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sabato 31 maggio 2008

I Rifiuti campani in germania recuperati con impianti a freddo

Segue la incredibile notizia ANSA, dell'8 maggio che nessun organo di informazione nazionale ha ripreso.

In sintesi una parte dei rifiuti campani spediti in Germania è gestito in impianti di trattamento meccanico biologico tipo quello che abbiamo visitato a Marzo dalle parte di Milano  e in forte sviluppo in Germania.

In questi impiant si provvede a bio-ossidare la frazione putrescibile e a separare i materiali recuperabili ( metalli, plastiche), mentre la frazione non riciclabile è usata come combustibile in impianti industriali ( cementifici).

Fa specie sapere che l' Italia, dopo aver pagato 200 euro a tonnellata alla Germania, reimporta dalla Germania , pagandoli di nuovo, i materiali post consumo prodotti in Campania che avrebbero potuto avere lo stesso trattamento negli impianti  FIBE campani, con simile tecnologia ma nel nostro caso  usati  (male) per produrre ecoballe per l'inceneritore e non per recuperare i materiali,



BERLINO, 21 MAG - I rifiuti campani già smaltiti in Sassonia non sono stati bruciati nei termovalorizzatori tedeschi, ma sono stati riciclati per ricavarne materie prime secondarie e composti organici che verranno venduti all’industria.   Il ’percorsò dell’immondizia italiana in Germania lo ha spiegato all’ANSA una portavoce del Ministero dell’Ambiente della Sassonia, sottolineando che niente è finito in discarica.«Questi rifiuti non sono stati bruciati» negli inceneritori, ha detto la portavoce. Anzitutto, ha spiegato sono stati separati i rifiuti organici da quelli solidi, che diventeranno poi materie prime secondarie (plastica, metallo, etc.).   Il resto, «una parte minore - ha proseguito - è statotrattato in un impianto meccanico-biologico e verrà venduto alle industrie», le quali bruciano questo materiale trasformandolo così in energia.   Ma il grosso dei rifiuti campani diventa materia prima secondaria. E l’Italia, oltre a fornire l’immondizia, svolge anche un ruolo importante nella fase successiva del percorso di quest’ultima. Il Paese, infatti, è al terzo posto, con 2,01 milioni di tonnellate, della graduatoria degli acquirenti di materie prime secondarie.(ANSA).

     CB21-MAG-08 17:09 NNN



 

Postato da: federico46 a 11:12 | link | commenti (3)
vedi napoli, materiali post consumo


Commenti:
#1  02 Giugno 2008 - 16:30
 
Certe notizie mi lasciano sempre perplesso. E a giudicare da come hanno parlato dell'arrivo/smaltimento degli ultimi rifiuti campani in Germania i giornali tedeschi (nessun riferimento al riciclaggio: http://www.bild.de/BILD/news/vermischtes/2008/05/21/muell-chaos/in-neapel,geo=4598844.html / http://www.rp-online.de/public/article/politik/deutschland/570330/NRW-setzt-Neapel-unter-Druck.html ), inizio a pensare che il giornalista dell'ANSA abbia mal riportato/interpretato quello che fanno in quello specifico impianto con dati più generali che poco hanno a che fare con i rifiuti della Campagna (la maggior parte dei quali finita... si direbbe... proprio negli inceneritori).
utente anonimo
#2  02 Giugno 2008 - 16:57
 
Le notizie che abbiamo è che parte dei rifiuti campani sono andati all'incenerimento, parte alll'impianto di trattamento meccanico biologico in questione, dove, dopo trattamento circa il 45% dei rifiuti è stato riciclato e una uguale frazione è stato trasformato in combustibile da rifiuto che i tedeschi usano per alimentare cementifici. La quota restante, inertizzat è stata messa a discarica. La tecnologia dell'impianto è simile a quello degli impianti CDR FIBE, con la piccola differeza che quelo tedesco funziona a regola d'arte.
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46
#3  02 Giugno 2008 - 17:56
 
Ma il punto o il problema della notizia diffusa dall'ANSA, per me, era quantificare almeno vagamente la parte dei rifiuti campani andati all'incenerimento e la parte di rifiuti campani finiti all'impianto di trattamento meccanico biologico, perchè se la tal notizia si mantiene sul vago e afferma che "il grosso dei rifiuti campani diventa materia prima secondaria" quando invece è solo il 45% di una piccola(?) frazione del totale (magari con qualità/caratteristiche ben diverse dal resto del rifiuto urbano campano arrivato) a fare questa fine, la notizia rischia di diventare leggenda metropolitana ed alimentare chissà quali aspettative da impianti che possono sì, fare la differenza, ma che non possono comunque far miracoli (come gli inceneritori, del resto). In poco tempo si è passati dalla diffidenza tedesca sulla qualità dei rifiuti campani all'oro del riciclaggio scaturito dagli stessi.
Si corre il rischio di confondere il filo d'erba con il fascio e far un papocchio fra specifici dati sul riciclo da rifiuto urbano, con il resto dei rifiuti che "circolano" e vengono riciclati/smaltiti in Germania e chissà cos'altro: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200805articoli/33123girata.asp

Massimo
utente anonimo
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Italia Nostra e la crisi dei rifiuti

Il Presidente Nazionale di Italia Nostra (IN), mi ha chiesto un contributo per la discussione in atto nel Direttivo Nazionale per definire la posizione di IN sulla emergenza dei rifiuti in Campania.



Ecco il mio documento:



Caro Presidente



alla luce di quello che sta succedendo, temo che IN debba con urgenza far sentire la propria autorevole voce sulla nascente Emergenza Democrazia e Legalità che ci coinvolge tutti.



Con la scusa dell'emergenza rifiuti, che da Napoli è ad arte estesa al resto del Paese, e con la scusa dell'emergenza energetica, con accordo bipartisan, stanno passando decreti che mettono il bavaglio alla informazione, al diritto alla salute, alla libertà di opinione, alla libertà della magistratura.



Come magistrato sei certo più in grado di me di cogliere i reali pericoli in atto e quindi di valutare quale posizione debba tenere IN per cercare di tutelare il rispetto della legalità e dei principi costituzionali.



Sulla situazione di Napoli e sulla paventata emergenza rifiuti estesa all'intera nazione e in particolare a tutte le regioni che non hanno ancora termovalorizzatori ( tra queste la Liguria), provo a sintetizzare l'opinione che mi sono fatto, girando da circa cinque anni il Paese, a sostegno di chi chiede una moderna gestione dei materiali post consumo e documentandomi sulle soluzioni al problema.



Tutte le analisi scientifiche dimostrano che le priorità da privilegiare sono la Riduzione, Il Recupero e il Riciclo delle materie.

La cosidetta termovalorizzazione è la scelta peggiore subito dopo la discarica tal quale, le due scelte a cui Bertolaso e il Governo vuol condannare la Campania e il resto del Paese.

Riduzione e riciclo devono essere privilegiati e Austria, Danimarca, Svezia lo fanno, tassando la cosidetta termovalorizzazione, in quanto il vero risparmio energetico si fa con il riciclo.

Anche la Germania non si sogna di agevolare i suoi tanti inceneritori che stanno sul mercato senza contributi pubblici e il fatto che trattano anche i rifiuti napoletani, significa che questi impianti, nella maggior parte realizzati negli anni ottanta, sono sovradimensionati, in quanto nel frattempo i tedeschi hanno scoperto i vantaggi del riciclo.

I nostri organi di disinformazione non hanno mai detto che  Germania e Austria  riciclano e compostano  il 50% e il 61 % dei loro MPC

e inceneriscono rispettivamente il 24 e l'11% dei loro scarti.

Gli stessi organi di disinformazione non ci fanno sapere che in questi due paesi ( ma anche in Italia) sono in forte crescita impianti di trattamento a freddo dei rifiuti (denominati Trattamenti meccanico biologici- TMB) che in 20 giorni biologicamente ossidano ad anidride carbonica e acqua gli scarti putrescibili e con metodi meccanici permettono il successivo recupero di vetro, metalli, plastiche e carte (http://federicovalerio.splinder.com/post/16483476)

E la crescita è dovuto al fatto che questi impianti sono molto flessibili, economici, ben accettati dalle popolazioni, a basso impatto ambientale.

Un comunicato ANSA, ignorato dai mass media nazionali, (http://federicovalerio.splinder.com/post/17307679) ci ha informato che gran parte dei treni carichi di rifiuti campani vanno in un impianto TMB, in particolare nel nuovo impianto TMB di Croebern, alle porte di Lipsia. E sembra che i materiali recuperati ( metalli, vetro, plastiche..) siano rivendute alle nostre aziende che da sempre riutilizzano materiali da recupero, visto che il nostro Paese non brilla come produttore di materie prime.

Il problema è che sono impianti TMB anche gli impianti CDR della FIBE che hanno prodotto le piramidi di ecoballe e le indagini della magistratura, che si vogliono impedire in nome dell'emergenza, vogliono accertare l'illegalità di questa situazione che ha una semplice spiegazione:

le ecoballe più pesano e più valgono, in quanto il loro futuro incenerimento vale oro, tanto è vero che sono a garanzia per le banche che hanno finanziato il termovalorizzatore di Acerra. E il loro valore è dato dal riconoscimento  che i rifiuti sono una fonte di energia rinnovabile finanziata con i certificati verdi , un falso ideologico, una anomalia tutta italiana a danno delle famiglie italiane.

La crisi dei rifiuti campani non è certo colpa degli untorelli verdi , o del povero Pecoraro Scanio, ma di una scelta altamente rimunerativa per i gestori, quale quella dei termovalorizzatori,ma  estremamente rigida, costosa e comunque inquinante, anche adottando le ultime tecnologie (http://federicovalerio.splinder.com/post/17260201) . La scelta degli inceneritori per i venti anni richiesti  per gli ammortamenti del capitale investito, blocca  di fatto tutte le altre alternative più utili alla comunità. E questa scelta antiquata accomuna i governi di destra e di sinistra e  in nome dell'emergenza, e dei comuni interessi politici ed industriali,  si cercherà di estendere al resto del paese.

Per favorire la termovalorizzazione, in 15 anni di emergenza in Campania, con una spesa incredibile di danaro pubblico, non si è fatto nulla per fare raccolte differenziate degne di paesi civili (ma che non ricevono sovvenzioni),  per costruire ìmpianti di compostaggio ( che non ricevono incentivi), per ridurre la produzione dei rifiuti ( ad esempio con il compostaggio domestico) che toglie combustibile agli inceneritori.

E la mancata realizzazione dell'inceneritore, nei 12 mesi previsti (ripeto non certamente a causa di ambientalisti e della camorra) ha fatto saltare il sistema.



Che fare?



Provo a dirti che cosa avrei fatto se fossi stato nominato al posto di Bertolaso, per risolvere l'emergenza ed avviare un ciclo dei materiali post consumo flessibile, a basso impatto ambientale e in linee con le moderne scelte:



Obbligo per tutti gli inceneritori italiani e impianti MTB italiani ad accettare rifiuti campani con scorta militare nel trasporto per evitare infiltrazioni camorristiche

Accordi pluriennali con la Germania  e la Svizzera per il trattamento  ad esaurimento delle ecoballe

Obbligo della raccolta differenziata dell'umido in tutti i mercatali e nei centri commerciali campani

Forti incentivi economici per tutte le famiglie che autocertificano il compostaggio domestico e che usano pannolini per bambini lavabili

Riduzioni sulla tariffa rifiuti per tutti i centri commerciali che attuano iniziative per ridurre gli imballaggi ( erogatori alla spina, prodotti sfusi) e che organizzano la raccolta dei vuoti ( flaconi, bottiglie) dei loro clienti

Procedure accelerate per la realizzazione dei dieci impianti di compostaggio gia programmati in Campania

Avvio realizzazione  impianti di trattamento anaerobico della frazione umida con produzione di bio-metano

Realizzazione di impianti di emergenza di compostaggio in tunnel, distribuiti nelle campagne Campane

Revamping degli impianti MTB  FiBE finalizzandoli alla inertizzazione  dei rifiuti e al recupero di materia ( se tecnicamente possibile)

Invece dei tre nuovi termovalorizzatori, tre impianti MTB che si realizzano in metà tempo e non producono  residui tossici

Uso della frazione ad alto potere calorifico prodotto dagli impianti MTB nei cementifici campani

Obbligo a tutti i comuni di avviare la raccolta porta a porta e applicare la Tariffa puntuale

Realizzazione di centri di recupero dei materiali ( vetro, metalli, plastiche, carta) sul modello di Vedelago (www.centroriciclo.com)

Utilizzo delle cave dismesse  (Chiaiano) per lo stoccaggio provvisorio degli scarti inertizzati con trattamento MTB





Postato da: federico46 a 12:56 | link | commenti (4)
ambiente e società, vedi napoli, materiali post consumo


Commenti:
#1  31 Maggio 2008 - 12:29
 
La VOGLIO al posto di Bertolaso. Vorrei scriverlo in maiuscolo 100000.
Gemma
Brescia


(Se andiamo a leggere i link postati dal dott. Stefano Montanari sul suo blog a proposito di Bertolaso c'è da inorridire.)
utente anonimo
#2  31 Maggio 2008 - 19:04
 
Gentile Dott. Valerio,
ho appena fatto una ricerca internet per conoscere qualcosa sui generatori di elettricità da rifiuti umidi casalinghi per casa propria. Naturalmente la ricerca va fatta in inglese, e infatti non ho capito bene se esistono già. Forse in Australia o in America, ma è possibile reperire da noi qualcosa di simile? sarei molto curiosa: potrei attrezzare casa mia per ottenere energia elettrica dalle mie bucce di banana?
Grazie
Gemma
utente anonimo
#3  31 Maggio 2008 - 19:17
 
Aggiungo che in italiano non trovo nulla. Non si parla d'altro che di combustione. Io volevo trovare qualcosa che si basi sulla trasformazione naturale da biomassa a elettricità. Perchè, quando si taglia l'erba e la si lascia suo prato, si sente il calore sotto quello strato d'erba? giusto?
utente anonimo
#4  01 Giugno 2008 - 11:43
 
Cara lettrice anonima
è possibile produrre elettricità con una banana, ma dubito che la cosa si possa fare a livello domestico. Bisogna prima digerire anaerobicamente la banana e trasformarla in metano, poi usare il metano per far girare un motore collegato ad un generatore di elettricità.
E' quello che si fa in impianti industriali dove si inviano tutte le bucce di banana prodotte dagli abitanti di una città, raccolte in modo differenziato, ovviamente insieme agli altri scarti di cibo.
Se vuoi renderti autonoma, ti consiglio un bell'impianto fotovoltaico sul tetto. Se sei risparmiosa, dieci metri quadrati ti dovrebbero bastare. Il costo è alto (non più di una automobile di medio livello) ma ci sono interessanti sovvenzioni statali che ti permetttono di ripagare l'investimento in pochi anni. Per tutti gli altri (fino a 30) la tua bolletta elettrica, sarebbe azzerata.
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venerdì 30 maggio 2008

Di Pietro risponde

Dopo la trasmissione di EXIT sulla gestione dei MPC ho inviato una lettera aperta agli onorevoli Realacci e Matteoli ( vedi Blog) e per cooscenza al Ministro Prestigiacomo e all'on Di Pietro.

Il primo a rispondere è stato l'on Di Pietro.



All' on Di Pietro  ho ricordato il nostro incontro alcuni anni or sono in cui, io come consulente dell'Istituto Tumori e lui come magistrato, difendevamo gli interessi della comunità di Cologna Veneta contraria alla realizzazione di un impianto a Combustibile da Rifiuti nel loro territorio a vocazione agricola.



Segue lo scambio di lettere





Gentile Federico,



            ha ragione quando parla di ciclo dei rifiuti con  Riduzione, Riuso, Riciclo e Compostaggio e quello che resta in discarica.



            Pe quanto riguarda i termovalorizzatori noi cerchiamo di proporre i dissociatori molecolari che lavorano ad una temperatra minore di 400 gradi e sono più sicuri.



            Grazie anche della lettera aperta per gli on. Realacci e Matteoli



Antonio Di Pietro





Onorevole Di Pietro

la ringrazio per la sua pronta  risposta

La invito a seguire, anche con i rappresentanti locali di Italia dei Valori , il Modello Genova che stiamo contribuendo a costruire insieme con l'amministrazione Comunale con l'obiettivo che Riduzione, Riuso, Riciclo e Compostaggio siano davvero scelte prioritarie.

Mi creda è una vera rivoluzione nel deprimente quadro nazionale

Buon lavoro, contiamo anche sul suo impegno-

A sua disposizione per eventuali richieste di approfondimento

Federico Valerio

mercoledì 28 maggio 2008

Modello Genova IV passo

Modello Genova IV passo
La Cina è vicinaIeri il Modello Genova, il modello per una gestione dei Materiali Post consumo contro-tendenza , ha mosso il quarto piccolo passo.Il Comune, nelle vesti dell'Assessore al Ciclo delle Acque e dei Materiali post Consumo, l'ingegnere Carlo Senesi, ha avviato alla grande una campagna a favore dell'acqua del rubinetto, del "bronzin"  ,come si dice da queste parti. Genova ha la fortuna di avere un'acqua buona, grazie ai grandi bacini costruiti nell'entroterra, lontani da fonti di inquinamento, assolutamente competiva, come qualità, con le più care acque imbottigliate.

Obbiettivo dichiarato della campagna, oltre quello di risparmiare un bel pò di soldi, anche quello di ridurre la produzione dei rifiuti se, come certamente avverrà, caraffe, bottiglie e bicchieri  di vetro sostituiranno bottiglie e bicchieri in plastica.Il Comune ha cominciato a dare il buon esempio: bottiglie e bicchieri di plastica bandite dal Consiglio Comunale e dalle mense scolastiche, sostituite da bottiglie e bicchieri in vetro

E per dare dignità alla buona acqua del bronzin , l'acqua di Genova ha anche un marchio DOP: Acqua di S. Giorgio. E per incentivare questo consumo e per mandare altri messaggi positivi alla città,  per chi consegnerà dieci bottiglie di plastica ci sarà un regalo: una bella bottiglia con tanto di bicchieri con il nuovo marchio.

E in sintonia con la nuova aria che si respira in città, l'AMIU, l'azienda per la nettezza urbana, provvederà a ritirare e a riciclare tutte le bottiglie in plastica così raccolte.




Postato da: federico46 a 12:08 | link | commenti (2)
ambiente e società, materiali post consumo, rifiuti zero


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#1  28 Maggio 2008 - 15:07
 
Da convinta ambientalista e contrarissima alla costruzione di inceneritori in qualsivoglia luogo, solo oggi mi accorgo di non essere stata a conoscenza del Suo impegno e di questo suo formidabile blog. Quindi la ringrazio per "esserci" e le pongo insieme una dubbio/domanda: perché il presidente di AMIU, intervistato da Primocanale in riferimento all'avvio della raccolta "porta a porta" a Sestri, tira nuovamente in ballo il "termovalorizzatore" come esito finale della raccolta stessa?? Dai suoi post sul "modello Genova", letti tutti di seguito oggi, Lei pare e pareva essere convinto che l'incenerimento fosse definitivamente stato escluso... Che ne dice?
Ancora complimenti.
Simona
utente anonimo
#2  28 Maggio 2008 - 20:33
 
E' probabile che il Presidente Momigliano ancora creda alla favola del termovalorizzatore che fa fare tanti utili e fa sparire i rifiuti. Il fatto che non è l'AMIU che deve decide, ma il maggior azionista, il Comune. E oggi il Comune ha idee diverse.
Il modello genova è un percorso in salita, ma se il porta a porta si consolida e si estende, se i genovesi rispondono all'invito di produrre meno rifiuti ce la possiamo fare a mettere in soffitta il termovalorizzatore
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martedì 27 maggio 2008

Flessibilità

Flessibilità
Biocella Una interessante lettura, dal Rapporto del 2003 della Commissione Europea sulla produzione ed uso di Combustibili da Rifiuto  www.wbcsd.ch/web/projects/cement/tf2/rdf.pdf.

A pag 108 si legge questa frase:

"Ci sono forti argomenti che dimostrano che in una strategia di successo per la gestione dei rifiuti , la necessità di trattamenti della frazione residuale (al riciclo e al riuso: ndr) debba essere in diminuzione e non in aumento. In paesi dove l'incenerimento è il principale sistema di trattamento della frazione residuale, è la rigidità degli inceneritori che da origine a questi problemi. Questo è un fatto ben documentato. Questo stesso commento riguarda gli impianti di pirolisi e di gasificazione che stanno attirando molte attenzioni.

Poichè la  mancanza di flessibilità è un'ostacolo al futuro sviluppo del riciclo e di politiche di riduzione alla fonte (bisognerebbe anche riflettere sul fatto che gli inceneritori hanno un tipico tempo di ammortamento di circa 20 anni), tale rigidità nel sistema di gestione adottato, dovrebbe essere attivamente scoraggiata"

In sintesi la scelta nazionale di affrontare la crisi campana ( e poi quella laziale e quella toscana e quella siciliana..) con gli inceneritori, blocca per almeno 20 anni ogni reale prospettiva di  sviluppare politiche di riduzione, di riciclo e di compostaggio, con oggettivi danni economici ed ambientali  per la popolazione interessata.

Segnalo che i dati più recenti vedono l'Austria riciclare e compostare il 61% dei suoi MPC urbani ed incenerire solo l' 11 %. La Germania ricicla e composta il 50,3% e incenerisce il 24,5%.

Ricordo che i trattamenti meccanico biologici sono estremamente flessibili nell'uso, permettono recuperi di materia e di energia ( biometano)  e  non ostacolano politiche di riduzione e riciclo e non a caso hanno un ruolo determinante e in forte crescita  nelle politiche di gestione dei MPC di questi due paesi.

La notizia che la "monnezza" napoletana trasferita in Germania sia trattata prevalentemente con TMB non stupisce affatto e meriterebbe una maggiore pubblicizzazione sui mass-media.

Su questa linea (privilegiare riciclo e trattamenti meccanico biologici) si stanno anche orientando Inghilterra, Irlanda, Spagna.

domenica 25 maggio 2008

Cabina di Regia

Cabina di Regia
Trattamento meccanico biologicoQuesta mattina un abitante di Chiaiano è stato ospitato a Prima Pagina (Rai 3). Ha precisato di aver partecipato alle manisfestazione contro l'uso delle ex cave di tufo quali discariche dei rifiuti napoletani, ma ha anche precisato di non essere contrario al fatto che le cave sotto casa potessero ospitare scarti derivanti dalla raccolta differeziata: ferro, plastica, vetro, persino l'umido. Ma di rifiuti indifferenziati non se ne parla proprio.

Concordo con questa posizione.



Questo intervento mi ha fatto ricordare che nel novembre 2006, a Roma, durante un'audizione con la Cabina di Regia per le emergenze rifiuti (una commissione tecnica del Ministero dell'Ambiente), il Presidente ascoltò con interesse la mia relazione sui trattamenti meccanico biologici e mi chiese se gli scarti biostabilizzati dopo questo trattamento fossero compatibili con lo stoccaggio in ex-cave. La mia risposta fu che con i dovuti e ben documentati accorgimenti questa scelta sarebbe stata possibile, in quanto il trattamento biologico, se ben condotto, avrebbe eliminato i problemi di eluato e di emissioni degli scarti umidi.

Come sapete di questo e di altri pareri che avrebbero fatto uscire  Napoli dal tunnel della eterna emergenza non se ne fatto nulla. Nell'anno e mezzo che è passato  da quella audizione, si sarebbe potuto realizzare un serio impianto MBT da 150.000 tonnellate, si sarebbe potuto realizzare i 10 impianti di compostaggio già previsti e si sarebbe potuto organizzare la raccolta porta a porta in gran parte della provincia.

Evidentementente era meglio continuare con la politica della produzione  ad oltranza delle eco-balle.

E ora, il nuovo governo, oltre a mostrare i muscoli con i deboli che cosa intende fare?

Sto capendo male , se pare che  oltre a  dieci discariche del tal quale nell'immediato e a quattro inceneritori tra trenta mesi non ci sia nient'altro?

Postato da: federico46 a 11:44 | link | commenti (5)
ambiente e società, vedi napoli


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#1  25 Maggio 2008 - 17:55
 
domenica 25 maggio 2008
Spazzatura e manganelli

Marco Cedolin

A Chiaiano, come a Serre, come in Val di Susa, la lunga teoria dei manganelli continua a perpetuarsi sempre uguale a sé stessa, senza alcuna logica che prescinda dalla sopraffazione violenta calata come un maglio sulla testa dei cittadini.
Cambiano i governi ma non cambiano i metodi, non cambia la protervia e neppure l’arroganza di una classe politica che dopo avere scaricato sulle spalle della popolazione le conseguenze della propria manifesta incapacità, continua a gestire il dissenso facendo bastonare dalle forze dell’ordine chiunque osi opporsi alle decisioni scellerate partorite nell’oscurità dei bugigattoli del potere.

Anche a Chiaiano come prima di oggi in molti altri “angoli” d’Italia i cittadini che scendono in strada per difendere il proprio diritto ad esistere, vengono considerati alla stessa stregua di un nemico da abbattere, un nemico composto da uomini, donne e bambini con le braccia alzate, tanto più pericoloso quanto più eterogeneo, multiforme ed armato di sola tenacia.
Quale credibilità può avere un governo che ordina di manganellare i cittadini che dovrebbe rappresentare ogni qualvolta intendono far valere i propri diritti? Quale credibilità può avere uno Stato che usa l’esercito per tentare di annientare le sacrosante proteste della popolazione? Quale credibilità può avere una classe politica che discetta di democrazia nascondendosi dietro ai caschi e agli scudi della polizia?

La notte di questa Italia, senza stelle e senza luna, continua a farsi sempre più buia, buia come la notte di Chiaiano che sprofonda in quel baratro sempre più profondo che separa il potere accoccolato nelle ville in Sardegna e negli attici romani da tutti coloro che sono costretti a difendere con i denti la propria “vita”. Una vita da cittadini “normali” trasformatisi improvvisamente in delinquenti, rivoltosi e terroristi, per la sola ragione di avere avuto il coraggio di dire NO a chi dopo avergli rubato il presente intendeva rubare loro anche il futuro.
utente anonimo
#2  25 Maggio 2008 - 22:20
 
Pare che nel DL siano indicati i seguenti tipi di materiali da mettere nelle discariche (indicati solo con codici, spero di tradurli bene):

.. Gli impianti di cui al comma 1 sono autorizzati allo smaltimento
dei rifiuti contraddistinti dai seguenti codici CER:
19.12.12; altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211 (che sarebbe altri rifiuti compresi i materiali misti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose) [cmq previste sotto]

19.05.01; parte di rifiuti urbani e simili non compostata

19.05.03; compost fuori specifica

20.03.01; rifiuti dei mercati

19.01.12; ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 190111 (ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose) [cmq previste sotto]

19.01.14; ceneri leggere, diverse da quelle di cui alla voce 190113 (ceneri leggere, contenenti sostanze pericolose) [cmq previste sotto]

19.02.06; fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce 190205 (fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose) [cmq previste sotto]

presso i suddetti impianti e' inoltre autorizzato lo smaltimento dei rifiuti contraddistinti dai seguenti codici CER:
19.01.11*; ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose
19.01.13*; ceneri leggere, contenenti sostanze pericolose
19.02.05*; fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose
, nonche'
19.12.11*; altri rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose
per il solo parametro «idrocarburi totali», provenienti dagli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti urbani, alla stregua delle previsioni derogatorie di cui all'articolo 18...."

Secondo lei si puo' dire che stanno facendo il gioco "sporco", che non è solo per la "munnezza"? E' prevista una maggiore invasione di rifiuti tossici, solo che questa volta non è illegale ma sarà... "a norma di legge"!
utente anonimo
#3  26 Maggio 2008 - 05:48
 
Se il decreto fa esatamente questo elenco, a Chiaiano finiranno non sole i rifiuti urbani ( la monnezza) ma anche rifiuti speciali e pericolosi, in particolare le ceneri dei costruendi inceneritori la cui vera pericolosità, specialmente in assenza di una seria differenziata, è oggetto di studio e probabilmente sottovalutata dalle attuali normative. E' un argomento che occorre assolutamente approfondire.
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46
#4  26 Maggio 2008 - 16:24
 
Forse sono una giovane ancora priva di esperienza, forse sono una sognatrice o forse sono una che crede troppo in quelle che sono le leggi della materia e dell'energia...ma io ho davvero bisogno di capire perchè il governo, destra o sinistra non fa più differenza, non riesce a capire di dover tralasciare gli interessi privati e iniziare davvero a lavorare per il Paese. Io trovo assurdo che concetti di raccolta differenziata e incenerimento vadano a braccetto, si perchè quando ascolto le varie proposte anche qui nel mio comune, sembra sempre che la raccolta differenziata sia finalizzata all'incenerimento, selezionando la materia si può ricavare più energia durante l'incenerimento, questa è la logica che giustifica l'incenerimento con a monte una raccolta differenziata. Io ho sempre pensato che la destinazione finale di una raccolta differnziata fosse il riciclo della materia, con il conseguente risparmio di risorse e di enrgia, e in quest'ottica di roba di inecenerire ne resta davvero poca: questa è la mia idea di rifiuto-risorsa. Capisco il business che c'è dietro i rifiuti, capisco che gli inceneritori stanno diventando le nuove fonti reddito per molti privati imprenditori, ma mi domando e dico, caro professor Valerio, possibile che gli italiani accettino tutto questo e si lascino abbindolare da una massa di ciarlatani che fanno leggi e piani senza un minimo di competenza scientifica? La Prestigiacomo ministro dell'ambiente, ma quanto ne sa lei di ambiente? Io credo nella raccolta differenziata, nel riciclo della materia, nella produzione di biogas dal compost, nella creazione di discariche ben progettate e impatto minimo (non dico zero, poichè secondo me nulla ha impatto zero). Non c'è via di uscita? Non si puossono fare progetti di sviluppo davvero sostenibile. Io mi sento profondamente delusa dalla società che mi si presenta, da uno Stato incompetente e cieco che deve costruire il mio futuro. C'è un modo per far fronte a questo sperpero di denaro pubblico e di buon senso?

Sefora Inzaghi Avezzano -L'Aquila-
utente anonimo
#5  27 Maggio 2008 - 09:46
 
volevo manifestare tutta la solidarietà a voi e alla vostra causa,complimenti per l'impegno che state mostrando in una situazione veramente difficile.

credo che dopo quanto è avvenuto in passato la credibilità dello stato, amministrazioni e alcuni tecnici che hanno certificato! l'assurdo "senza poi pagare alcuna conseguenza"
sia veramente ridotta al minimo.

oggi i mezzi di informazione incredibilmente invece di cercare i colpevoli di tale disastro colpevolizzano chi chiede una maggiore attenzione nella scelta della localizzazione delle discariche chi vuole un maggior controllo su un urbanizzazione selvaggia che poi porta alle conseguenze che tutti stiamo vedendo.



Marco da Roma.

venerdì 23 maggio 2008

L'Avvocato del Diavolo

L'avvocato del diavolo
L'amico Gianni Mattioli si è messo a fare l'Avvocato del Diavolo e mi ha chiesto dieci buoni motivi per relegare gli inceneritori ad un ruolo marginale nella gestione dei materiali post consumo.

Ecco la mia risposta:



Caro Gianni

eccoti qualche ragione a supporto di scelte che giustificano un ricorso marginale all'incenerimento con recupero energetico ( 10-15%):



- E' il sistema di trattamento più costoso

- Ha tempi di ammortamento  degli investimenti eccessivamente lunghi (20 anni)

- Necessita di grandi economie di scala

- Si pone in oggettiva concorrenza con un riciclo poco più che dignitoso, 40-50% ( riciclo vero, non  quello che è un incenerimento mascherato come avviene per le plastiche miste raccolte in modo differenziato con il sistema a campane, di così bassa qualità che il loro incenerimento è garantito). Se il riciclo supera questa quota anche con le plastiche ( presenti nei rifiuti per il 15-20% in peso) non c'è più niente da bruciare

- E' un sistema rigido, incapace di assecondare i mutamenti in atto: aumento riciclo con il porta a porta, avvio di politiche di riduzione ( vuoto a rendere), introduzione di imballaggi biodegradabili, recuperi con sistemi di selezione meccanici

- Gli attuali incentivi a favore dell'elettricità prodotta con l'incenerimento creano una concorrenza sleale con tutti gli altri metodi di recupero

- Non elimina affatto la necessità di discariche, produce rifiuti solidi pari al 20-30% del materiale in ingresso

- L'ecotossicità delle ceneri è ancora oggetto di studio e i risultati segnalano che questo problema è stato ampiamente sottovalutato.

- Sono prevedibili ed auspicabili norme comunitarie più restrittive  per la gestione delle ceneri, norme che inevitabilmente aggraveranno costi e consumi energetici.

- Trasforma in composti tossici (fumi e ceneri) composti sostanzialmente innocui ( imballaggi) o igienizzabili con tecniche biologiche ( compostaggio e fermentazione anaerobica).

- Per i nostri climi il teleriscaldamento non giustifica l'investimento in queste tecnologie

- La realizzazione di impianti di incenerimento nei centri abitati per utilizzare il teleriscaldamento  aumenta imprudentemente  il numero degli esposti

- Le attuali normative  europee per i composti persistenti e i distruttori del sistema endocrino  emessi dagli inceneritori non tengono conto dei reali meccanismi di esposizione (accumulo nell'ambiente e lungo la catena alimentare e l'effetto cumulativo delle altre fonti di questi composti ).

- Norme giapponesi in cui si conteggiano le diossine presenti nei fumi e nelle ceneri non sarebbero rispettate da impianti italiani che vanno per la maggiore

- Un moderno inceneritore emette meno inquinanti in atmosfera per unità di volume di fumi, di uno della penultima generazione ma la sua capacità per l'economia di scala è enormemente aumentata( 600.000 -700.000 ton/anno), con immissione nell'ambiente di quantità  di composti persistenti non molto dissimile di quella prodotta dai vecchi impianti più piccoli ( 90-100.000 ton/anno).

- Gli studi epidemiologici ben fatti segnalano rischi sanitari per la popolazione esposta ai fumi degli inceneritori. Questo significa che i composti emessi da questi impianti hanno un effetto biologico dannoso per la salute. E' probabile che i rischi maggiori siano creati dai composti persistenti e bioaccumulabili che continuano ad essere prodotti ed emessi anche dai nuovi impianti

_ a confronto con il riciclo, in base a serie analisi di cicli di vita  è quest'ultimo che ha minor impatto ambientale, maggior risparmio energetico e minore emissioni di gas serra. E questo vale sia per la plastica che per la carta.

- Si mette in concorrenza  sleale con chi ricicla carta e legno, sottraendogli indispensabili materie seconde

- Non è una scelta obblgatoria: un giusto mix di riduzione, riciclo, compostaggio, fermentazione anaerobica con produzione di bio-metano e trattamenti meccanico biologici per la frazione indifferenziata e si può chiudere il cerchio, mettendo a stoccaggio una quantità di scarti inerti pari alle ceneri che, a parità di materiali trattati, il modello Brescia avrebbe prodotto.

- Stanno entrando sul mercato tecniche di separazione e trattamenti chimici e biochimici delle frazioni miste di cellulosa e plastiche ( quello che residua da trattamenti meccanico biologici) in grado di offrire ulteriori recuperi di materia e la produzione di combustibili liquidi ( gasolio)



- Gli inceneritori austriaci immettono in atmosfera 44 nanogrammi di diossine equivalenti ogni 1000 chili di rifiuti inceneriti, alcuni dei migliori inceneritori italiani viaggiano sui 170 ng/ ton.



- Se si sommano le diossine emesse nei fumi con quelle presenti nelle ceneri , nella maggior parte dei casi questa quantità  (10400 ng/ton ) è maggiore di quella presente nei rifiuti (2700 ng/ton nel 1999  e in ulteriore diminuzione in corrispondenza ad una minore contaminazione dei nostri cibi con l'eccezzione della mozzarella di bufala nostrana



- Le concentrazione di metalli tossici, idrocarburi policiclici aromatici, diossine che si trovano nelle ceneri sono spesso maggiori di quelle presenti nei rifiuti inceneriti.



Può bastare?

Postato da: federico46 a 22:12 | link | commenti (5)
ambiente e salute, materiali post consumo


Commenti:

#1  22 Maggio 2008 - 12:58
Grande dottor Valerio!
Per la parte dei poli-accoppiati cellulosa-alluminio come il Tetrapak, in Italia dovrebbero già esserci degli impianti per il suo recupero. Questo stando a quanto il sito del Tetrapak comunica. Speriamo che il ministro Mattioli prenda seriamente in considerazione ciò che lei gli ha riferito.

Grazie per il suo lavoro!
Elia
utente anonimo

#2  22 Maggio 2008 - 14:28
Ottime considerazioni.
L'unico obiettivo serio e concreto di qualsiasi amministrazione pubblica dovrebbe essere quello di puntare ad una % di incenerimento = 0, ovvero alla tutela della salute dei cittadini.
Se non sbaglio, l'amico cui fa riferimento il prof. Valerio non è il ministro Matteoli ma un ex parlamentare dei Verdi.

Occorre insistere con gli attuali politici e sfinire i nuovi ministri con questi e altri articoli, invitandoli a visitare i luoghi dove la strategia "rifiuti zero" è una realtà!

Altrimenti tra qualche mese ci troveremo di fronte a schiere di super-esperti pro-cancrovalorizzatori stipendiati dal politicante di turno che con 5-10 interventi in trasmissioni TV, radio, giornali, propugneranno il solito elogio del recupero energetico ....
utente anonimo

#3  23 Maggio 2008 - 12:58
il tetrapak va riprogettato
non riciclato, non smaltito:
RIprogettato.

è troppo energivono nella produzione/assorbimento di materie prime
è troppo energivoro post consumo.

Rifiuti zero è questo:
gestione ottimale e riduzione di quanto possibile (più dell'80% del totale OGGI)
riprogettazione industriale di materiali problematici.

Aggiungo il centro di Vedelago per completare il cerchio ben espresso dal Professor Valerio, e arrivare al 99% di riutilizzo complessivo, anche del malamente definito "secco non riciclabile":

http://it.youtube.com/watch?v=VJ7ZWkSPqOM

Comune di Capannori, 45mila abitanti:
(porta a porta)

Sul sito si trova anche una scheda sull'esperienza di Capannori sulla raccolta differenziata ed il percorso verso rifiuti zero:
www.comune.capannori.lu.it

Un cordiale saluto, Roberto Pirani
www.buonsenso.info
utente anonimo

#4  23 Maggio 2008 - 13:01
le virgolette....

"Il risparmio di conferimento è stato per l’anno 2007 di 2.348.000 euro
Con queste risorse abbiamo potuto autofinanziare il passaggio al nuovo sistema" (porta a porta)

Comune di Capannori comunicazione ufficiale

(le chiacchiere da bar le lasciamo ai fantasisti bipartisan a media unificati)
utente anonimo

#5  23 Maggio 2008 - 21:42
Grande Valerio!

No, non può bastare, ne vorranno sempre di più, dato che basta un veronesi che dice "zero" in TV per annullare le montagne di dati a sfavore.

Aggiungerei che l'utilizzo degli inceneritori toglie qualsiasi necessità di investimento verso politiche di riduzione, pertanto così come accade ad esempio a Brescia, più capacità di incenerimento si correla con un aumento spaventoso di rifiuto procapite prodotto nella stessa zona di pertinenza.

Aggiungiamo anche che l'energia recuperata è circa quattro volte inferiore rispetto a quella risparmiata riciclando.

Per ultimo aggiungerei la svalutazione degli immobili che si ritrovano ad essere circostanti alla zona di ubicazione dell'impianto..

Devo continuare anche io ?
utente anonimo

martedì 20 maggio 2008

La Preoccupazione Aumenta

La preoccupazione aumenta
Confesso che il mio livello di preoccupazione alla luce di quanto ha fatto il governo uscente e a quanto si appresta a fare quello entrante è in forte aumento.

La gestione della crisi napoletana sarà la cartina di tornasole di quanto ci attende nei prossimi anni.

Sarà difficile ma non è il caso di rassegnarsi, allego il documento della Assise di Napoli che illustra bene cosa sta succedendo.

Appello per il ripristino della legalità in Campania

per bloccare la strage del diritto e della Costituzione

Oggi in Campania i cittadini hanno perso i diritti garantiti dalla Costituzione e sono diventati schiavi. Una schiavitù provocata - contro i principi dello stato di diritto – dal protrarsi per 14 anni delle “procedure di emergenza” che consentono ai commissari straordinari, nominati dal Governo, di agire in deroga ad ogni legge dello Stato.

Tali procedure, infatti, se correttamente utilizzate, possono essere uno strumento utile per risolvere situazioni emergenziali. Ma che cosa significa “correttamente utilizzate”?

Quello che recita la legge 225/1992 sullo stato di emergenza in caso di calamità naturali: cioè, che con una Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM) un commissario straordinario può agire in deroga ad ogni disposizione vigente, ma sempre nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Il che vuol dire:

-          che l’“emergenza” deve essere limitata nel tempo e sul territorio;

-          che ogni deroga richiede un’esauriente motivazione e deve essere puntuale (in quanto non è possibile derogare genericamente a un settore dell’ordinamento giuridico);

-          che le competenze del commissario devono essere precisamente individuate per evitare che si creino sovrapposizioni tra la struttura commissariale – per sua natura temporanea – e le strutture delle amministrazioni locali, con l’inevitabile deresponsabilizzazione di queste ultime. 

Ma queste indicazioni della legge sono state stravolte in Campania, dove l’abnorme durata della suddetta emergenza e l’incontenibile quantità di OPCM (alcune emesse addirittura con cadenza settimanale) hanno determinato un numero talmente imprecisato di “deroghe” e di “deroghe delle deroghe” da determinare oggi in Italia un doppio quadro dell’ordinamento giuridico: un ordinamento giuridico generale, fondato sul principio di legalità, ed un ordinamento giuridico parallelo, che è quasi una contraddizione chiamare “giuridico” perché è una sorta di porta aperta alla deregulation più totale.

Infatti, a partire dall’ordinanza 2425 del 1996 - che affidava al commissario straordinario la stesura del piano per la gestione dei rifiuti campani e la realizzazione delle opere necessarie - ai commissari per l’emergenza rifiuti è stato consentito in questi anni di operare in deroga:

·         alla normativa sulle espropriazioni e sui vincoli idrogeologici e paesistici;

·         alla normativa sulla partecipazione da parte dei cittadini;

·         alla normativa sulla localizzazione delle opere pubbliche;

·         alla normativa in materia di rifiuti e alla normativa tecnica in materia di discariche;

·         alla normativa in materia di contrattualistica pubblica sia interna sia a livello comunitario;

·         alla normativa sull’impatto ambientale;

·         fino alla ordinanza del gennaio 2008, che addirittura non specifica più neanche le leggi alle quali il commissario può derogare, ma prevede addirittura una deroga generica.

E il risultato degli oltre 1000 milioni di euro spesi finora dall’elefantiaca struttura commissariale è la prova inequivocabile del fallimento di questo procedere: perché le scelte fatte da varii commissari, fuori da ogni regola, hanno provocato disastri peggiori di quelli cui si voleva rimediare, rendendo la Campania vittima di un disastro giuridico oltre che ambientale e sanitario.

Il regime commissariale non ha infatti permesso l’applicazione della direttiva comunitaria 31/1999, che obbliga gli stati membri ad elaborare strategie per la riduzione dei rifiuti e vieta lo smaltimento di quelli biodegradabili in discarica, nonché impegna a predisporre misure particolari per lo smaltimento dei rifiuti speciali. Inoltre, in questi 14 anni, il sistema emergenziale ha consentito che si violasse la normativa di attuazione delle direttive europee, relativa al recupero della materia, in base alla quale «i rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti, potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero dei rifiuti, con particolare riferimento al reimpiego di materie prime e di prodotti ottenuti dalla raccolta differenziata (D.Lgs. n. 22 1997 artt. 4 e 5)». Infine si è permesso che venisse predisposto un Piano di smaltimento dei rifiuti solidi urbani totalmente sbilanciato sull’impiantistica ed in particolare sull’incenerimento, in contraddizione con la normativa che prevede, per lo smaltimento, l’uso «delle tecnologie più perfezionate a disposizione […] al fine di […] c) utilizzare i metodi e le tecnologie più idonei a garantire un alto grado di protezione dell’ambiente e della salute pubblica (D.Lgs. n. 22/1997 art. 5 lett. c)»: il che vuol dire, in base al principio di precauzione, d’obbligo, in un territorio martoriato come quello campano, promuovere, per la parte residuale del ciclo rifiuti, tecnologie di tipo meccanico-biologico, escludendo categoricamente l’incenerimento.


Deve essere chiaro, dunque, che l’opposizione dei cittadini campani agli inceneritori, alle tante mega-discariche e agli innumerevoli siti di stoccaggio varati in questi 14 anni è un rifiuto delle modalità antidemocratiche, arbitrarie, anticostituzionali ed incuranti dei diritti fondamentali dei cittadini. 


Pertanto il Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania chiede di porre fine all’illegittimo regime di emergenza servito solo a sperperare danaro pubblico, affinché le future scelte vengano prese nel rispetto delle normative vigenti, sia italiane che comunitarie: le uniche in grado di garantire la salute dei cittadini

Postato da: federico46 a 08:36 | link | commenti (5)
ambiente e società, vedi napoli


Commenti:

#1  20 Maggio 2008 - 07:45
Un'altra operazione in deroga alle stesse leggi dello stato, la sta preparando il nuovo (?) governo.

La politica italiana continua ad essere per niente lungimirante.
ciao
da Napoli
Utente: sacchett Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. sacchett

#2  21 Maggio 2008 - 09:20
Anche io ho tanti amici a Napoli, la situazione è davvero preoccupante per usare un eufemismo..

Inoltro la riflessione di Marco Cedolin per lei professore
e per i lettori del blog:

http://ilcorrosivo.blogspot.com/2008/05/per-i-rifiuti-di-napoli-pronto-il.html

La rete nazionale rifiuti zero in questi anni ha sempre teso una mano per aiutare ad uscire da questo disastro.
Ma il disastro è stato pianificato, non è successo "per sbaglio":

Esemplare, a tal proposito, quanto riportato dalla relazione sulla Campania della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti:
”Peraltro i profili vantaggiosi e positivi, dal punto di vista dei finanziatori, dell'iniziativa di finanziamento del progetto del sistema integrato del ciclo dei rifiuti proposto dalla Fibe in Campania erano stati riposti -a quanto emerso- nella produzione del cdr, con i connessi benefici del Cip 6: “bruciare energia e venderla era parte fondamentale del business di Fibe” e per le banche “rappresentava il 60 per cento dei ricavi del progetto.””
(Atti della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, XIV legislatura, Relazione territoriale sulla Campania del 26/1/2006).

è rimasta la speranza. Quella non finisce mai
Roberto Pirani
www.buonsenso.info

utente anonimo

#3  21 Maggio 2008 - 16:19
Ahi ahi dottore. Oggi Berlusconi ha ripetuto la bifala dell'inceneritore di Brescia. Ha citato quello di Mestre come esempio (senza ricordare che il rischio di tumore è triplicato) e (spero di aver capito male io!)ha perfino detto che verranno bruciate le "ecoballe" che sono rimaste stoccate tutti questi anni..dimenticandosi che sono là ferme perché non possono finire in nessun inceneritore.
Continua la propaganda con il termine termovalorizzatore e la propaganda in generale degli inceneritori.
Per fortuna ha detto almeno della raccolta differenziata e della raccolta differenziata obbligatoria per le ditte con più di 50 dipendenti.

Perché le ditte che ne hanno meno di 50 sono state escluse? Forse perché in italia la maggioranza delle ditte è medio-piccola?

Che nausea!!

Elia Frigo
utente anonimo

#4  23 Maggio 2008 - 14:08
A parte la nota introduttiva che ho apprezzato noto che le sterili polemiche non si risparmiano.
Ho ferma convinzione che, invece di lamntarsi di ogni qualsivoglia, ci si deve adoperare per far fare qualcosa di giusto ed utile. Perchè così non si può! e lo ribadisco: così non si rispolve il problema!
perchè ci si siede sulla sponda ad aspettare che passi il cadavere del nostro nemico!?
Vogliamo un mondo privo di rifiuti? Si! ma non vogliamo i termovalorizzatori! Vogliamo energia alternativa?! Non vogliamo però le pale eoliche (vedi questione Scarlino in Toscana!) Insomma ma che mondo è mai questo? certo la munnezza non la vuole nessuno: nemmeno quella che noi stessi produciamo in casa.
Sù via cerchiamo di esere seri una volta tanto! e lascimao che qualcuno ( per ore questo governo) provi a risolvere un qualche problema!
utente anonimo

#5  24 Maggio 2008 - 06:00
Caro utente anonimo
l'accusa di essere quelli del no è semplicemente falsa.
Le soluzioni le abbiamo e le pratichiamo, nei fatti a livello personale e nelle scelte politiche che cerchiamo di far fare ai nosti governanti.
Ti invito a trovare nel mio blog i post che riguardano il Modello Genova e i consigli inascoltati che un anno fà ci siamo permessi di dare a Bertolaso (vedi Napoli).
Genova non ha inceneritori e se tutto va bene non ne avrà. Anche Savona, La Spezia ed Imperia non hanno inceneritori per scelta e no siamo e non saremo in emergenza rifiuti, in quanto questa scelta ci permette liberamente di puntare al massimo sulla riduzione e sul riciclo.
Abbiamo convinto i nostri nuovi governanti di genova ( di centro sinistra) a partire con la raccolta porta a porta, a trattare l'umido con sistemi biologici ad avviare una energica politica di riduzione alla fonte. A giorni una commissione tecnica dovrà dirci come chiudere il cerchio. Certamente non sarà con un inceneritore con recupero energetico in quanto quello che avanza alle scelte che ti ho prima descritto non giustifica un tale impianto che deve essere grande per permettere grandi guadagni.
In quanto all'eolico vai a leggerti l'ultimo numero ell'Espresso e vedrai come in questo benedetto paese si è riusciti a trasformare in un imbroglio anche le fonti di energia rinnovabile, imbroglio a danno di tutti i cittadini che si aggiunge all'imbroglio dei termovalorizzatori, del nucleare e del ponte di Messina.
Utente: federico46 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente. federico46