese la loro aspettativa di vita.

Affinché la miscela intelligente di interventi si possa attuare è necessario che i tanti giocatori che muovono le loro pedine sulla grande scacchiera cittadina, decidano di fare un gioco di squadra.

La prima mossa spetta alla famiglia Riva.

Il loro nuovo laminatoio richiede energia elettrica e l’unico combustibile per produrla,  compatibile con la città che ospita il laminatoio,  è il metano: a parità di energia prodotta, il metano garantisce la minore emissione di micro e nano particelle.

Se la nuova centrale a metano dei laminatoi, sarà progettata per cogenerare elettricità e calore, quest’ultimo, con opportune condotte ed impianti finali, potrà essere usato per riscaldare e raffreddare edifici circostanti; questi, a loro volta, potranno spegnere le loro attuale caldaie, con un ulteriore riduzione di polveri sottili nell’aria della città.

Candidati al teleriscaldamento e al tele-raffreddamento, la vicina Fiumara ma, ancor di più, la prossima cittadella tecnologica degli Erzelli.

Se questa operazione andrà in porto, per la prima volta, nella storia della città, una attività produttiva, non sarà vissuta come un corpo estraneo, ma si metterà in simbiosi con la città e suoi abitanti: fabbrica e abitazioni si scambieranno favori.

L’impresa Riva, a Genova, ha un’altra opportunità, quella di diventare la prima acciaieria alimentata con fonti di energia rinnovabile.

La superficie dei tetti piani che coprono gli impianti è di almeno 20 ettari; è un’enorme superficie, che ben si presta ad ospitare pannelli fotovoltaici  i quali,  grazie al soleggiamento genovese, potrebbero erogare elettricità per una trentina di milioni di chilowattora all’anno.

Ma c’è un’altra interessante opportunità, uno scambio di favori tra azienda e città: Riva, potrebbe realizzare sui terreni che ha in concessione, un impianto di digestione anaerobica per la produzione di bio-metano, gas che utilizzerà direttamente nella sua centrale di cogenerazione, mentre il digestore potrà essere alimentato con i fanghi del nuovo impianto di depurazione delle acque, che sostituirà quello puzzolente in mezzo alle case e con altra biomasse prodotte nelle vicinanze: gli scarti del mercato ortofrutticolo di Bolzaneto e partite di frutta andate a male scaricate in porto.

Un’altra pedina per far diventare Genova la capitale del rinnovabile italiano è in mano all’AMIU.

Scarpino è un giacimento di metano che occorre recuperare ed utilizzare meglio e altro metano sarà prodotto con il digestore anaerobico che realizzato a Scarpino, tratterà ogni anno 50.000 tonnellate  di scarti umidi prodotti dai genovesi.

Sono in gioco, ogni anno, diverse decine di milioni di metri cubi di biogas che potranno essere utilizzati per produrre elettricità a Scarpino e  per alimentare un nuovo parco veicoli AMIU.

 Ma esiste un’altra interessante opportunità che, in questo caso creerebbe una simbiosi tra AMIU e Genova: purificare  il biogas di Scarpino a  biometano e immettere il biometano nella rete di distribuzione del gas, esattamente quello che, dal 2007,  fa il primo impianto di biometano tedesco, realizzato alle porte di Monaco di Baviera.

In questo modo, di fatto, gli impianti localizzati sulle alture di Scarpino, potrebbero permettere il teleriscaldamento della città, con l’uso diretto di metano prodotto da fonti rinnovabili.

Ma Scarpino può rendere altri favori alla città, e alle casse comunali, in quanto ben si presta ad ospitare un grande impianto fotovoltaico, ampliando quello già operativo, e il sito potrebbe anche essere idoneo ad ospitare alcune pale eoliche.

A questo punto, fatti i conti, la centrale nel porto può essere chiusa, il suo edificio tutelato dalla Sovrintendenza potrebbe diventare parte integrante del parco della Lanterna e l’attuale carbonile potrebbe ospitare, eventualmente in struttura interrata, gli impianti per la selezione dei materiali post consumo prodotti dalla città e dal porto. Un altro bell'esempio di simbiosi.

E le montagne di carta, plastica, metalli, opportunamente separate e selezionate per classi merceologiche , sarebbero già pronte per essere imbarcate per la Cina e l’India, proprio come oggi accade nel porto di  San Francisco, un’ altra città che Genova dovrebbe imitare, una metropoli che , con la raccolta porta a porta, ricicla e composta il 70 % dei propri scarti."


giovedì 17 settembre 2009

LCA a Avellino

Dal 5 al 9 ottobre in Sardegna ci sarà un'importante convegno internazionale sulla gestione dei rifiuti.

In quest'occasione presenterò una rassegna bibliografica sugli studi che permettono di fare confronti tra gli impatti ambientali dei diversi sistemi di gestione dei rifiuti.

Utile segnalare che tutti gli studi presi in considerazione (una ventina, di cui sei riguardano realtà italiane) confermano l'assoluta priorità  da dare al riciclo, rispetto all'incenerimento con recupero energetico, per gli indubbi vantaggi energetici ed ambientali del riciclo.

Un interessante studio, basato sull'Analisi dei Cicli di Vita (in inglese Life Cycle Assesment -LCA) e pubblicato quest'anno, è quello condotto dall'Università di Salerno, avente come oggetto le scelte migliori, possibili in provincia di Avellino, per uscire dalla emergenza rifiuti.  Ecco una sua sintesi, tratta dalla mia rassegna; faccio notare che il migliore scenario identificato dai colleghi di Salerno è maledettamente simile a quello che vorremmo fosse realizzato a Genova (Modello Genova). Purtroppo i nostri amministratori stanno imbroccando strade molto più banali...



" Ben dodici diversi scenari di trattamento dei Materiali Post Consumo (MPC) furono individuate da un altro studio Life Cycle Assessment (LCA), il cui obiettivo era quello di risolvere l' emergenza rifiuti nella provincia di Avellino (De Feo, Malvano, 2009).

Questi scenari prevedevano nove diverse percentuali di raccolta differenziata (dal 35 all’80%) e due diversi trattamenti per la frazione indifferenziata residua: l’incenerimento con produzione di elettricità e, in alternativa, la messa a discarica dei rifiuti,  stabilizzati con Trattamenti Meccanico biologici (TMB).

In tutti gli scenari, la quota di materiali indifferenziati, residuali al riciclo, era sottoposta a TMB e la frazione putrescibile, raccolta alla fonte e selezionata con trattamenti meccanici, era successivamente compostata ed utilizzata a scopo agricolo.

Lo scenario che risultava più favorevole,  per l'elevato risparmio energetico e il ridotto impatto ambientale, era quello senza incenerimento e con queste ulteriori caratteristiche: 80% di raccolta differenziata alla fonte, selezione del residuo secco con TMB  ed ulteriori recuperi di vetro, carta, plastica e metalli, riciclo dei materiali separati e compostaggio della frazione putrescibile ed, infine, messa in discarica della frazione biostabilizzata non riciclabile.

Questo scenario, rispetto agli altri 11 esaminati,  era quello più favorevole dal punto di vista ambientale, con riferimento a sei categorie di impatto, sulle undici scelte: uso di energie rinnovabili, usi complessivi di energia, consumo d’acqua, produzione di materiali in sospensione e consumo di ossigeno, eutrofizzazione delle acque e produzione di rifiuti tossici.

Il secondo miglior scenario, con tre categorie d’impatto favorevoli (minor uso di fonti d’energia non rinnovabile, minore emissione di gas serra e minore acidificazione delle piogge),  era quello che prevedeva l’80% di raccolta differenziata, abbinata alla produzione di CDR dalla frazione residuale al riciclo e la successiva sua combustione in un inceneritore dedicato.

Solo due categorie d’impatto favorevoli (uso di minerali e prodotti di cava, produzione di rifiuti inerti), derivavano dallo scenario con il 35% di raccolta differenziata, produzione di CDR e suo incenerimento.

Per otto categorie d’impatto (fonti d’energia rinnovabile e non rinnovabile, consumo totale di energia, consumo di acqua, produzione di solidi sospesi, consumo di ossigeno, acidificazione, eutrofizzazione, rifiuti pericolosi ) tutti i dodici scenari producevano un impatto negativo (impatto evitato) e tra questi, gli scenari con la più alta percentuale di raccolta differenziata (80%), risultavano essere quelli con  maggior impatto evitato.

Pertanto, anche questo studio confermava la priorità da dare alla raccolta differenziata e al riciclo per risparmiare energia e ridurre l’impatto ambientale delle gestioni dei MPC. In particolare, in termini di “Uso totale di energia” , lo studio concludeva che è preferibile un’alta percentuale di raccolta differenziata, finalizzata al riciclo, senza nessun trattamento termico finale.

Novità di questo studio è stato quello di aver inserito un TMB in tutti gli scenari, tranne uno,  quello in cui la frazione secca,  residuale ad una raccolta differenziata all’80%, è direttamente messa a discarica."

martedì 8 settembre 2009

Incendi. Prevenzione Primaria

Le colline intorno a Genova hanno continuato a bruciare per tutta la notte  e di mattina presto è ripreso il passaggio di canadair ed elicotteri. Un ringraziamento ai coraggiosi piloti che non si risparmiano nel bombardare con precisione il fronte di fuoco, nonostante il vento e le complesse manovre per infilarsi nei canaloni che il fuoco sta divorando.

Sembra che alcuni focolai degli incendi abbiano una natura colposa: falò per eliminare le sterpaglie, fuggiti di mano a chi li aveva alimentati. Non ci voleva molto a capire che, vista la siccità e il vento, non era il caso. Ma qui, più che altrove, i vecchi contadini o ex contadini hanno la testa dura. "Amu fetu sempre cuscì" ( Abbiamo fatto sempre così. Mi scuso con i liguri veraci per la scorretta grafia; e per inciso,  questo è un esempio della follia di chi vuole l'insegnamento del dialetto: come si scrivono le parole di lingue che non hanno  una tradizione di scrittura?). Si è vero, da sempre il fuoco è stato usato per eliminare i rovi, tener pulito il bosco, ridare vigore ai pascoli. Ma erano altri tempi: i boschi erano tenuti puliti per sfruttarli meglio, erano frequentati dalle popolazioni locali, si conoscevano le regole ( non si appica il fuoco nella stagione secca!!!) e l'età media dei contadini e dei boscaioli era nettamente inferiore a quella attuale (anche questo fa)..

E' un fatto positivo e da incentivare che ci sia ancora gente che lavora nelle fasce e negli orti, intorno alla città, ma le circostanze oggettive ( il bosco è abbandonato), suggeriscono di introdurre ed imporre, nuove regole.

Se fossi al governo regionale, organizzerei una diffusa e capillare campagna di informazione e formazione sul compostaggio domestico rivolta ai gestori di orti urbani e peri-urbani; darei in comodato d'uso a chi gestisce orti e giardini un bel pò di compostiere, darei istruzioni personali per il loro corretto uso e metterei a disposizione, per chi ha un pò più di terra, un servizio di cippatura a domicilio di rovi e ramaglie.

Con quello che costa un'intervento di un canadair o di un elicottero ( si parla di 10.000 euro l'ora)  basterà ogni anno, evitare due o tre incendi,  per recuperare l'investimento necessario per comunicazione, acquisto di compostiere e cippatrici e stipendi per il personale.

Dopo di ciò, divieto assoluto di accendere fuochi e multe salate per chi li accende. E a controllare i fili di fumo e beccare in flagranza i potenziali incendiari, metterei  gli alpini, che qui sono di casa, e che sono assolutamente sprecati, come ha voluto il ministro Larussa, a pattugliare i vicoli della città antica, anche se così fanno più scena.

E già che ci siamo, caro ministro La Russa, che ne pensa: per la vera sicurezza dei cittadini è meglio respingere gli incendi o i clandestini?

Postato da: federico46 a 08:41 | link | commenti
ambiente e società, biomasse

lunedì, 07 settembre 2009
Genova brucia
Una  vasta nuvola grigia ricopre la città a levante e rende spettrale la luce del mattino. In città, piove cenere grigia e nere larve di rami e aghi di pino carbonizzati che si accumulano lungo i cigli dei marciapiedi e sulle auto in sosta. Elicotteri piccoli e grandi e canadair si alternano a bassa quota nella spola mare-colline e dal cielo piovono gocce di acqua salata. Insieme a vigili del fuoco e volontari ne avranno certamente ancora per molto, e fumo e fiamme sono malettamente vicine a tante case collinari.

Da ieri, le colline alle spalle di Nervi, Bogliasco, Pieve sono in fiamme. La lunga siccità e il forte vento di tramontana hanno certamente facilitato l'incendio, di proporzioni mai viste, ma le cause sono certamente umane.

L'unica soluzione per por fine a questo scempio è ridare valore a boschi e macchia mediterranea: fonte di materia prima (cellulosa, una bio-plastica ), ma ancor di più serbatoi (sink) di carbonio,  sottratto all'atmosfera del Pianeta.

Quest'ultimo argomento , crediti carbonio a chi mantiene un bosco,  è un temache mi riprometto di approfondire sul Blog.

sabato 5 settembre 2009

Riciclo Con Risciacquo

Il galateo dell'ambiente vuole che ogni contenitore, (bottiglia, lattina,flacone), una volta vuoto,  prima di essere differenziato, sia debitamente lavato. Questo ulteriore impegno è un atto di cortesia per i lavoratori che li raccoglieranno e li separeranno, rende più facile lo stoccaggio in casa e negli spazi condominiali, aumenta il valore dei vostri scarti per il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) e per i riciclatore finale.

Se la vostra azienda di igiene urbana, non vi da questo consiglio, siete leggitimati a sospettare che il suo obiettivo non sia il riciclo di quanto avete pazientemente raccolto e separato.

Il risciacquo dei contenitori, se ben fatto, vi può portare un altro piccolo vantaggio: ridurre gli sprechi.

A questo scopo vi svelo un piccolo trucco di noi chimici quando vogliamo recuperare la maggiore quantità di sostanze utili per le nostre misure. La tecnica si chiama "estrazione frazionata" e nel nostro caso vuol dire che per pulire bene un contenitore è meglio lavare due, tre volte il recipiente con piccole quantità d'acqua, piuttosto che con un'unica, grande quantità.

Quindi se dovete lavare una bottiglia di latte o di di birra, scolate bene i recipienti e poi aggiungere due-tre dita di acqua; scuotete bene il recipiente, più volte e mettete da parte l'acqua usata per il primo lavaggio; rifate questa operazione altre due volte e, mi raccomando non buttate via le acque di lavaggio.

Il primo lavaggio sarà quello che avrà sciolto la maggiore quantità di cibo e bevanda ancora presente nel recipiente. Prima di buttarlo via, valutate se vale la pena utilizzarlo. Ad esempio, se avete lavato una bottiglia del latte, il latte annacquato della prima frazione, può essere aggiunto senza problemi alla tazza del latte che state utilizzando per la colazione, o potete bollirlo per farvi il the ( a cui non dovrete aggiungere la classica gocia di latte).

I tutti i casi non buttate i rischiacqui nel lavandino. Com vedremo sono possibili diverse altre soluzioni.

mercoledì 2 settembre 2009

Regolamento Concorso Compostiere Fai Da Te

Compostiera FAI-DA_TEVisto il grande interesse per il concorso "COMPOSTIERE FAI DA TE (FDT)"  vi do alcune regole per la partecipazione. Inviate al massimo quattro immagini ( formato JEPG) della vostra compostiera, al seguente indirizzo federico.valerio@fastwebnet.it

Le foto devono poter documentare i particolari della compostiera che giudicate più interessanti .
Alle foto allegate una breve descrizione tecnica su: materiali scelti, come li avete assemblati, pregi della vostra creatura...


Annotazioni sulle prestazioni (durata del compostaggio, qualità del compost prodotto, impatto ambientale evitato) sono gradite.
Tutte le schede ricevute saranno pubblicate nel blog. E le migliori realizzazioni, ad insindacabile giudizio dell'apposita giuria :-), saranno pubblicate sul mio sito e pubblicizzate in rete.
Il concorso è aperto all'infinito.Questo bando è aperto a consigli e proposte dei lettori. Ovviamente, è gradita la sua diffusione nella rete e con il passa parola.

E ora buon lavoro e ...buon compostaggio

martedì 1 settembre 2009

3° Concorrente Compostiere Fai DaTe

Terzo concorrente
3 concorrenteEd ecco a voi il terzo concorrente del concorso internazionale "Compostiera FAIDATE"

Davide presenta due compostiere di cui quella nella immagine è la prima della serie.

Questo il commento di Davide:

"ti invio le foto delle mie 2 "figliolette"
la prima, quella verde, l'ho realizzata con un bidone in plastica da 230 litri che ho forato sul fondo e sotto al coperchio con una punta da 20mm (per creare e favorire l'effetto camino) e sui lati con una da 8 mm.
Alla base ho realizzato uno sportellino rimuovibile tenuto da 2 ganci (si insomma,è la copia fai da te delle compostiere commerciali).

Il compost pronto l'ho estratto la prima volta dopo 4 mesi, ottimo e profumato; gli altri prelievi, ogni 6-8 settimane, circa.
Il tutto funziona ottimamente,  anche se la gestione necessita di un  po di attenzione per via della tendenza a mantenere il materiale un po troppo umido, comunque non emana nessun odore.
Per valutare la bontà del compost, ho fatto delle prove con dei semi di pomodoro; l'apparato radicale di quelli nati nel compost era pressochè quadruplo rispetto a quelli nati nel terreno normale.
La seconda compostiera (quella nera)nasce per risolvere i 2 più grandi problemi della precedente: il prelievo dell'humus e la tendenza a  mantenere troppo umido il materiale.
Stesso tipo di bidone, recuperato da una ditta di sott'aceti; gli ho tolto il fondo e praticato dei fori da 20 mm  vicino alla base, ho poi capovolto il contenitore sopra tre blocchi di tufo (nella foto si vede dell'erba tra i blocchi; l'ho sistemata là per caricare la prima volta la compostiera, in modo che fungesse da "tappo"poi , in seguito, il materiale da compostare rimane su da solo) e iniziato a riempirlo: la forma ad imbuto della zona inferiore della compostiera fa si che il materiale in via di compostaggio resti all'interno della compostiera, mentre solo il compost maturo  esce all'esterno, compost  che raccolgo ogni tanto con una palettina, senza alcuna difficoltà.
L'effetto camino,  creato dai fori più grandi  nella zona superiore, è sorprendente e la massa messa a compostare, non deve essere rimescolata. Attivata questa seconda compostiera ho ottenuto compost maturo gia dopo 5-6 settimane; successivamente,  ogni giorno, ne raccolgo un mezzo secchiello e la produzione è pressochè doppia rispetto all'altro composter.
Stesse prove di fitotossicita  con semi di pomodoro sul  compost  prodotto dalla seconda compostiera e stessi fantastici risultati.
Questi 2 bidoni-compostiere  mi hanno permesso di risparmiare il 30 % sulla tassa rifiuti e di migliorare il mio orticello.

Il costo è stato di 2.70 euro per i tre blocchi di tufo (0.90 l'uno)"


domenica 30 agosto 2009

2° Concorrente Compostiera Fai Da Te

Tommasone il Maialone ( Nome dEcco a voi il secondo concorrente al nostro concorso Compostiere Fai Da Te.

Come vedete è una Bio-Compostiera, nome d'arte "Tommasone, il maialone"

Segue  una prima nota tecnica della presentatrice, Marina:

"Nessuno rida, ma questo bel mailone si mangia tutto l'umido di due famiglie compresi gusci di uova e fondi di caffè, non c'è problema nemmeno per le deiezioni, perchè essendo in un recinto bello grande in terra battuta, vengono assorbite dal terreno e vi posso assicurare che non c'è nessun odore nemmeno molto vicino. Capisco però che come soluzione non è praticabile da tutti"

Chiediamo a Marina:  maggiori informazioni sulle quantità di "umido" che "Tommasone" è in grado di digerire giornalmente, il suo vero nome (se cel'ha) e un bel primo piano del candidato Biocompostatore.



martedì 25 agosto 2009

Auto Condizionata

Lo confesso, la mia automobile ha l'aria condizionata.

La uso, prevalentemente,per i viaggi lunghi e non rimpiango i bagni di sudore,della mia lontana gioventù durante avventurosi trasferimenti estivi,  con la tenda sul tettuccio della "500" .

Detto questo, si può fare un uso responsabile anche di questo accessorio, se non altro per risparmiare un bel pò di euro. Infatti, con il condizionatore acceso, i consumi di benzina inevitabilmente crescono; le stime parlano del 3-6% in media, con punte del 20%.

Per capire come sia possibile risparmiare sulla voce climatizzazione, ancora una volta è importante capire come avviene il raffreddamento dell'abitacolo, insomma, come funziona un frigorifero.

Il lavoro di togliere calore dalla vostra auto e di sbatterlo all'esterno lo fa un compressore che riduce il volume di un apposito gas, il quale, quando si espande all'interno di una serpentina, lambita dall'aria calda prelevata dall'abitacolo,  la raffredda. A questo punto, il calore passa al gas che si riscalda. Il gas caldo viene fatto passare in un radiatore raffreddato ad aria e in questo modo il calore  presente nell'aria dell'abitacolo passa all'ambiente esterno. Il gas raffreddato viene nuovamente compresso e il ciclo di refrigerazione può ricominciare.

Nella fase di raffreddamento, l'umidità dell'aria presente nella vostra macchina, si condensa, sotto forma di acqua allo stato liquido  che, a sua volta,  viene liberata all'esterno. Pertanto, il ripertersi di questo ciclo di compressione ed espansione raffredda e deumidifica in continuazione l'aria del vostro abitacolo.

E ora, forse, vi è chiaro perchè, con il condizionatore in funzione, la vostra auto "piscia" acqua e perchè si avverte una forte vampata di calore quando, uscendo, passate vicino al vano motore ancora acceso.

L'energia meccanica per far funzionare il compressore e l'alternatore che produce l'elettricità che alimenta il ventilatore il quale, a sua volta, aspira l'aria calda e riimmette nell'abitacolo l'aria fredda,  viene tutta dalla vostra benzina.

Pertanto, con il condizionatore acceso, non solo consumerete più benzina, ma sottrarrete alla forza motrice che spinge la vostra macchina, la potenza di qualche cavallo, quella necessaria per far funzionare il compressore. Pertanto, se la vostra vettura non è molto potente, avrete notato che, con il condizionamento acceso,  si ha una ripresa più lenta.

E ora veniamo ai consigli per consumare meno benzina.

  • Il primo consiglio è di fare la scelta giusta al momento dell'acquisto: una macchina chiara, metallizzata, esposta al Sole, si riscalda molto meno di una macchina scura e con vernice opaca.
  • se la mia spiegazione è stata chiara, avete capito che maggiore è la differenza tra temperatura esterna e temperatura interna, maggiore è il consumo di benzina.
  • pertanto, il secondo consiglio è di regolare la temperatura interna, in modo che sia sempre di circa cinque gradi inferiore a quella esterna.
  • seguendo questa regola, oltre a consumare meno, eviterete raffreddori e/o dolori muscolari che accompagnano sempre il brusco passaggio dal caldo al freddo e viceversa.
  • se possibile, posteggiate la vostra vettura all'ombra; in particolare,  l'ombra dovrebbe essere garantita per il tempo più lungo possibile, prima del successivo utilizzo. Prendere famigliarità sul percorso in cielo del Sole nelle diverse stagioni è utile per prevedere dove alberi e case proietteranno la loro ombra, nell'ora in cui salirete in macchina.
  • Quando parcheggiate, lasciate da tutti i finestrini un'apertura di almeno due dita. E' di li che uscirà l'aria più calda e, con questo accorgimento,  anche dopo una lunga sosta al sole, il vostro abitacolo sarà ad una temperatura di qualche grado inferiore a quella che avreste raggiunto con tutti i finestrini chiusi. Tra parentesi, è grazie all'effetto serra (quello vero) che l'interno della vostra auto, se esposta al Sole, raggiunge temperature intorno a 70-80 gradi.
  • Consigliabile mettere tendine parasole fisse su tutti i vetri laterali  e usare uno schermo riflettente mobile per il parabrezza. Meglio mettere questo schermo all'esterno del parabrezza, tenuto fermo dai tergicristalli. In tutti i casi, scegliete un modello di schermo con superfice a specchio, il più chiaro possibile.
  • Quando prendete la macchina dopo un lungo parcheggio al Sole, aprite bene tutte le portiere e aspettate qualche minuto prima di salire a bordo,  per smaltire il più possibile l'aria calda che si è accumulata all'interno.
  • Nei primi minuti di avvio a caldo, in marcia, tenete aperti tutti i finestrini e azionate al massimo il ventilatore per ridurre, il più rapidamente possibile, la temperatura dell'abitacolo. Solo quando l'abitacolo ha raggiunto la temperatura esterna (utile un termometro interno supplementare), chiudete tutti i finestrini ed accendete il condizionatore, regolandone la temperatura, in base alla temperatura esterna.
  • Se il vostro impianto ha la funzione di deumidificatore separata da quella del raffreddamento, ricordate che togliere l'umidità dall'aria richiede molto meno energia (meno benzina) di quella necessaria per raffreddare l'aria e che, con l'aria secca deumidificata, il disagio termico avvertto è minore,  anche con elevate temperature. Pertanto,  il consiglio, dopo una partenza a "caldo", è questo: raggiunta  per ventilazione naturale la temperatura esterna, chiudete i finestrini ed attivate la sola funzione di deumidificazione e valuate la senzazione di confort che vi da l'aria secca. Se è sufficente continuate così.

Buon viaggio e mi raccomando... spegnete il cellulare mentre guidate.

lunedì 24 agosto 2009

Buon Compleanno

Mauna Loa 2009 bis
In questi giorni il mio Blog compie tre anni e, come è ormai consueto, "festeggiamo" andando a vedere che ci dice l'osservatorio di Mauna Loa sull'andamento della concentrazione di anidride carbonica del Pianeta. Nel Luglio 2009 eravamo a 387,28 parti per milione (ppm) , 1,41 ppm in più, rispetto al valore  registrato un anno prima. Nella figura, la linea nera rappresenta l'andamento mensile corretto rispetto all'andamento stagionale ( linea in rosso) che descrive "il respiro " di Gaia, l'effetto dei cicli stagionali sulle piante che crescono in primavera e assorbono anidride carbonica e muoioni in autunno, restiduendo anidride carbonica all'atmosfera.

Insomma, lo strato di "vetro" virtuale (quello formato dalle molecole di anidride carbonica ) che ricopre il Pianeta Terra, si è "ispessito" ancora un pò e quest'anno, nella serra in cui viviamo, il nostro Pianeta, abbiamo intrappolato un pò più di energia solare, rispetto all'anno prima.

Effetti: temperature degli oceani un pò più alti, eventi meteorologici un pò più violenti,  ghiacciai e callotte polari un pò meno estesi.

Mauna Loa 1960-2009Come potete vedere dalla figura, che ci viene sempre da Mauna Loa, è dalla fine degli anni '50, da quando su  questa isola in mezzo all'Oceano Pacifico, a 3.200 metri di altezza sul livello del mare  si sono cominciate a fare misure,  che le cose vanno così: anno dopo anno, la concentrazione di anidride carbonica aumenta, a vista d'occhio.

E le cause di questo fenomeno sono stranote: è la corsa mondiale alla crescita del Prodotto Interno Lordo, (PIL) con la sua coda di deforestazioni, di aumento dei consumi di combustibili fossili e non fossili.

E Il fatto che un anno di crisi mondiale, con il crollo di tutti i mercati e dei consumi globali, non abbia dato nessun segno visibile di inversione di tendenza del fenomeno, quantomeno con un rallentamento della crescita, è un dato che aumenta la mia preoccupazione.


domenica 23 agosto 2009

Stop ai Congelatori

Era meglio pensarci prima, ma visto l'allarme afa di questi giorni, vi passo un piccolo consiglio per diminuire la temperatura dell'aria nelle vostre case e, come sempre, per risparmiare anche qualche euro di bolletta della luce. Il consiglio è quello di vuotare il congelatore (ovviamente se lo avete) e di tenerlo spento, fino a quando l'emergenza afa non sarà passata. Se non seguirete questo consiglio, sarà come se in casa vostra, in pieno agosto, ci fosse una stufetta elettrica in funzione, di potenza pari a quella del  vostro congelatore. Mi rendo conto che comprendere il funzionamento di un frigorifero non è facile, ma ci provo. Il frigorifero, in estrema sintesi, è una macchina che utilizza energia elettrica, per trasferire il calore da una parte (cibo e bevande nel frigo-congelatore) ad un'altra (di solito l'aria della cucina); e più bassa è la temperatura nell'elettrodomestico e nei cibi che contiene, maggiore è la quantità di calore che, la stessa macchina, immette nel vostro appartamento. Se avete dei dubbi a proposito, andate a provare, con mano, la temperatura del muro dietro al frigo e, con un termometro,  la temperatura dell'aria che esce dal retro del  vostro frigo, nella parte superiore. Tutto questo calore, aumenta la temperatura delle camere vicine al frigo e aumenta il costo della vostra bolletta della luce, specialmente se avete un impianto di condizionamento che dovrà trasportare altrove (in questo caso, fuori dalla finestra), anche il calore prodotto dal vostro congelatore. Se una giustizia esiste a questo mondo è quella della termodinamica: ogni errore in campo energetico si paga sempre, non esistono ne possibilità di condoni, ne di evasioni fiscali. E per questo caso, come per tutte le scelte quotidiane,  al posto della furbizia, molto meglio usare l'intelligenza. Pertanto, se seguirete il mio consiglio, che asseconda i principi fisici della termodinamica,  eliminerete, in un sol botto, il consumo di elettricità del congelatore e quello dell' impianto di condizionamento (se lo avete acquistato) e il vostro ambiente domestico sarà un pò più confortevole. Inutile dire che, se questo consiglio (insieme agli altri già dati in questa rubrica e a quelli che vi daremo)  fosse seguito da tutti i vostri concittadini, la temperatura della vostra città, sarebbe un tantino più sopportabile. Pertanto vi consiglio di valutare, con serenità, se dovete proprio tenere a  meno 20, meno 30  gradi centigradi, alimenti acquistati mesi fa e che magari vi siete anche dimenticati di avere. E questa non è affatto una scelta irrazionale; infatti tutti sanno che d'estate è consiglibile mangiare cibi freschi, insalata, ortaggi e frutta che è meglio consumare entro pochi giorni dall'acquisto, conservandoli certamente nel frigo,  ma con temperature intorno ai 10 - 15 gradi sopra lo zero.  E ricordate che una temperatura intorno ai 15-18 gradi (sempre sopra lo zero)  è quella ottimale per tutte le bevande fresche, senza rischi di congestioni. Questo significa che, molto probabilmente, per ridurre ulteriormente spese e temperatura della casa  sarebbe anche opportuno alzare di qualche grado la temperatura del termostato del vostro frigorifero. E se proprio non potete fare a meno di un gelato, il congelatore spento vi da la scusa di fare due passi alla sera e godervi, in compagnia, il vostro gelato ( mi raccomando, rigorosamente artigianale e servito con coni "usa e mangia" :-)),  insieme alla frescura notturna (almeno da noi, in Liguria, è così ).

lunedì 10 agosto 2009

No Pubblicità

NO PUBBLICITA

Allego la lettera che ho inviato oggi a mio Sindaco, per cercare di contrastare la seccante pratica della consegna di pubblicità indesiderata.



Al  Sindaco di Bogliasco

Caro Sindaco

innanzitutto desidero congratularmi con l'amministrazione da lei presieduta per gli accordi sul  rilancio della raccolta differenziata a Bogliasco e nei comuni limitrofi.

Mi auguro che, insieme ad una efficace politica di incentivazione di questa pratica, finalizzata a raggiungere gli obiettivi di legge di RD ( 65% entro la fine del 2012) Bogliasco ed altri Comuni attivino  anche efficaci politiche di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti,  in base a scelte di loro competenza.

Tra le tante strategie allo studio in Provincia, alla portata dei singoli Comuni, c'è quella di limitare il conferimento condominiale di pubblicità indesiderata.

A riguardo, mi permetto di darle una prima informazione: in Italia, il 20% delle famiglie non gradisce che le proprie cassette della posta siano riempite di pubblicità ( Fonte: Ecomondo 2005).

Le quattro famiglie che abitano nel nostro condominio condividono questa scelta e di conseguenza abbiamo esplicitato questa nostra decisione con una targhetta, posizionata sopra la nostra buca delle lettere: " No pubblicità".

Nonostante questo, i ragazzi che provvedono alla distribuzione, continuano a depositare, con abbondanza, i loro annunci.

Solo questa mattina, a fronte di quattro nominativi sul citofono, ho trovato otto copie della stessa pubblicità.

A parte il fastidio di trovarsi la buca delle lettere intasata, questa poco efficace forma di pubblicità ( è il parere degli specialisti del settore) contribuisce significativamente ad aumentare indebitamente la mia personale produzione di rifiuti e ovviamente quella dell'intero Comune.

Dopo aver monitorato per un adeguato periodo il peso della pubblicità consegnataci, ho potuto valutare che questa, su base annua, ammonta a 30 chili, pari al 10 % di tutti i rifiuti che io e mia moglie produciamo.

Ovviamente, ricicliamo subito tutti questi depliant, insieme all'80% della nostra produzione di materiali post consumo, ma mi sembra superfluo farle presente che siamo molto seccati di doverne pagare anche il ritiro e lo smaltimento.

Moltiplichi questi numeri per le mille famiglie bogliaschine che condividono la nostra avversione per la pubblicità  e avrà meglio l'idea che il problema segnalato non è affatto di piccolo conto.

Ora sta a lei fare in modo che questo sperpero di risorse e di denaro pubblico si attenui e che l'esplicito messaggio affisso al nostro portone sia rispettato.

E' sufficiente una sua ordinanza che vincoli le società di distribuzione della pubblicità, pena adeguate multe,  al rispetto della volontà espressa dall'assemblea condominiale ed esplicitata dalla targhetta posta sulla buca delle lettere.

Successivamente, una segnalazione ai vigili di verificare l'avvenuta contravvenzione alla sua ordinanza e la facile identificazione del commitente, dovrebbero funzionare come deterrente a questo abuso.



Con cordialità

Federico Valerio

sabato 8 agosto 2009

Ai Confini della Realtà

In questi giorni Mediaset sta rispolverando una serie di film catastrofici, in cui comete e meteoriti , che potrebbero farci fare la fine dei dinosauri , sono neutralizzate dal solito pugno di eroi che si sacrificano per l'umanità. E alla fine, felici per lo scampato pericolo, seppelliti i morti, ringraziati i Russi che ci hanno aiutato a sventare il pericolo, nel film e nella vita quotidiana, tutto ricomincia come prima.

Il brutto è che siamo veramente in pochi a renderci conto che non stiamo vivendo un film o un "reality"; la catastrofe sta realmente venendo avanti a passi veloci, e il fatto più preoccupante è che le cause di questa catastrofe non vengono da fuori ( la meteora, gli alieni, il mostro risvegliatosi dai ghiacci...) ma sono la conseguenza dei nostri comuni atti quotidiani di consumo e sperpero, moltiplicati per qualche miliardo di simili atti, tutti i giorni e su gran parte del Pianeta.

Se i grafici dell'andamento dell'anidride carbonica nell'atmosfera del pianeta, postati in precedenza ( segnali premonitori della catastrofe) non vi hanno impressionato, date un'occhiata a questo nuovo grafico, anch'esso proveniente dal sito di Mauna Loa



Andamento della CO2 dall



Quello che vedete è l'andamento della concentrazione di CO2 ( anidride carbonica), nell'aria del nostro Pianeta, in parti per milione (ppm), dall'anno 1000 dc ( per capirci,  dal più profondo Medioevo), al 2009.

Il grafico in rosso riporta  le misure di Mauna Loa, dal 1960 ad oggi;  il grafico in nero rappresenta l'andamento delle concentrazioni di CO2 stimate , in base alla concentrazione di questo gas , trovato, a diverse profondità, nei ghiacci perenni che si accumulano, anno dopo anno,  nel polo Sud e che hanno intrappolato la CO2 che si trovava nell'aria in quei tempi remoti, durante remote nevicate.

Come potete vedere, per diversi secoli, la concentrazione  di CO2 è stata  stabile, intorno a 280 ppm. Da metà del 1700,  il valore è sempre aumentato, di anno in anno, fino ad impennarsi bruscamente ,a partire dalla metà del secolo scorso (il 1900) e, come avete già visto,  aumenta di anno in anno  al ritmo di circa 1,5 ppm all'anno.

Per chi si ricorda ancora quel pò di storia insegnata nelle nostre scuole, tra il 1400 e il il 1500 , con la CO2 piatta, in Italia hanno vissuto e operato personaggi quali Leonardo da Vinci, Raffaello, Michelangelo e nel 1700, in concomitanza con la veloce crescita della CO2,  si è avviata la rivoluzione industriale, quella che ha scoperto le macchine a vapore, il carbone, il petrolio, il capitale...

E se la cosa vi può "tranquillizare" , forse è il caso di sapere che il carotaggio nei ghiacci perenni ci ha permesso di indagare sulla composizione dell'atmosfera del Pianeta fino a 600.000 anni fa. Da allora,  ad oggi , la CO2 non è stata mai così alta.

E per darvi una misura temporale di questi dati, è opportuno ricordare che il primo rappresentante della nostra specie, l' Homo Sapiens, ha cominciato a calpestare, e a modificare, il Pianeta che l'ospita, da soli 50.000 anni, più o meno,  alla fine dell'ultima, grande,  glaciazione.

martedì 4 agosto 2009

Salvate il Geraneo

Sono assolutamente d'accordo sulle campagne per evitare l'abbandono estivo degli animali di casa, ma a quando una adeguata campagna per salvare dalla tremenda morte per sete i poveri gerani abbandonati dai padroni in vacanza?

Anche in questo caso la migliore soluzione è la prevenzione, ovvero provvedere ad una idonea innaffiatura delle piante di casa quando siamo assenti.

Dopo avere provato quasi tutto quello che offre il mercato,  ecco la soluzione che raccomando per salvare i vostri gerani: i conetti in terracotta porosa.

Per chi non li conosce, si tratta di coni in terracotta di circa 15 centimetri di altezza,  con attacco alla base di un idoneo coperchio su cui si trova un tubicino in plastica. Il tutto funziona per capillarità: si riempie il conetto di acqua, fino all'orlo, si immerge il tubicino di plastica in un contenitore d'acqua e si chiude il conetto con il coperchio porta tubicino. Con quest'operazione l'aria presente nel tubicino viene espulsa e al suo posto entra l'acqua. A questo punto, basta infilare tuttto il conetto nella terra del vaso, vicino alla pianta che si vuol salvare e si può andare in vacanza per almeno una decina di giorni sicuri di trovare le vostre amiche piante vive e vegete.

Infatti, man mano che la pianta utilizza l'acqua che esce per capillarità dal conetto, la diminuita pressione all'interno del conetto richiama nuova acqua dal contenitore esterno, con la possibilità di superare dislivelli di oltre mezzo metro, tra il livello dell'acqua e il conetto.

Il tutto senza pile, senza collegamenti elettrici, senza parenti da scomodare.

Per essere sicuri di ritrovare al ritorno il vostro geranio, sano e salvo, ecco qualche consiglio, frutto della mia personale esperienza.

Preparate i vasi per affrontare l'emergenza estiva qualche settimana prima di partire, meglio se raggruppati insieme, per farsi ombra e avere una maggiore protezione dal vento che aumenta l'evapporazione dell'acqua. Con questa preparazione in anticipo, potrete verificare il buon funzionamento dei conetti e i consumi di acqua,  in condizioni reali. Per far questo, riempite a tappo il contenitore per l'acqua che avete scelto per garantire la riserva per la vostra pianta e controllate il consumo giorno dopo giorno. Se tutto è stato fatto a regola d'arte, scoprirete che la quantità d'acqua di cui ha veramente bisogno il vostro geranio per le sue funzioni vitali  è veramente poca e, comunque , scegliete il contenitore per l'acqua il cui volume sia tale da garantire, con ampia riserva, il rifornimento per tutto il periodo della vostra assenza. Ovviamente,  per tutto il perido di esperimento non innaffiate le piante;  Il periodo di esperimento servirà anche alla pianta per scoprire il punto più umido del suo vaso e far crescere intorno al conetto una fitta maglia di nuove radici per assorbire tutta l'acqua che le serve.

Come contenitori di acqua io uso bottiglie del latte riciclate che, grazie al collo largo, si possono facilmente riempire. Inoltre, grazie alla trasparenza del PET, spariscono di fatto alla vista.  Vista la comodità e il basso consumo di acqua, da qualche tempo uso i conetti come sistema stabile di innaffiamento delle piante di casa che, in questo modo, crescono più rigogliose, anche grazie a periodici inserimento di resine per culture idroponiche nelle bottiglie, resine che hanno la caratteristica di cedere lentamente all'acqua e alla pianta, le sostanze nutritive di cui ha bisogno.

Per le altre piante, quelle tenute all'esterno, rientrati dalla vacanze vi consiglio di togliere i conetti, di lavarli bene dalla terra e di asciugare, altrettanto bene, conetti, tappi e tubici al sole per evitare muffe, durante il loro stoccaggio invernale. E , ovviamente riprendete ad innaffiare regolarmente le vostre piante.

Il costo iniziale dei conetti è impegnativo ( qualche euro l'uno),  ma, se trattati con cura, sono eterni e in pochi anni, vista la sicura efficacia , si ripagheranno con l'evitato acquisto di nuovi gerani disidratati dalla vostra incuria.

domenica 2 agosto 2009

Biogas questo sconosciuto

Biogas e biometano hanno grandi potenzialità nel nostro paese, ma devono scontrarsi con burocrazia e incertezza normativa. Alla Solarexpo di Verona oggi si è fatto il punto della situazione del settore in Italia.

In Svezia oltre la metà del gas consumato è biometano, cioè biogas prodotto dalla fermentazione di residui agricoli, rifiuti organici e biomassa varia, purificato. In Germania gli impianti che producono elettricità da biogas sono circa 4mila e oltre una decina quelli che immettono biometano nei gasdotti. In Italia per l’elettricità prodotta da questa fonte abbiamo incentivi tra i più generosi in Europa, eppure in tutto non si superano i 500 impianti. Grandi potenzialità, dunque, ma anche ostacoli da superare. Primi fra tutti l’incertezza normativa e una burocrazia in mezzo alla quale è difficile districarsi. Oggi alla Fiera di Verona, durante il seminario internazionale Biogas e Biometano, ospitato da Solarexpo, si è fatto il punto sulla situazione italiana del settore. Che le potenzialità di questa fonte energetica siano buone lo dimostra la situazione tedesca, illustrata da Michael Köttner, dell’International Biogas & Bioenergie Kompetenzzentrum. Lì il biogas soddisfa già l’1,5% del fabbisogno elettrico nazionale, gli impianti collegati alla rete elettrica sono circa 4mila e gli addetti del settore 10mila. Ma, spiega, “ci sarebbero le potenzialità per arrivare a soddisfare il 17% del fabbisogno elettrico”. Gli impianti, alimentati preferibilmente a liquami da allevamenti, a costo zero, o a rifiuti, che ricevono un buon incentivo; funzionano molto anche con colture energetiche dedicate (dal mais, all’erba) e diventano economicamente convenienti nel momento in cui si recupera anche il calore prodotto bruciando il biogas oltre all’anidride carbonica.

Altro settore che sta crescendo molto in Germania è la produzione di biometano: biogas raffinato separando il metano dall’anidride carbonica e dalle altre impurità per essere immesso in rete o usato come carburante. In questo caso la convenienza si ha solo per impianti grandi, anche che raccolgano biogas da diversi piccoli produttori e in Germania le esperienze partite sono già 12. Da marzo 2008 una direttiva ne permette infatti l’immissione in rete e l’obiettivo tedesco è di arrivare ad avere entro il 2030 il 10% di biometano sul totale del gas immesso in rete.

Il biometano, fa notare Sergio Piccinini del Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA), sarebbe una soluzione particolarmente indicata per il nostro paese, che ha una rete capillare di gasdotti a bassa pressione (quindi compatibili con l’immissione di biogas) e che è il paese al mondo con più veicoli a metano (400 mila su un totale mondiale di 6 milioni). “Come carburante rinnovabile, il biometano - sottolinea Piccinini - ha un’efficienza ben maggiore rispetto agli altri carburanti rinnovabili: se da un ettaro di coltura energetica si ricaverebbero circa 14 chilowattora trasformandola in biodiesel, facendo biometano con lo stesso ettaro i kWh ottenuti sarebbero 59. Biogas e biometano assieme potrebbero coprire il 7-8% del fabbisogno elettrico, mentre il biometano potrebbe soddisfare il 10% del fabbisogno di gas naturale, in crescita e dipendente dalle importazioni. ” Peccato che in Italia - denuncia Piccinini - la produzione di biometano non goda di nessun tipo di incentivo”.

A godere di incentivi generosi in Italia è invece la produzione di energia elettrica da biogas. Se in Germania l’incentivazione - che è modulata a seconda della tecnologia usata, del tipo di substrato da cui si parte e di altre variabili - arriva al massimo a 22-23 euro cent/kWh, nel nostro paese 22 euro cent /kWh è la tariffa base, in vigore da gennaio 2009 per tutti gli impianti a biogas inferiori al megawatt (mentre per gli impianti più grandi o per chi voglia convertire l’incentivo in certificati verdi il coefficiente per unità di energia prodotta è di 1,1).

Per gli impianti legati ad una filiera corta che usi sottoprodotti e altri scarti agricoli la tariffa incentivante è addirittura di 30 centesimi (o un coefficiente di 1,8 per i CV). Parte di questi incentivi denuncia però Marino Berton, dell’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL), “stanno rimanendo sulla carta per carenze legislative: se la tariffa incentivante di 22 centesimi è finalmente entrata in vigore a gennaio, l’incentivo di 30 centesimi a kWh per la filiera corta agricola attende da 16 mesi i decreti attuativi.”

Quali siano i freni alle potenzialità di questa fonte energetica si capisce poi dalla presentazione della normativa del settore, fatta da Lorella Rossi del CRPA: il primo è sicuramente una burocrazia spesso difficile da interpretare e da adempiere. Incentivi ancora incerti e soggetti ai tempi lunghi della politica e una normativa bizantina che, come si scopre dalle domande del pubblico di operatori del settore, lascia zone d’ombra e ambiguità irrisolte. Come spiega Pietro Gattoni, membro del comitato esecutivo dell’European Biogas Association: “gli investimenti in questo settore hanno bisogno di un alto grado di pianificazione su diversi livelli, dall’impianto alla filiera di approvvigionamento e la difficoltà di coordinare questi livelli a livello burocratico e l’incertezza normativa si riflette negativamente sull’accesso al credito”. (Qualenergia.it)