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martedì 15 gennaio 2008

Domande al prof Brunner

Domande al prof Brunner
Spittelau IncineratorHo appena inviato al prof Brunner che il 15 gennaio terrà a Napoli una conferenza su "La grande città e i suoi rifiuti" le seguenti domande che mi auguro gli saranno poste dopo il suo intervento, come prevede l'Università Federico II che organizza l'evento.
L'invio è stato effettuato in tempo utile, la scadenza è il 14 gennaio alle ore 12.
Questa scelta è singolare, in quanto di solito si è stimolati a far domande dopo aver seguita la conferenza, ma tant'è...
Gli amici di Napoli mi facciano avere notizie di come è andata

Segue il testo inviato all'Università di  Napoli.
ps: il prof Brunner viene da Vienna e sicuramente parlerà dell'esperienza della sua città e del suo bell'inceneritore inserito in tutte le guide turistiche di Vienna



Caro prof Brunner



sono un ricercatore dell'Istituto Nazionale per la ricerca dei tumori di Genova ( www.istge.it) dove dirigo il Servizio di Chimica Ambientale che da alcuni anni studia l'impatto ambientale dei diversi sistemi di gestione dei rifiuti urbani.



1) Dai dati di letteratura emerge con chiarezza che, a parità di materiali trattati, il riciclo ha impatti ambientali nettamente inferiori all'impatto ambientale della termovalorizzazione e permette maggiori risparmi energetici  grazie all'evitata produzione a partire da materie prime vergini.

Quale è il suo parere a riguardo?



2)Se si confrontano emissioni gassose e scarti solidi della termovalorizzazione con quelli prodotti con trattamenti meccanico biologici, questi ultimi hanno impatti ambientali nettamente inferiori rispetto a quelli della termovalorizzazione.

Questa caratteristica quanto ha pesato sull' importante ricorso a queste tecnologie in Austria, Germania, Spagna, Irlanda, Inghilterra?





3) Diversi paesi europei tassano, anche pesantemente, l'incenerimento dei rifiuti urbani, anche  se effettuato con impianti che recuperano la loro energia termica con la produzione di energia elettrica e calore.

L'entità di queste tasse  ( valori riferiti al 2000),per ogni tonnellata  di rifiuto incenerita è di 14-71 € in Austria, 3,7-22,3€ in Belgio, 38-44€ in Danimarca, 9 € in Svezia.

Ci può spiegare le motivazioni alla base di questa scelta?

Che ne pensa della scelta italiana di assimilare i rifiuti urbani a fonte di energia rinnovabile e quindi poter accedere al mercato dei Certificati verdi  grazie ai quali una tonnellata di rifiuti italiani inceneriti riceve incentivi per 25-50 €?



Grazie per la sua attenzione e , mi auguro, per le sue risposte

dr. Federico Valerio

Postato da: federico46 a 19:23 | link | commenti (3)
ambiente e società, vedi napoli


Commenti:
#1  14 Gennaio 2008 - 01:20
 
Grande Federico! :-) Ti aggiorneremo senz'altro.

Fabio
utente anonimo
#2  14 Gennaio 2008 - 19:17
 
DA RIFIUTO A RISORSA
ovvero LA GESTIONE RESPONSABILE DEI RIFIUTI

Discutendo sul come potrà cambiare il nostro pianeta, ai più riesce difficile percepire la reale drammaticità del fenomeno. Ma quando le immagini ci mostrano la realtà allora si concretizza la sua tragicità.
Lo mostra il documentario "Sei gradi possono cambiare il mondo" presentato oggi 14 gennaio al Festival delle Scienze presso l'Auditorium di Roma.
Non voglio ripetere quanto da tempo ed oggi in particolare si ripete sino allo stordimento.
Non è mia volontà e mia competenza esaminare la storia di questa oggettiva piaga.
Mia intenzione è invitare a riflessioni che forse potranno contribuire ad una più attenta valutazione di questo complesso problema.
La maggior parte dei rifiuti prodotti in Italia finisce per essere seppellita in una immensa discarica.
Oltre all’enorme rischio ambientale e sanitario, viene così irrimediabilmente perduto il contenuto materiale ed energetico che qualsiasi oggetto, al di là del suo significato utilitaristico, possiede.
Quantitativi assai minori vengono avviati alla termovalorizzazione in impianti di incenerimento, recuperando il contenuto energetico ma non il materiale e non risolvendo il problema dello stoccaggio.
Accanto a forme di smaltimento tradizionali, stanno assumendo importanza crescente altre destinazioni per i rifiuti, alternative o complementari alla prima. Attività volte al reinserimento di una parte dei rifiuti in un ciclo, che può essere artificiale nel caso del riciclaggio oppure naturale nel caso del riutilizzo o del compostaggio.
Una corretta gestione dei rifiuti dovrà dunque considerare fattibilità, impatto ambientale, costi delle risorse ed energetici.
Una sintetica ma organica disamina degli elementi caratterizzanti il ciclo dei rifiuti potrà aiutare un sano confronto fornendo la necessaria base comune:
• Produzione e caratterizzazione
Molti prodotti nascono come rifiuti (tutti gli oggetti inutilmente “usa e getta” come le pile elettriche non ricaricabili) o, peggio, per decisione del marketing, assumono proporzioni ingiustificate (confezioni di detersivo la cui percentuale di detergente è minima);
• Riduzione
Occorre minimizzare volume/peso ma anche le tipologie dei rifiuti, intervenendo sul packaging (prodotti normalizzati e possibilmente biodegradabili come schiume composte da rifiuti agroalimentari) e sul comportamento del consumatore(ad esempio preferendo l’affissione al volantinaggio); l’esclusione di plastiche da idrocarburi sostituite da bioplastiche permetterebbe al consumatore di semplificare la differenziazione dei rifiuti riducendo altresì significativamente il rischio diossina;
• Riciclo e riutilizzo
Fondamentale una corretta politica dei consumi che induca all’uso di oggetti riutilizzabili (il contenitore che diventa oggetto da utilizzarsi in casa anziché rifiuto di cui disfarsi) piuttosto che semplicemente riciclabili; reintroducendo il vetro (normalizzando le tipologie dei contenitori ed eventualmente ricorrendo ad rfid passivi) non solo verrebbe ridotto il rifiuto ma salvaguardato il materiale ed i costi energetici;
• Scarico, raccolta, trasporto e trasferimento
Semplificare l’attività del consumatore e le soluzioni di raccolta (riduzione delle tipologie dei rifiuti, tritarifiuti, condotte a collettori) impedendo l’illecito riutilizzo della risorsa “monnezza”, semplificazione della raccolta (automazione di recupero da collettori) e del trasporto riducendo i trasferimenti anche con l’identificazione automatica del singolo processo
• Trattamento (meccanico, biologico, chimico, termico)
Rappresenta uno degli anelli del complesso sistema e non la soluzione; deve essere attentamente valutato in prospettiva (a livello mondiale vi è diffusione di termovalorizzatori, non delle dimensioni dell’impianto di Acerra, tutti attualmente oggetto di indiscutibili ripensamenti non resi pubblici); esistono alternative valide e validate quale il Trattamento Meccanico Biologico (WSN Environmental Solutions società Australiana a controllo statale) o il Thor dell’Ismn del CNR di Roma in grado di trattare meccanicamente rifiuto tal quale (indifferenziata ovvero le nostre ecoballe) ad un costo inferiore ai € 40/tonnellata producendo 500kg di combustibile, solido o liquido, migliore delle biomasse (povere in zolfo ed esenti da idrocarburi policiclici) quindi riducendo detto costo di almeno € 30; tempi e costi di costruzione/attivazione di un impianto TMB o Thor sono molto inferiori a quelli necessari per un termovalorizzatore;
• Gestione del territorio (progettazione, monitoraggio, bonifica)
Non mi avventuro in territori sconosciuti; vantiamo professionalità dotate della competenza e correttezza necessarie all’individuazione dei siti (temporanei di discarica, definitivi per impianti), del monitoraggio indispensabile e dell’inevitabile successiva o periodica bonifica;
• Considerazioni ambientali
Come già detto, le implicazioni ambientali sono molteplici e tutte sostanziali; salvaguardia delle risorse, riduzione delle emissioni, risparmio energetico devono guidare le scelte; un ulteriore piccolo esempio: l'ICTP del CNR di Pozzuoli ha realizzato una bioplastica per pacciamare terreni agricoli (consumo di circa 65.000 tonnellate/anno) che per circa l'80% sono abbandonate sul terreno o bruciate in modo incontrollato dagli agricoltori, con conseguente immissione di sostanze nocive nell'atmosfera e nel suolo;
• Aspetti finanziari e marketing
Il titolo di questo scritto trova qui conferma; se è vero quanto detto, la cosiddetta Tarsu non trova giustificazione finanziaria e contabile; nel mondo esistono esempi a conferma di questo assurdo, ed esempi esistono in Campania; il “commercio del rifiuto” da parte dei cittadini e non delle ecomafie, deve essere promosso come qualsiasi prodotto, incentivando e premiando;
• Politiche e regolamentazioni
Sono alla base di qualsiasi attività ed evento nella società civile, indispensabili in questo caso; vietare ed incentivare in modo capillare (un esempio: pile elettriche +20%, pile elettriche ricaricabili -20%);
• Educazione e sensibilizzazione
Se la politica dei consumi ha innescato abitudini sbagliate delle quali paghiamo a caro prezzo i risultati, che le stesse industrie finanzino una necessaria campagna di educazione e sensibilizzazione atta a ristabilire comportamenti da “consumatore responsabile”;
• Pianificazione ed implementazione
No comment.
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#3  16 Gennaio 2008 - 11:34
 
Brunner, Brunner.
«Catastrofe e catarsi» ed anche «sfiorare la perfezione: il mare, il sole, l'incanto del Golfo e la munnezza» ... non so quanti albergatori, ristoratori, agenzie viaggio ed operatori turistici, commercianti, caseifici (l'elenco è lungo) siano concordi con la tua illuminata visione.

«La città avrebbe continuato a logorarsi tra un'emergenza e un'altra» ... ma l'Italia è uno stato (forse una nazione)ed il problema rifiuti non rappresenta un'emergenza per la sola Campania.

«Che io sappia ci sono 14 aziende private svizzere pronte a ricevere 100 mila tonnellate di rifiuti dalla Campania» ma «non sapevo che la differenziata a Napoli non arriva al 10%» ... ricorda qualcosa di "Memoria selettiva e falsa dottrina" di Noam Chomsky.

«La tecnologia mette a disposizione della politica sistemi e tecniche per smaltire i rifiuti e avviare un ciclo virtuoso di riciclaggio» e poi «Nella gestione dei rifiuti ci sono quattro stadi:
il primo è quello delle discariche non preparate, simili a fossi
il secondo è quello delle discariche preparate, cioè impermeabilizzate e capaci di irregimentare il percolato e di isolare le sostanze nocive;
il terzo è l'inceneritore;
il quarto il riciclo.»
Qual è la formula giusta? Termovalorizzatore o differenziata?
«Tutte e due le cose insieme, è sbagliato pensare che un processo escluda l'altro. È importante, però, fare le cose con gradualità»
Strano senso della gradualità, dove il terzo stadio nella gestione dei rifiuti è l'incenerimento e solo dopo il riciclo.
Mi domando: il prof. Brunner si riferisce al riciclo delle ceneri?

E mi rifiuto di commentare le seguenti:
«Inoltre io credo che non convegna riciclare la plastica: secondo me, va incenerita»
«Nelle regioni del Nord Europa vengono conservate e bruciate nelle stagioni appropriate: l'inverno».
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